di
Fabrizio Caccia
La sentenza del giudice Paola Scorza della nona sezione del Tribunale civile di Roma. Un consulente tecnico d’ufficio deciderà entro un mese e mezzo se potrà essere considerato idoneo anche per «atti straordinari e personalissimi» tipo fare testamento o contrarre matrimonio
«Vittorio Sgarbi è perfettamente capace e non ha bisogno di un amministratore di sostegno per la gestione ordinaria della sua vita quotidiana. Un consulente tecnico d’ufficio deciderà entro un mese, un mese e mezzo, se potrà essere considerato anche idoneo per gli atti straordinari e personalissimi, tipo fare testamento o contrarre matrimonio. Ma è certo, questo dice il giudice, che Sgarbi attualmente è circondato dagli affetti giusti che lo sostengono…». Chi parla è il professor Ugo Ruffolo, difensore legale del noto critico d’arte, che ha appena ricevuto il dispositivo della sentenza del giudice Paola Scorza della nona sezione del Tribunale civile di Roma.
Ecco, dunque, un primo punto fermo sulla vicenda dopo l’istanza presentata due mesi fa dalla figlia di Sgarbi, Evelina, che chiedeva la nomina di un tutore per il padre, in seguito alla profonda depressione che l’aveva colpito all’inizio dell’anno. L’udienza si era svolta il 28 ottobre scorso, poi ne era seguita un’istanza di ricusazione del giudice da parte di Evelina Sgarbi, rigettata la scorsa settimana dal tribunale. «Ora – continua il professor Ruffolo – bisognerà attendere lo svolgimento della consulenza tecnica d’ufficio, il giudice Scorza ha sospeso infatti la parte relativa alla gestione straordinaria non avendo ricevuto la sufficiente documentazione medica. Ci sarà da aspettare ancora un po’ ma il primo passo è stato compiuto».
La figlia però non si arrende: «Finalmente – dice Evelina Sgarbi, assistita dall’avvocato Lorenzo Iacobbi – oggi è arrivato un primo importantissimo segnale che lascia ben sperare per quanto riguarda la salute di mio padre e la tutela della sua capacità di comprendere gli effetti di scelte straordinarie inerenti l’esercizio dei suoi diritti personalissimi. Il Tribunale di Roma ha infatti deciso di nominare un medico CTU, la psicologa psicoterapeuta Lilli Romeo, per accertare, una volta compiuti i necessari esami e assunte informazioni dai sanitari che hanno avuto in cura mio padre, se lo stesso presenti condizioni psicologiche, psicopatologiche o cognitive tali da incidere sulla capacità di autodeterminarsi in relazione al compimento di atti di straordinaria amministrazione e all’esercizio dei diritti personalissimi».
Il CTU dovrà dire in particolare «se la persona sia in grado di comprendere e valutare il significato e le conseguenze personali, patrimoniali e giuridiche delle decisioni di particolare complessità e rilevanza, con specifico riferimento alla capacità di testare, alla gestione straordinaria del patrimonio e alla scelta di contrarre matrimonio, valutando l’autenticità e la stabilità della volontà decisionale».
«E finalmente – conclude Evelina – dopo mesi di macchina del fango contro di me e contro di chi mi è stato vicino, dopo interminabili giorni di guerra con insidie, tranelli, battutine, intimidazioni e calunnie verso di me, mia madre e tutti coloro che mi stanno supportando con grande impegno e generosità, ecco un primo importante segnale che fa ben sperare. La battaglia che sto portando avanti e che ha come obiettivo unicamente quello di tutelare mio padre, la sua salute e la sua dignità e i suoi interessi forse non è stata vana. Purtroppo questo per me sarà comunque un Natale triste perché so che mio padre continua a non stare bene».
«Davvero curiose le parole di Evelina Sgarbi – ribatte l’avvocato Ugo Ruffolo – Considerate che il padre aveva dato piena disponibilità ad incontrare sua figlia, ma lei non si è mai presentata a casa sua dove, la giudice l’ha sottolineato, Vittorio non è circondato da un cerchio tragico, come l’ha definito la controparte, ma da gente che gli vuol bene veramente come la sua fidanzata Sabrina Colle e sua sorella Elisabetta».
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22 dicembre 2025 ( modifica il 22 dicembre 2025 | 22:17)
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