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Redazione Economia
In commissione Bilancio del Senato sono iniziati i lavori alla manovra, a cui ha preso parte il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti
Dopo il vertice sulla manovra che si è tenuto a Palazzo Chigi, con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è stato accolto nella mattina di sabato 20 dicembre nell’ufficio del presidente della commissione Bilancio del Senato, Nicola Calandrini, per riprendere i lavori. I temi sul tavolo sono molti, tra cui il nuovo emendamento del governo che è appena stato depositato, sugli aiuti alle imprese e sul Tfr. Vediamo le novità nel dettaglio. È stato fissato alle 12 il termine per la presentazione dei subemendamenti al nuovo emendamento del governo alla manovra. I senatori e il ministro stanno discutendo delle novità introdotte con la proposta di modifica.
Salta anticipo pensione vecchiaia con fondi complementari
Salta la possibilità di andare in pensione di vecchiaia anticipatamente cumulando gli importi di forme pensionistiche di previdenza complementare. È quanto prevede il nuovo emendamento del governo alla manovra che sopprime una norma introdotta dalla legge di bilancio dello scorso anno, ottenendo così risparmi annuali fino a 130,8 milioni nel 2035 sulla spesa pensionistica nei prossimi anni. L’emendamento cancella la possibilità, in vigore dal 2025, di computare, su richiesta, anche il valore di una o più rendite di forme pensionistiche di previdenza complementare ai soli fini del raggiungimento degli importi mensili richiesti per accedere alla pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e se si è pienamente nel regime contributivo.
Piano casa: fondi ridotti a 200 milioni, 1,1 miliardi alle opere pubbliche
Calano rispetto a quanto inizialmente previsto le risorse destinate al Piano Casa. Il nuovo emendamento del governo alla manovra stanzia 100 milioni di euro per il 2026 e altri 100 per il 2027, a fronte dei 300 complessivi nel biennio assegnati dal precedente emendamento poi ritirato. All’esame della commissione Bilancio del Senato c’è anche una riformulazione di emendamenti parlamentari che prevede altri 10 milioni per il 2026, cui si aggiungono i 100 milioni per il disagio abitativo previsti nel 2027-28. L’intervento del governo conferma inoltre 300 milioni nel biennio per rifinanziare il Fondo occupazione, mentre lima il rifinanziamento destinato al Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche, che passano a 1,1 miliardi complessivi nel 2026-27 (dagli iniziali 1,2 miliardi), con una riduzione delle risorse sul 2026 (da 800 milioni a 600) e un aumento di quelle sul 2027 (da 400 a 500 milioni).
Tfr all’Inps anche in aziende con 40 dipendenti dal 2032
Torna anche la misura per l’ampliamento dei soggetti tenuti al versamento del Tfr al Fondo Inps per l’erogazione del contributo. Si prevede, infatti, secondo quanto si legge anche nella relazione tecnica, che dal primo gennaio 2026 vi rientrino «anche i datori di lavoro che, negli anni successivi a quello di avvio dell’attività, hanno raggiunto o raggiungano la soglia dimensionale dei 50 dipendenti». In via transitoria è, però, previsto per il biennio 2026-2027 che tale inclusione sia limitata ai datori di lavoro con un numero di dipendenti non inferiore a 60. Dal 2032 è invece prevista l’estensione dell’obbligo del versamento per le aziende con un numero di dipendenti non inferiore a 40. Da luglio sarebbe previsto un meccanismo di adesione automatico alla previdenza complementare per tutti i neo assunti: questi avranno comunque la facoltà di rinunciare entro 60 giorni oppure, entro lo stesso termine, di scegliere un fondo complementare diverso. La relazione tecnica che accompagna l’emendamento indica l’impatto e la possibile adesione alla previdenza complementare. Per quanto riguarda il primo aspetto, quello relativo alle imprese con 50 dipendenti, si stima una platea di potenziali interessati pari a 2,5 milioni di lavoratori. Il monte retributivo dei potenziali aderenti è pari a circa 64 miliardi di euro che nel 2032 salirà ancora di 10,5 miliardi quando l’obbligo scatta per le imprese tra i 40 e i 49 dipendenti. Per l’adesione automatica dei nuovi assunti, invece, si ipotizzano circa 100mila lavoratori l’anno, con un profilo parzialmente crescente di circa 25mila dipendenti l’anno.
Ponte Stretto, il rifinanziamento: spostati fondi al 2032 e 2033
Sono rifinanziati, con complessivi 780 milioni nel 2032 e 2033, gli stanziamenti per il Ponte sullo Stretto di Messina. Lo prevede l’emendamento del governo alla manovra, che sposta 320 milioni nel 2032 e 460 milioni nel 2033. Il rifinanziamento, si legge nella Relazione tecnica, viene fatto «alla luce dell’aggiornamento dell’iter amministrativo e del non perfezionamento degli impegni relativi alle somme iscritte in bilancio nell’anno 2025 in conto residui rinvenienti dall’anno 2024». L’incremento delle risorse nel 2032 e 2033 lascia «inalterato il valore complessivo delle somme autorizzate», si precisa. Nell’emendamento del governo poi ritirato i 780 milioni erano spostati tutti al 2033.
Giorgetti: «Dimissioni? Ciò che conta è il risultato finale, lavoriamo per il Paese»
«Alle dimissioni ci penso tutte le mattine, che sarebbe la cosa più bella da fare per me personalmente — ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, uscendo dalla commissione Bilancio —. Però siccome è la 29esima legge di bilancio che faccio, so perfettamente come funziona, so perfettamente che sono cose molto naturali. E come ho appena detto c’è un Parlamento, ci sono le Commissioni, ci sono le proposte del Governo. Alla fine a me interessa il prodotto finale, non il prodotto che presento io. Naturalmente pensiamo di aver fatto delle cose giuste, crediamo di lavorare bene nell’interesse di tutti gli italiani e i risultati vanno in questa direzione. Però adesso tocca al Parlamento».
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20 dicembre 2025 ( modifica il 20 dicembre 2025 | 11:09)
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