Il chip Exynos 2600 per Galaxy S26 adotta un modem esterno Shannon 5410. Ecco i dettagli sulla tecnologia a 2nm e sulla gestione del calore interno.
Samsung ha annunciato lo scorso venerdì il chip Exynos 2600 con litografia a 2 nm, tecnologia d’avanguardia destinata ad alimentare le varianti internazionali della futura serie Galaxy S26. Il debutto del processore segue la decisione di integrare esclusivamente i processori Qualcomm Snapdragon 8 Elite nella serie Galaxy S25, mossa dettata dalle numerose critiche ricevute dai modelli precedenti per prestazioni e gestione termica. Nonostante la promessa di un incremento della potenza bruta pari al 39%, l’adozione di un modem indipendente solleva dubbi riguardo la reale efficienza energetica dello smartphone. I primi dettagli evidenziano una struttura modulare che separa il comparto connettività dal cuore del silicio, scelta ingegneristica che potrebbe influenzare l’autonomia della batteria a causa di percorsi di comunicazione interna più lunghi tra i vari moduli.
I report pubblicai da The Elec e dal leaker Erencan Yılmaz confermano che il nuovo Exynos 2600 utilizza un modem esterno denominato Shannon 5410, scelta che segna una netta separazione dalla configurazione integrata vista nei precedenti chip Exynos 2400 e 2500. La mancanza di una integrazione totale tra CPU, GPU e NPU su un unico pezzo di silicio costringe i segnali a percorrere distanze maggiori, fenomeno che solitamente comporta un aumento del consumo di energia e della produzione di calore. Samsung conferma la validità di queste indiscrezioni tramite una dichiarazione ufficiale rilasciata in data 2 dicembre:“È vero che nell’Exynos 2600 manca il modem”. La struttura modulare occupa una superficie superiore all’interno della scocca e riduce il potenziale rapporto tra prestazioni e watt consumati, motivo per cui l’azienda evita di fornire dati precisi sui miglioramenti dell’efficienza rispetto alla generazione passata.
L’adozione del pionieristico processo produttivo a 2 nm garantisce un miglioramento teorico dell’efficienza energetica dell’8% rispetto alla precedente tecnologia a 3 nm, elemento capace di compensare parzialmente le perdite dovute alla separazione dei componenti hardware. L’implementazione della tecnologia proprietaria Heat Path Block (HPB) sfrutta invece materiali EMC ad alta resistenza k per facilitare il passaggio rapido del calore verso l’esterno del device al fine di mantenere stabili le temperature operative. L’efficacia di questo sistema di dissipazione risulta essenziale per evitare i fenomeni di throttling che hanno limitato le capacità dei chip passati, sebbene i vantaggi reali dell’HPB potrebbero risultare annullati dalle esigenze energetiche del modem esterno. Le innovazioni introdotte mirano a bilanciare la potenza computazionale dei core ARM di ultima generazione con la necessità di preservare l’integrità del sistema durante sessioni di connettività intensa che richiedono un carico di lavoro costante.
Il confronto diretto con gli iPhone di Apple, dispositivi che storicamente utilizzano modem esterni senza sacrificare l’autonomia complessiva, suggerisce che un’ottimizzazione software accurata può mitigare gli svantaggi di una configurazione hardware modulare. Le preoccupazioni si concentrano attualmente sulla capacità delle batterie del Galaxy S26, soprattutto perché le indiscrezioni indicano che solo il modello base riceverà un potenziamento della capacità nominale. Il successo del chip Exynos 2600 rappresenta per il colosso sudcoreano l’opportunità di riscattare la reputazione dei propri semiconduttori di fronte alla concorrenza dei processori Snapdragon di Qualcomm dopo anni di surriscaldamenti. La sfida consiste nella capacità di armonizzare il primo processore per smartphone al mondo a 2 nm con periferiche di rete esterne senza degradare l’esperienza d’uso.