Giulia Stabile si prepara a conquistare nuovamente la prima serata di Canale 5 con la prossima edizione di Tú sí que Vales, show di punta di Mediaset di cui sarà ancora al timone insieme ad Alessio Sakara e Martin Castrogiovanni. Ma guai a chiamarla conduttrice: si sente ancora troppo acerba per un titolo del genere. Così ha raccontato nell’intervista a Supernova, podcast di Alessandro Cattelan in cui si è aperta sui temi che le stanno più a cuore: il benessere mentale, di cui ha parlato onestamente, modo, questo, per normalizzare un dibattito necessario; e poi ancora il bullismo subito da bambina, che pensava di aver superato e invece no, quando è entrata ad Amici quei brutti pensieri si sono ripresentati. «Durante il programma lo nascondevo un po’ perché mi vergognavo, perché pensavo che il problema fossi io, ma anche perché pensavo di non soffrirne più». Poi ha capito che aprire il vaso di Pandora poteva aiutare gli altri a riconoscersi, a sentirsi accolti e compresi. E da allora non ha mai smesso di raccontare la sua esperienza.

Giulia Stabile a Supernova, cosa ha raccontato su sogni e ambizioni

Com’è nello stile del conduttore, l’intervista di Alessandro Cattelan che vi raccontiamo in anteprima ha virato su temi seri ma anche più leggeri, un modo per mettere a proprio agio l’ospite e in particolare Giulia, che nel corso della chiacchierata si è definita «timida» pur amando tantissimo «stare a contatto con la gente, incontrare gente diversa, parlarci». Il suo idolo, ha raccontato, è Rosalìa, e il suo sogno è salire con lei sul palco, entrare nel suo corpo di ballo. Per il momento Giulia si divide tra le registrazioni di Tú sí que Vales e i progetti in ambito danza e, anche se le è capitato di coreografare i brani di alcuni amici cantanti, non se la sente ancora di autodefinirsi coreografa. «Uno dei miei lavori preferiti in questo senso è stato con Angelina Mango sulla canzone ‘Che t’o dico a fa’. Ho difficoltà nel creare coreografie, mi sento più facilitata ad aiutare amici cantanti a trovare i passi adatti a loro». Un altro momento bello lo ha vissuto al concerto di Madame: «Mi ha chiamato per fare due assoli, in uno mi ha lasciato massima libertà, su un altro brano, più ritmato, mi ha chiesto di prendere i movimenti in modo fluido, perché voleva che fosse un momento intimo».

L’amore per la danza, l’hating social, la celebrità

«Da piccola andavo a fare shopping con mia mamma, una cosa che odiavo, ma quando partiva la musica mi sentivo come in un videoclip, mamma mi sgridava perché ballavo sempre, ovunque, e tutti mi guardavano». L’amore per la danza rincorre Giulia Stabile sin da quando era una bambina, ma c’è una cosa dalla quale intende stare alla larga: l’odio social. Come ha raccontato a Cattelan durante la loro chiacchierata, ha cancellato l’app di X «perché l’odio mi fa effetto, pensavo troppo a quello che leggevo». Le piace, invece, incontrare i fan per strada, fermarsi a chiacchierare con loro anche se è di fretta, perché «è come ritrovare un parente che non ti ricordi». Si sente un personaggio noto ma non si reputa una celebrità, «ma finché la gente mi fermerà mi farà sempre piacere».

Sul bullismo subito da piccola e sul supporto ai ragazzi che hanno affrontato la stessa esperienza

«Mi capita spesso di ricevere messaggi da fan che si sfogano a riguardo, e quando sono entrata ad Amici è venuto fuori che son stata vittima di bullismo per tre anni quando ero piccolina. Quando sono entrata nel programma pensavo di averla superata, lo nascondevo perché mi vergognavo ma anche perché pensavo di non soffrirne più. Ricordo che un giorno ne ho parlato con con uno dei professionisti della trasmissione e si è come aperto un vaso di Pandora. Essendo un argomento delicato mi chiesero se volevano che questa cosa uscisse, all’inizio propendevo per il no. Mi hanno spiegato che aprirmi poteva aiutare i ragazzi e le ragazze davanti alla tv. Quando è finito il programma ho fatto diverse interviste e progetti sul tema, è una cosa a cui ho dedicato del tempo».

La lacrime, le pressioni, l’ansia: Giulia Stabile sul benessere mentale

Durante la chiacchierata Giulia si è aperta anche sul tema del benessere mentale, raccontando il modo in cui prova ad affrontare gli attacchi di ansia e di panico di cui ha iniziato a soffrire da giovanissima, 4 anni fa. «Ho avuto il mio primo attacco durante Amici. Quando ho gli attacchi di panico non riesco a capire niente, mi sento morire, fisicamente sento delle reazioni fortissime sul mio corpo. Prima di Amici tante volte pensavo di avere l’ansia, invece sentivo solo molte pressioni. Ora so riconoscerla».

Il ballo è sempre un’esperienza salvifica

«Una volta ho avuto un attacco prima di una puntata di Amici, subito dopo dovevo girare un video per uno sponsor. Però mi hanno dato tutti una mano, mi hanno aiutato a mascherare la situazione. Nessuno si è accorto per fortuna di quello che stava succedendo: è stata tosta, ma ballare mi aiuta, mi ricarica. Sento che finché non piango non può partire nulla, né l’attacco di panico né di ansia. Però nel momento in cui piango mi cambia il respiro, inizio a stare male. Se riesco a trattenere il pianto – anche se succede quasi mai – comincio ad angosciarmi e non riesco a fermarmi».

In fondo, Giulia si sente un’eterna Peter Pan: crescere è una sfida, ma gli anni che passano le mettono «un po’ di agitazione». Perché, come ha detto in chiusa ad Alessandro Cattelan, le piace essere «la piccolina», quella che tutti coccolano e amano. A 23 anni, e con un futuro in tv e sui palchi ancora tutto da scrivere, la ballerina più promettente dell’intrattenimento nostrano può star tranquilla: di strada davanti per sentirsi grande ne ha ancora parecchia.

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