di
Viviana Mazza e Guido Olimpio

La polizia sospetta un legame con l’attacco alla Brown University

Dopo una caccia durata cinque giorni, in tre Stati – Rhode Island, Massachusetts e New Hampshire – le autorità hanno annunciato ieri sera di avere identificato e localizzato l’attentatore mascherato della Brown University, trovato morto poco dopo le 9 di sera nel box di un magazzino che aveva preso in affitto a Salem, in New Hampshire. Si tratta di Claudio Neves Valente, 48 anni, portoghese, ex studente della Brown University: si sarebbe suicidato. Due giorni dopo l’attentato di sabato 13 dicembre nell’ateneo di Brown, a Providence, nel Rhode Island in cui hanno perso la vita due studenti e ne sono stati feriti altri nove in una classe dell’edificio di ingegneria “Barus & Holley” dove si tenevano gli esami, lo stesso killer ha commesso un altro delitto: si è recato in un tranquillo sobborgo di Boston, ad una cinquantina di miglia, per uccidere un fisico e scienziato nucleare del Mit, Nuno Loureiro

Gli spari – almeno tre – sono risuonati alle 20.30 di lunedì, in una palazzina di Gibbs Street di Brookline dove Loureiro abitava insieme alla moglie Ines e ai tre figli. Sono giunti la polizia e i soccorsi: Loureiro era in casa, in gravi condizioni, lo hanno portato in ospedale dove è spirato il giorno dopo.
Non è ancora noto il movente, ma le autorità hanno spiegato che l’edificio della Brown University preso di mira è lo stesso dove Claudio Neves Valente aveva frequentato le lezioni quando era dottorando in fisica tra l’autunno del 2000 e la primavera del 2001. Aveva lasciato l’università dal settembre 2000 all’aprile 2001, per poi ritirarsi definitivamente dal corso senza ottenere il dottorato. Si era trasferito a Miami, con un permesso di soggiorno dal 2017.



















































La connessione con il professore del Mit, che aveva 47 anni, è forte: sia la vittima che il killer erano portoghesi, erano fisici, avevano studiato nella stessa università in Portogallo tra il 1995 e il 2000. Anche qui comunque non è ancora chiaro il movente. Loureiro era un professore di grande esperienza e capo di numerosi progetti, aveva ricevuto riconoscimenti compreso uno conferito da Joe Biden, era considerato una figura di riferimento importante anche a livello internazionale. E dunque la storia dell’omicidio si è allungata oltre confine, in ambienti scientifici. Attorno qualche speculazione che ha collegato il delitto alla professione dell’ucciso: iI settore atomico, la fusione, gli esperimenti, possibili nemici «interni» non meglio precisati. 

Laura Loomer, l’influencer cospirativa molto vicina a Donald Trump, ha lanciato in rete suggestioni su azioni criminose contro università ed ebrei in occasione di Hannukah. Il Jerusalem Post, a sua volta, ha tirato dentro alla vicenda il conflitto tra Israele e Iran, con gli scienziati uccisi dal Mossad e possibili ritorsioni. L’intelligence israeliana – ha scritto sul sito – avrebbe iniziato a esplorare questo angolo. Ma lo stesso giornale ha subito aggiunto che al momento non c’è nulla di concreto a riguardo. Infatti, gli stessi inquirenti americani avrebbero escluso questa pista.

Le autorità sono arrivate al nome di Claudio Neves Valente nelle 24 ore precedenti alla localizzazione del cadavere. Avevano avuto difficoltà a trovare immagini nitide del sospetto attraverso le telecamere di sorveglianza della Brown University. Le autorità hanno però diffuso diversi video che mostravano un paio di individui prima e dopo l’attacco, ed era stata offerta una taglia di 50 mila dollari. Uno dei due individui in quelle immagini era il sospetto killer, l’altra è una persona che nel giro di un’ora dopo la pubblicazione dei video si è recato dai poliziotti di Providence dicendo di avere informazioni sul caso: ha spiegato di aver incontrato Neves Valente in un bagno dell’edificio di ingegneria dove era avvenuta la sparatoria. Il killer gli avrebbe detto: «Perché mi stai dando fastidio?». L’altro individuo l’aveva seguito perché non gli sembrava un normale frequentatore dell’edificio. 

Grazie al testimone è stata identificata l’auto del killer, una Nissan Sentra grigia che aveva preso a noleggio all’aeroporto di Boston, che ha portato al nome e alle foto dell’individuo mentre noleggiava il veicolo: indossava gli stessi abiti visibili nei video del killer mascherato di Providence. Allora gli agenti hanno scoperto che aveva affittato un box in un magazzino di Salem, in New Hampshire, e che c’era quell’auto nei paraggi. E’ stato difficile localizzare immediatamente l’auto perché il sospetto aveva sostituito la targa subito dopo l’omicidio di Loureiro, installandone una del Maine (ne aveva anche un’altra della Florida). Insieme al cadavere sono stati trovati una borsa a tracolla e due pistole, una delle quali con un puntatore laser come quello segnalato durante la sparatoria alla Brown. Per il resto il box del magazzino era vuoto. Neves Valente aveva affittato quel box a novembre, quando si era recato a Boston, come risulta dalla stanza di hotel che aveva occupato. Poi aveva affittato l’auto, l’aveva usata per arrivare alla Brown University dove era stata avvistata dal 1 al 12 dicembre. Dopo la sparatoria del 13 dicembre, è tornato in Massachusetts, dove ha ucciso Loureiro. Qui ha cambiato la targa e ha subito guidato fino a Salem in New Hamspshire. Aveva con sé un telefono che “offuscava le possibilità di localizzarlo” e carte di credito non tracciabili, dicono le autorità. «Sapeva come coprire le sue tracce in modo sofisticato». 

19 dicembre 2025