Di solito, quando un’azienda lancia il suo nuovo top di gamma, la versione «R» arriva come un’appendice quasi obbligata, una declinazione più economica che vive di luce riflessa e di qualche rinuncia strategica. Con OnePlus 15R, però, la sensazione è diversa: non quella di uno smartphone di serie B, ma piuttosto di un dispositivo pensato per chi vuole il grosso dell’esperienza OnePlus senza dover necessariamente salire fino in cima alla piramide dei prezzi. È una sfumatura sottile, ma importante, soprattutto in un mercato dove la parola «flagship» ha perso da tempo il suo significato originario.
OnePlus 15 è arrivato da poche settimane, ma il 15R sembra già voler mettere in discussione la gerarchia interna. È uno smartphone potente, curato, con alcune scelte molto ambiziose e altre inevitabilmente più conservative. Il risultato è un prodotto che merita di essere giudicato senza sconti, al netto del marketing e delle etichette.

Un design che non cerca scorciatoie

Il primo impatto con OnePlus 15R è sorprendentemente positivo. Non è compatto, anzi: con il suo display da quasi 6,9 pollici si colloca senza mezzi termini nella categoria dei «big phone». Eppure, nell’uso quotidiano, riesce a risultare più maneggevole di quanto le dimensioni lascino immaginare. Merito di uno spessore contenuto in 8,3 millimetri e di un lavoro di bilanciamento ben riuscito, che evita quella sensazione di testa pesante tipica di molti smartphone con moduli fotografici invadenti.

Il blocco fotocamere, infatti, sporge poco e non compromette più di tanto la stabilità quando lo smartphone è appoggiato su un tavolo. Un dettaglio apparentemente marginale, ma che nella vita reale fa la differenza. Il telaio in alluminio opaco e il retro in vetro satinato restituiscono una sensazione tattile molto piacevole, quasi “calda”, lontana da quell’effetto scivoloso che spesso accompagna le superfici lucide.
Il colore verde della versione provata contribuisce a dare personalità al dispositivo, ma soprattutto rafforza quella percezione di qualità che richiama, senza scimmiottarli, smartphone come iPhone e Pixel. Non è un’imitazione, quanto piuttosto un allineamento verso uno standard premium ormai condiviso. A completare il quadro c’è la certificazione IP69, una rarità anche in fascia alta, che garantisce una resistenza ad acqua e polvere praticamente totale. Non è un dettaglio da poco, soprattutto per chi usa lo smartphone senza troppe precauzioni.

Prestazioni senza complessi di inferiorità

Sotto la scocca, OnePlus 15R monta lo Snapdragon 8 Gen 5, una scelta che racconta molto della filosofia del prodotto. Non è il processore più estremo della gamma Qualcomm, ma è probabilmente quello più sensato per uno smartphone che vuole coniugare potenza e controllo dei costi. Parliamo comunque di un octa-core capace di spingersi fino a 3,8 GHz, affiancato da 12 GB di RAM LPDDR5X Ultra e 256 GB di memoria UFS 4.1.
La decisione di proporre un unico taglio di memoria ha pro e contro. Da un lato semplifica l’offerta e garantisce un’esperienza fluida in ogni scenario; dall’altro obbliga l’utente a fare i conti con una memoria non espandibile, che potrebbe diventare un limite sul lungo periodo. Nell’uso quotidiano, però, le prestazioni sono sempre all’altezza: app che si aprono istantaneamente, multitasking senza esitazioni e giochi gestiti con disinvoltura anche a impostazioni grafiche elevate.
OnePlus ha lavorato molto sull’ottimizzazione, introducendo un CPU Scheduler proprietario e un sistema di raffreddamento a liquido multilayer. Il risultato è una buona stabilità delle prestazioni nel tempo, anche se dopo una quindicina di minuti di stress prolungato emerge un fisiologico thermal throttling. Nulla di drammatico, ma sufficiente a ricordare che non siamo di fronte a uno smartphone pensato per sessioni gaming estreme.
La connettività è completa e aggiornata, con Wi-Fi 7, Bluetooth 6.0, supporto eSIM ed emettitore a infrarossi. Manca l’uscita video via USB-C, una rinuncia che pesa solo per una nicchia di utenti. Il feedback aptico è ben calibrato, preciso, anche se non tra i più energici sul mercato. L’audio stereo è convincente, equilibrato, adatto sia alla fruizione multimediale sia alle chiamate in vivavoce. Il lettore di impronte ultrasonico, finalmente posizionato in modo centrale sotto al display, è rapido e affidabile.

Un comparto fotografico che divide

È sul fronte fotografico che OnePlus 15R mostra con più evidenza i compromessi fatti per contenere il prezzo. L’assenza di una fotocamera zoom dedicata si sente, soprattutto in un segmento di mercato dove il teleobiettivo è diventato quasi uno standard. A questo si aggiunge una fotocamera grandangolare da soli 8 megapixel, con apertura ƒ/2.2, che rappresenta il vero anello debole del sistema.
In buone condizioni di luce il grandangolo si difende, ma appena l’illuminazione cala emergono rumore, perdita di dettaglio e una gamma dinamica limitata. È una lente che sembra appartenere a una fascia inferiore rispetto al resto dello smartphone, e il confronto con la fotocamera principale è impietoso.

Quest’ultima, però, è una certezza. Il sensore da 50 megapixel ƒ/1.9, lo stesso del OnePlus 15, garantisce scatti nitidi, ben bilanciati, con una gestione delle luci davvero convincente. La gamma dinamica è ampia e i colori risultano naturali, senza quella saturazione eccessiva che spesso caratterizza gli smartphone orientali. Anche in condizioni di scarsa luminosità le prestazioni restano solide, con un buon controllo del rumore e dettagli preservati.
L’assenza dello zoom ottico viene parzialmente compensata dalla possibilità di scattare a 2x sfruttando la risoluzione del sensore principale, con risultati più che dignitosi. Sul fronte video, OnePlus sorprende permettendo la registrazione in 4K fino a 120 fps, una specifica rara anche tra i top di gamma più blasonati. La stabilizzazione è efficace fino a 60 fps, mentre per utilizzare il grandangolo nei video è necessario scendere al Full HD, una limitazione che lascia un po’ l’amaro in bocca.

Un display pensato per stupire

Il display è uno degli elementi più riusciti di OnePlus 15R. Parliamo di un pannello LTPS AMOLED da 6,83 pollici, con risoluzione 1.5K e una frequenza di aggiornamento che può spingersi fino a 165 Hz. È un valore che strizza l’occhio al mondo gaming, ma che nell’uso quotidiano si traduce in una fluidità percepibile in ogni animazione.
La luminosità di picco raggiunge i 1.800 nit, sufficienti per garantire una buona leggibilità anche sotto il sole diretto, mentre il touch sampling fino a 3200 Hz rappresenta un record di categoria, più teorico che realmente percepibile, ma indicativo dell’attenzione maniacale ai numeri. Il pannello supporta l’always-on display ed è protetto da Gorilla Glass 7i, con una pellicola protettiva preapplicata che fa sempre comodo.

OnePlus 15R arriva con Android 16 e OxygenOS 16, una combinazione che ormai porta con sé un’identità ibrida, sempre più vicina al mondo OPPO. L’interfaccia è fluida, stabile e ricca di opzioni, ma ha perso un po’ di quella pulizia minimalista che aveva reso OxygenOS unica negli anni passati.
Le funzionalità non mancano: dalla barra laterale per il multitasking rapido al nuovo menu di personalizzazione, fino alla schermata di blocco completamente configurabile. Zen Space resta uno strumento interessante per chi vuole ritagliarsi momenti di disconnessione, mentre la funzione anti-cinetosi può essere utile, anche se l’attivazione manuale ne limita l’immediatezza.
Le integrazioni di intelligenza artificiale sono presenti ma non invadenti, con strumenti di scrittura e trascrizione vocale che funzionano bene senza stravolgere l’esperienza. Mind Space, infine, si rivela più utile del previsto per organizzare memo e screenshot, soprattutto se si assegna al Plus Key la funzione di salvataggio rapido.

Autonomia da riferimento

Se c’è un ambito in cui OnePlus 15R eccelle senza riserve, è quello dell’autonomia. La batteria da 7.400 mAh è una delle più capienti in circolazione e, complice l’adozione della tecnologia silicio-carbonio, garantisce facilmente due giorni di utilizzo medio. È uno smartphone che libera dall’ansia da ricarica, anche per gli utenti più esigenti.
Manca la ricarica wireless, una rinuncia che nel 2025 inizia a pesare, ma la ricarica cablata a 80W permette comunque di recuperare energia in tempi rapidi. Una scelta pragmatica, coerente con il posizionamento del dispositivo.

Conclusioni

OnePlus 15R debutta a 729 euro nella versione da 256 GB, mentre il taglio da 512 GB arriva a 829 euro. Le promozioni di lancio rendono quest’ultima decisamente più interessante, abbassando il prezzo di 100 euro e includendo accessori che aumentano il valore complessivo dell’offerta.
Non è una cifra per tutti, soprattutto considerando che si tratta del modello «non di punta» della gamma. Ma è anche vero che OnePlus ha calibrato con attenzione le differenze rispetto al fratello maggiore, evitando di svuotare il 15R della sua identità. È uno smartphone che chiede di essere valutato per ciò che è, non per ciò che manca.
In definitiva, OnePlus 15R è un dispositivo maturo, potente e con una personalità ben definita. Non è perfetto, soprattutto sul fronte fotografico, ma riesce a convincere per equilibrio generale, autonomia e qualità costruttiva. Più che una versione ridotta, è un’alternativa ragionata. E in un mercato saturo di eccessi, non è poco.

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18 dicembre 2025 ( modifica il 18 dicembre 2025 | 16:46)