di
Clarida Salvatori

L’occupazione dopo le «liste stupri». La dirigente scolastica: «Condanno le scritte offensive, diffamatorie e minacciose comparse nei locali dell’istituto». Con i 5 in condotta rischio bocciatura

Al liceo classico Giulio Cesare, venerdì, è finita l’occupazione dopo appena due giorni. Scelta quasi inevitabile vista la chiusura del plesso di corso Trieste per le vacanze di Natale A comunicarlo è stata la dirigente scolastica, Paola Senesi, con una circolare pubblicata sul sito della scuola.

«Pur prendendo atto del ripristino delle condizioni di accessibilità, si esprime ferma deplorazione per quanto accaduto, episodi che hanno comportato una grave compromissione del diritto allo studio, del regolare svolgimento delle attività didattiche e del clima educativo che deve caratterizzare la vita scolastica», scrive.



















































Danneggiamenti dopo l’occupazione

Un’occupazione che ha fatto molto parlare di sé. Avvenuta a poche settimane di distanza dal rinvenimento della lista degli stupri nel bagno dei maschi al secondo piano, la decisione di fermare la didattica sembrerebbe essere partita da un gruppo di estrema destra e molti degli studenti sembravano non condividere la scelta. Poi giovedì un nuovo, orrendo, elenco di nomi, stavolta di insegnanti, da violentare è comparso nelle androne al primo piano.

Una volta restituita la scuola, è partita la triste conta dei danneggiamenti. «Nel corso dell’occupazione si sono verificati danni materiali agli ambienti e alle strutture scolastiche, e l’istituto è stato lasciato in condizioni igieniche particolarmente gravi, tali da richiedere interventi straordinari di pulizia e ripristino, con ulteriore aggravio per la comunità scolastica. Si condannano con decisione – ha aggiunto Senesi -anche le scritte offensive, diffamatorie e minacciose comparse nei locali dell’istituto, rivolte al dirigente e a due professoresse della scuola e tali da ledere profondamente la dignità individuale».

Nella nota si ribadisce poi, oltre «alla piena solidarietà istituzionale a tutte le persone coinvolte, la necessità di attivare azioni educative e formative per promuovere il rispetto reciproco e l’impegno a rafforzare i percorsi di educazione alla legalità, alla cittadinanza e al rispetto di genere».

Gite annullate e 5 in condotta

Duri anche i provvedimenti presi dopo la fine dell’occupazione: cinque in condotta, per gli studenti che hanno partecipato e identificati dai docenti, e annullamento delle gite. La decisione è stata presa dal Consiglio dei docenti con la dirigenza scolastica.

Il 5 in condotta, se dovesse essere confermato anche per il secondo quadrimestre, comporterebbe per gli studenti la bocciatura automatica.

Il Consiglio di Istituto, convocato venerdì per le 16, è iniziato intorno alle 17.30, a causa del protrarsi di un lungo e complesso Collegio dei Docenti, iniziato verso l’ora di pranzo. La dirigente Senesi e i docenti rappresentanti, come riferiscono i rappresentanti dei genitori, «sono giunti al Consiglio visibilmente provati e irritati, raccontando di una discussione particolarmente lunga e articolata, conclusasi con l’adozione di decisioni definite da loro stessi molto severe e assunte con difficoltà».

Nella prima parte della seduta, il Consiglio ha ascoltato la versione dei fatti fornita dagli studenti in merito ad alcuni episodi avvenuti durante l’occupazione, in particolare al rinvenimento della seconda «lista stupri», contenente il riferimento a due docenti e accompagnata da frasi offensive nei confronti della dirigente scolastica. Dal racconto degli studenti è emersa la conferma dell’esistenza di dinamiche interne e di conflitti politici tra gruppi e liste, con un ruolo centrale svolto da un gruppo ristretto che avrebbe guidato l’occupazione e rispetto al quale i docenti sembravano dare per scontata l’identità dei componenti, giudicati con particolare severità, facendoli apparire privi di possibilità di recupero. Tra le misure adottate anche l’eliminazione dei crediti relativi all’attività Cwmun, impossibile da sospendere dati i contratti già sottoscritti.

Le perplessità dei genitori

Nel corso del dibattito, i rappresentanti dei genitori hanno espresso «chiare perplessità su alcune di queste misure, sia sotto il profilo giuridico-amministrativo sia sotto quello educativo». Dal loro punto di vista l’erogazione di sanzioni limitata ai soli studenti identificati, «non necessariamente i più direttamente responsabili, anche perché alcuni partecipanti hanno indossato passamontagna, possa risultare non solo iniqua, ma anche potenzialmente foriera di numerosi ricorsi». I genitori hanno osservato che «le procedure necessarie per l’attribuzione del 5 in condotta difficilmente potrebbero essere completate nei tempi ristretti precedenti gli scrutini di gennaio».

«Il rischio che una sanzione priva di relazione con l’effettivo grado di responsabilità individuale, ma al tempo stesso applicata solo agli studenti identificati (come? da chi?), potesse produrre effetti educativamente controproducenti, quali l’accentuazione delle tensioni all’interno delle classi (nei casi in cui solo alcuni degli studenti presenti a scuola nei giorni dell’occupazione fossero stati oggetto di sanzioni), il deterioramento del rapporto di fiducia tra studenti e docenti, l’aumento del conflitto con le famiglie», sostengono i rappresentanti dei genitori che, invece, «pur se fortemente penalizzante per chi è rimasto totalmente estraneo all’occupazione ci è apparso», considerano l’annullamento delle gite «una misura di più agevole applicazione, motivata non da intenti punitivi quanto dalla dichiarata indisponibilità dei docenti ad accompagnare gli studenti, a seguito della compromissione del rapporto di fiducia con loro».

«Abbiamo inoltre percepito una posizione giustamente severa, ma anche forse un po’ pregiudiziale, nei confronti del `solito gruppetto´ di presunti responsabili dell’occupazione: ci è anzi parso che alcuni docenti avessero già chiaro come individuare, almeno in via preliminare, alcune delle persone da sanzionare. Allo stato, ci è difficile dire se le nostre perplessità saranno oggetto di una riflessione ulteriore da parte dei docenti e se sarà quindi possibile pervenire a soluzioni di compromesso», concludono i rappresentanti dei genitori.


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20 dicembre 2025 ( modifica il 20 dicembre 2025 | 14:03)