La Cina ha ormai preso il comando dell’auto elettrica, lasciando l’Occidente indietro. I suoi veicoli offrono prestazioni migliori, si ricaricano più velocemente e costano meno rispetto alle alternative occidentali, risultando più competitivi. Ma aziende come BMW, Mercedes, Polestar e altre provano a rispondere, lanciando una nuova ondata di modelli in grado di competere davvero con il meglio che la Repubblica Popolare può offrire.
Potremmo chiamarli “Gen 3”, perché rappresentano la terza ondata di auto elettriche dell’era moderna e condividono alcune caratteristiche fondamentali. Sono basati su piattaforme EV dedicate a 800 volt e rientrano nella categoria dei veicoli software-defined, promettendo di migliorare nel tempo grazie agli aggiornamenti over-the-air.
Alcuni sono già disponibili o stanno per arrivare, mentre tutto lascia pensare che il 2026 sarà un anno migliore per gli appassionati di auto elettriche.
Come siamo arrivati alla Gen 3
I veicoli elettrici esistono da oltre un secolo, con una prima età dell’oro tra la fine dell’Ottocento e gli anni ’20 del Novecento, prima di scomparire quasi del tutto. La moderna rinascita degli EV è iniziata dopo il 2000, ma solo intorno al 2010 i costruttori hanno ricominciato a prendere l’elettrificazione sul serio, investendone tanto nello sviluppo.
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Foto di: BMW
Modelli come la prima Nissan Leaf e la BMW i3 possono essere considerati modelli elettrici di prima generazione. Erano in gran parte “compliance car”, con autonomia limitata e ricariche lente e soffrivano di batterie piccole e prestazioni modeste.
L’era della Gen 1 è durata fino a circa il 2018, quando la maggior parte dei costruttori ha iniziato a produrre quella che possiamo definire la seconda generazione, con vetture come BMW i4, Mercedes EQE ed EQS o Ford Mustang Mach-E. Queste auto erano molto più utilizzabili grazie a batterie più grandi e ricariche più rapide, ma soffrivano ancora di problemi software e dell’inesperienza dei marchi tradizionali nel mondo elettrico.
In quel periodo, però, Tesla offriva la migliore esperienza EV, grazie alla rete Supercharger e a veicoli superiori alla concorrenza. Il suo approccio “software-defined” è stato poi copiato dai costruttori occidentali, ma sono stati quelli cinesi i primi a comprenderne il potenziale. Tutto questo ha finito per dare loro il vantaggio che vediamo oggi, migliorando la formula Tesla e lasciando indietro gran parte dell’Occidente.
Nonostante gli EV di Gen 2 occidentali fossero abbastanza maturi per competere con le auto a combustione, presentavano ancora compromessi che frenavano (e frenano) i potenziali acquirenti. Molti di questi modelli sono ancora in vendita, ma oggi siamo all’inizio della terza generazione. I costruttori stanno applicando le lezioni apprese nel primo decennio di elettrificazione, lanciando prodotti con tecnologia migliore, design più convincenti e powertrain più efficienti. Con la Gen 3, le auto elettriche sembrano finalmente aver raggiunto la maturità.
La ricetta della Gen 3
La formula di un EV “Gen 3” è relativamente semplice. Il primo requisito è una piattaforma elettrica dedicata a 800 volt o più. L’alta tensione offre numerosi vantaggi: maggiore potenza, ricariche più rapide e un’efficienza complessiva superiore.
L’architettura a 800 volt consente anche di ridurre l’amperaggio, limitando la produzione di calore e permettendo l’uso di cablaggi più sottili, leggeri ed economici. Anche la gestione termica dei componenti risulta più semplice grazie alla minor resistenza elettrica.
Produrre un EV a 800 volt è però più costoso rispetto a uno a 400 volt, e questo si riflette sul prezzo finale. È anche uno dei motivi per cui BYD non ha ancora portato in Europa i modelli a 800 volt, anche se è probabile che lo farà presto, vista la crescente concorrenza locale.
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Foto di: Andrei Nedelea
Il secondo pilastro della Gen 3 è il concetto di veicolo software-defined (SDV). In questi modelli il software diventa più importante della meccanica: controlla il comportamento dell’auto e può cambiarne radicalmente l’esperienza di guida senza modificare l’hardware. I SDV sono considerati più “a prova di futuro” grazie agli aggiornamenti over-the-air. In modo semplificato, possono essere descritti come “smartphone su ruote”.
Perché la Cina è avanti
La Cina produce oggi alcuni dei modelli elettrici più avanzati al mondo e i suoi costruttori hanno progredito più rapidamente dei rivali occidentali. Offrono prestazioni superiori, ricariche ultraveloci – in alcuni casi oltre il megawatt – e costi inferiori, tanto da restare competitivi in Europa anche co i dazi.
Una parte di questo vantaggio deriva dai sussidi statali, considerati fonte di concorrenza sleale dall’Unione Europea, che ha infatti imposto nuove tasse differenziate. Eppure marchi come BYD, Geely, SAIC o Chery continuano a ottenere buoni risultati nel continente.
Ma ora l’Europa ha recuperato terreno, e i costruttori cinesi non sono più imbattibili. Molti si sono già ritirati, e chi resta dovrà dare il massimo per mantenere slancio.
I contendenti
La BMW iX3 è stata probabilmente la novità occidentale più importante del 2025: il primo modello della nuova famiglia Neue Klasse. È un EV di Gen 3 a tutti gli effetti, con architettura a 800 volt, approccio software-defined, grande efficienza e una nuova esperienza di bordo grazie al display panoramico sotto il parabrezza.
Mercedes seguirà con le GLC e Classe C elettriche, entrambe basate su una nuova piattaforma a 800 volt, mentre la CLA punta su efficienza, infotainment avanzato e un’autonomia notevole per la categoria. La futura GLB con tecnologia EQ offrirà la stessa base in un formato più spazioso.
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Foto di: Porsche
Anche la Polestar 3, rinnovata per il 2026 con piattaforma a 800 volt e ricarica a 350 kW, rientra pienamente nella Gen 3, così come la Volvo EX90. Porsche e Hyundai–Kia restano avanti grazie alla loro esperienza pluriennale sugli 800 volt, mentre Lucid continua a distinguersi con sistemi vicini ai 900 volt.
Honda entrerà nel segmento con la Serie 0 e la Acura RSX, pur senza architettura a 800 volt. Altri costruttori, come Rivian, restano sui 400 volt per i futuri modelli R2 e R3, ritenendo il voltaggio sufficiente.
Non è un giro d’onore
Il rinnovato impegno dei costruttori occidentali non garantisce automaticamente il successo. Questi EV dovranno convincere i clienti a pagare un sovrapprezzo rispetto ai concorrenti cinesi e ai modelli Tesla, ancora molto competitivi.
Il vero confronto si giocherà il prossimo anno. BYD, per esempio, inizierà la produzione in Ungheria, evitando i dazi e potendo così abbassare i prezzi. Il suo successo dimostra che i clienti europei sono disposti a superare il legame coi marchi storici se trovano un prodotto migliore e più conveniente.
Questo pone una sfida enorme ai costruttori occidentali: dimostrare di poter battere il meglio della Cina.