di
Giulio De Santis
Alla commissione parlamentare d’inchiesta nel 2024 disse: ho un vuoto. I dubbi del pm
Diciannove «non ricordo» disseminati in due ore di deposizione davanti alla Commissione parlamentare che indaga sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. Così Laura Casagrande, 57 anni, compagna della scuola di musica di Emanuela, ha iniziato a diventare una delle protagoniste del giallo della sparizione della cittadina vaticana.
Lei è una delle ultime persone ad aver visto la ragazza il pomeriggio del 22 giugno del 1983. Cammina sullo stesso marciapiede di Corso Rinascimento prima di salire sull’autobus. Eppure — come ammette la stessa Casagrande nel corso dell’audizione — «non ho memoria alcuna, non ricordo nulla». D’altronde ha dimenticato persino la lunghezza dei capelli di Emanuela: «Non ricordo bene», risponde quando le viene chiesto dalla Commissione.
Ora la 57enne è indagata con l’accusa di false informazioni all’autorità giudiziaria. È stata sentita dal pm Stefano Luciani. Cosa abbia detto è coperto dal più stretto riserbo, ma agli investigatori sarebbe apparsa lacunosa su quegli attimi cruciali. Perché tutti questi vuoti? Ha paura di qualcosa? Nel corso dell’audizione ha detto: «Sì, ebbi paura. Andai per due mesi in un luogo segreto in Umbria».
E allora il sospetto: di paura ne ha ancora oggi? In ogni modo le sue parole non hanno convinto gli inquirenti. Che ora l’hanno messa al centro dell’indagine. Perché Casagrande potrebbe essere uno dei crocevia di questo doloroso mistero. Il sequestratore, l’«Americano», l’8 luglio del 1983 — due settimane dopo la sparizione della cittadina vaticana — chiama proprio casa di Casagrande per rivendicare il rapimento e dettare le condizioni del rilascio. La svolta della Procura viene salutata con speranza dall’avvocato Laura Sgrò, che da anni rappresenta i famigliari di Emanuela Orlandi: «Siamo davvero soddisfatti della rilettura delle carte e del caso da parte del pm».
Ma va detto che i dubbi della Procura sono gli stessi che nel giugno del 2024 subito hanno sollevato senatori e deputati in Commissione. Tanto che quando il Presidente Andrea De Priamo (Fdl) la congeda, l’ammonisce dicendole: «Davanti al suo vuoto totale potremmo doverla sentire con formule più rigide (…). Sarebbe buono se, facendo mente locale sugli ultimi momenti in cui è stata vista la Orlandi, lei potesse tornare su quanto le è purtroppo rimasto completamente oscuro».
Cos’ha detto nel corso dell’audizione? Innanzitutto quando le viene chiesto di descrivere Emanuela dice: «Era una ragazza normale. Di lei mi è rimasta impressa la sua voce molto calda, molto dolce, una voce quasi soffiata, tipo francese. Questo sì, me lo ricordo». Sulla telefonata ricevuta l’8 luglio dall’«Americano» (che una perizia fonica ha stabilito che sia Marco Accetti, un fotografo romano), Casagrande è ricca di dettagli:«Ho capito subito che non era uno scherzo (…). La voce aveva un timbro tra l’arabo, l’orientale e il mediorientale».
Mostra di avere le idee chiare anche su cosa sarebbe successo quel giorno: «È stata adescata. Quello che mi sono sempre chiesta è come abbia fatto a fidarsi e ad andare con qualcuno. Era una ragazza normale, non sfacciata, semplice. Poteva capitare anche a me». Tuttavia su questi momenti cruciali in cui camminano per Corso Rinascimento cala la nebbia nella memoria di Casagrande. «Di un’immagine di Emanuela che cammina sul marciapiede non ho ricordi». A un certo punto il presidente della Commissione osserva: «Dimenticare di averla vista il giorno in cui è scomparsa? Difficile digerire una risposta del genere». Considerazione cui Casagrande replica: «Ho un vuoto totale».
Le viene domandato se, uscite dalla scuola di musica, abbiano mai fatto la strada verso casa insieme: «Non ricordo di aver mai passeggiato con lei, o di aver preso l’autobus insieme». Salta fuori che qualcuno le ha presentate, e Casagrande risponde: «Non ricordo chi è stato, sono basita». Altra domanda che le viene posta, è inerente a suor Dolores, che era alla scuola di musica e che nei giorni successivi alla scomparsa l’avrebbe convocata per farle vedere delle foto: «Non ricordo», dice la 57enne.
C’è un’ultima risposta con cui Casagrande ha provato a uscire dall’angolo, per spiegare il vuoto di quei momenti: «Ero una bambina di quattordici anni».
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21 dicembre 2025
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