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Tutte le strade portano a Roma, vero. E quella che conduce direttamente alla Città Eterna è tracciata da Carlo Cracco. Dopo i rumors e un’attesa durata due anni, lo chef vicentino è pronto ad approdare nella Capitale, alla conquista del cuore e del palato di tanti romani.
Carlo Cracco conquista la Città eterna: ecco quando e dove aprirà il nuovo ristorante
APPROFONDIMENTI
Si chiamerà Viride il nuovo ristorante gestito da Carlo Cracco. L’apertura è prevista a Roma a febbraio 2026. La location sarà all’interno del lussuoso Hotel Corinthia Rome, alle spalle di Montecitorio.
L’edificio, progettato dall’architetto Marcello Piacentini nel 1914, ha ospitato la sede centrale della Banca d’Italia in piazza del Parlamento, nello storico quartiere di Campo Marzio. Il locale sarà aperto al pubblico anche a colazione e dunque affiancato da un bar mentre l’offerta gastronomica, curata dallo chef stellato, in collaborazione con l’Executive chef Alessandro Buffolino, offre un menù che unisce i grandi classici romani rielaborati, insieme alle sue celebri ricette. L’apertura del ristorante s’inserisce in un contesto importante: con 20 locali premiati, Roma è la città con più ristoranti stellati come confermano i risultati presentati durante la 71esima edizione della Guida Michelin del 2026 Italia.
I ristoranti stellati a Roma
Lo scorso 19 novembre, dal Teatro Regio di Parma, sono stati annunciati i nomi dei ristoranti stellati d’Italia: 394 in tutto; 20 sono a Roma (due in più rispetto a Milano, ndr) e 31 totali nel Lazio. La Capitale conferma il primato nazionale con chef di talento e grandi firme internazionali: eleganza e perfezione con Alain Ducasse, a due passi da piazza del Popolo, con il suo ristorante all’interno del lussuoso Hotel Romeo e la cucina tipicamente mediterranea. Soltanto un mese fa, Roma ha accolto Robert de Niro per l’apertura del suo Nobu Hotel & Restaurant, in via Veneto, tra rullo di tamburi e la rottura di due botti di sakè per un brindisi benaugurale. New entry nel cosmo stellato Michelin 2026: Ineo dell’Anantara, diretto dallo chef Heros De Agostinis, a piazza della Repubblica. E la Terrazza dell’Hotel Eden, con i piatti dello chef campano Salvatore Bianco ispirati a Salvador Dalì, che ha ottenuto la stella Michelin. Anche fuori dal perimetro urbano il Lazio rafforza la propria presenza nella guida con la novità stellare 2026, “Al Madrigale, Nuova Cucina Rurale”, a Tivoli. Tre stelle confermate per La Pergola di Heinz Beck e due stelle per Enoteca La Torre, Il Pagliaccio, Acquolina. Sedici i ristoranti di Roma con una stella Michelin.
La cucina italiana patrimonio Unesco
La notizia è recente: la cucina italiana è ufficialmente patrimonio dell’umanità. Il riconoscimento, approvato all’unanimità dal Comitato intergovernativo dell’Unesco nel corso della riunione a New Delhi, celebra e definisce la tradizione gastronomica nazionale come «una miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie e un modo per prendersi cura degli altri e di se stessi». Questo straordinario riconoscimento dimostra un nuovo percorso nella ristorazione di importanti e storici alberghi italiani. Come la cucina innovativa nell’antico Hotel d’Inghilterra, sempre a Roma, restaurato da poco, dettata dall’executive chef Andrea Sangiuliano formatosi al De Russie grazie al supporto di Fulvio Pierangelini, che ha appena inaugurato “Spiga”, il ristorante al Carlton Hotel di Milano, dove la rivoluzione culinaria segue una sola direzione: la semplicità.
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