di
Aldo Grasso
Il format di Canale 5 si è scontrato quest’anno non solo con la sua «stanchezza», ma anche col contesto culturale mutato dai social media
Un appello a Mediaset dopo la conclusione dell’ultima edizione di «Grande Fratello»: fate riposare il format (come accaduto in Gran Bretagna) o ripensatelo in modo netto. Da venticinque anni il GF è un programma che si adatta perfettamente alle logiche della televisione commerciale (ne stiamo parlando in senso tecnico, senza giudizi morali): consente di programmare prime serate per un lungo periodo (anche più di tre mesi), di coprire tre ore e oltre di programmazione, di pensare a strisce in altri orari della giornata… Ma, al di là dei diversi stili di conduzione, e dalla presenza di vip, semivip o persone sconosciute (i confini sono labili), il format si è scontrato quest’anno non solo con la sua «stanchezza» (venticinque anni in tv non sono pochi), ma anche col contesto culturale mutato dalla pervasiva presenza dei social media. E così, quest’ennesima edizione, targata Simona Ventura, nonostante le promesse d’innovazione, non ha mai veramente ingranato: 1,9 milioni di spettatori medi (per Canale 5 i due milioni sono anche una soglia psicologica), poco sotto il 15% di share, raccolto soprattutto grazie alla durata (quasi tre ore) e alla partenza alle dieci di sera (per via del prolungarsi dell’access prime time, con La ruota della fortuna).
Eppure, alcuni elementi positivi in termini di ascolti si trovano anche in questa edizione: se l’ascolto medio fatica a raggiungere il 15% di share, sul target commerciale (fino a 54 anni) la share sale al 19%. Il pubblico del GF è piuttosto giovane, e anche quest’anno la share migliore si raccoglie fra i 25-34enni, col 23%. Si tratta di un pubblico piuttosto popolare, con livelli di istruzione medio-bassi, e con una marcata presenza al Centro e soprattutto nel Sud del Paese (picco in Campania, col 22,4%). Ma nel Nord del Paese la share quest’anno galleggia sul 10%. «Grande Fratello» ha da alcuni anni la fortuna di funzionare bene sugli spazi digitali, dalle piattaforme ai social, in particolare grazie alle sue clip: ma il circuito virtuoso s’innesta solo a partire dal fatto che lo show funzioni. Insomma, tutto da ripensare, profondamente
20 dicembre 2025
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