Prima il sospetto, poi la diagnosi e il trattamento chirurgico in sole quattro ore. È quanto avvenuto nei giorni scorsi al Policlinico Gemelli, dove un paziente con un sospetto tumore del polmone è stato sottoposto a un intervento mini-invasivo grazie a un percorso clinico integrato e all’utilizzo di tecnologie di ultima generazione.

La particolarità del caso non è l’intervento in sé, considerato di routine in un grande ospedale, ma la tempistica: dalla diagnosi al trattamento chirurgico sono passate appena quattro ore. Un risultato reso possibile da una procedura combinata che ha unito la broncoscopia robotica Ion alla resezione polmonare mini-invasiva, eseguite in un’unica anestesia e in un’unica giornata.

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“Cambio di paradigma”

«Si tratta non solo di un primo caso a livello nazionale, ma di un cambio di paradigma verso una medicina realmente integrata, precoce e orientata alla precisione», spiega Stefano Margaritora, direttore della Chirurgia toracica del Gemelli. Fino a oggi, molti noduli polmonari periferici, soprattutto se di piccole dimensioni o parzialmente solidi, non potevano essere sottoposti a biopsia e venivano monitorati nel tempo con controlli radiologici ripetuti.

La svolta arriva dalla pneumologia interventistica e dall’utilizzo dell’Ion Endoluminal System, una piattaforma robotica che consente di raggiungere e biopsiare anche piccoli noduli periferici. «La procedura viene eseguita in una sala ibrida, con il supporto di una Tac tridimensionale in tempo reale», spiega Rocco Trisolini, direttore della Pneumologia interventistica del Gemelli. In questo modo, nei pazienti a rischio è possibile arrivare subito a una diagnosi, evitando mesi di attesa e controlli ripetuti.

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Tutto il percorso

L’ulteriore innovazione consiste nella possibilità di procedere, in caso di biopsia positiva, direttamente all’intervento chirurgico. Il paziente, già in anestesia generale, viene trasferito in sala operatoria per una resezione polmonare mirata. «Parliamo di interventi limitati, come la segmentectomia o la resezione cuneiforme, eseguibili con il robot Da Vinci o in toracoscopia uniportale», spiega Elisa Meacci, che ha effettuato l’operazione.

Un ruolo centrale è svolto anche dall’anatomia patologica, con l’analisi immediata dei campioni bioptici, fondamentale per consentire il passaggio rapido dalla diagnosi al trattamento. «Questo approccio incarna la visione del Gemelli: tecnologia avanzata, diagnosi tempestiva e lavoro interdisciplinare», sottolinea Margaritora. Secondo Trisolini, l’esperienza dimostra che «non è il numero di esami a fare la qualità delle cure, ma la capacità di costruire percorsi risolutivi, capaci di portare il paziente dal sospetto al trattamento in poche ore, con il massimo beneficio clinico e la minima invasività».