di
Michela Nicolussi Moro
Dei Tos: «Facoltà ambite dai più preparati». Difficoltà triplicate rispetto al singolo test di accesso in vigore fino all’anno scorso
Non dovrebbe incidere più di tanto sugli Atenei di Padova e Verona la «sanatoria» introdotta con il decreto approvato ieri dal governo per arrivare a coprire tutti i 22mila posti di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria su un totale di 55mila candidati. La difficoltà è infatti triplicata rispetto al singolo test di accesso in vigore fino allo scorso anno accademico: ora gli aspiranti camici bianchi hanno dovuto superare tre esami di Chimica, Fisica e Biologia, al termine di quello che il ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, ha definito «semestre bianco» e che invece si è risolto in un bimestre di lezioni.
Il primo appello del 20 novembre scorso ha registrato una débâcle in Fisica e un buon risultato in Biologia, mentre nel secondo del 10 dicembre ha brillato il risultato della prova di Chimica ma si è confermata la bassa percentuale di promossi in Fisica. All’Università di Padova, 700 posti per tremila candidati, solo il 15,9% ha superato l’esame di Fisica, il 17,3% quello di Biologia e il 33,8% il test di Chimica. Risultati in linea con gli esiti nazionali e dell’Università di Verona, che mette a disposizione 365 posti per 1168 candidati. Ieri sono usciti i primi risultati, che gli studenti possono consultare con le proprie credenziali sul portale Universitaly: per essere «promossi» bisogna prendere almeno 18 in tutte e tre le prove. Ma siccome non è scontato che con questo sistema si arrivino a coprire i 22mila accessi a Medicina, il governo ha virato su una sanatoria, che prevede tre graduatorie, nazionali: la prima include coloro che hanno superato le tre prove; la seconda è composta dagli studenti che hanno ottenuto due sufficienze e un’insufficienza; nella terza ci sono tutti gli altri. Chi non ha raggiunto almeno il punteggio di 18 nelle tre materie si vedrà comunque assegnare una sede e in quell’Ateneo dovrà recuperare i crediti formativi mancanti. Dal 13 al 16 gennaio ciascun iscritto potrà immatricolarsi al corso di laurea scelto nella prima sede indicata, in base al punteggio ottenuto e al numero di accessi disponibili.
«Prevediamo di coprire 650 posti con i candidati che hanno superato tutti e tre gli esami e solo 50 con i ripescati, perché la nostra Facoltà è tra le più ambite e generalmente attira gli allievi più preparati — annuncia il professor Angelo Paolo Dei Tos, presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Padova —. Ciò non toglie che i ragazzi provenienti dalle altre due graduatorie non possano rivelarsi altrettanto bravi nel corso degli studi». Il sistema introdotto dal ministero dell’Università e della Ricerca concede agli allievi che non hanno conseguito crediti universitari durante il «semestre bianco» di iscriversi ad altri corsi, come Biotecnologie, Farmacia, Infermieristica, tramite finestre straordinarie. Ma anche gli studenti che si sono guadagnati l’accesso a Medicina hanno poi tre giorni di tempo, appunto tra il 13 e il 16 gennaio, per confermare la scelta o virare su altro. «Tenderei ad escludere che dopo la fatica sostenuta per superare i tre test, cambino idea — ragiona Dei Tos — il vero problema è per i bocciati, che hanno perso un anno. I fatti dimostrano il passaggio da un sistema meritocratico di selezione a una sanatoria necessaria affinché il nuovo meccanismo funzioni. Una procedura che invece di essere migliorativa ha generato confusione e incertezza e ha pure agevolato le Università private. Non soggette allo stesso metodo di selezione, stanno bandendo ulteriori posti per accogliere gli studenti esclusi dagli Atenei pubblici».
Riflette la professoressa Maria Grazia Romanelli, prorettrice alla didattica all’Università di Verona e presidente del Collegio del corso di laurea in Medicina e Chirurgia: «Abbiamo applicato rigorosamente il decreto, operazione complessa che ha impegnato molti docenti, quindi ora vorremmo conoscere dal ministero l’esito finale delle prove. Siamo ottimisti, abbiamo cercato di offrire la migliore qualità di studi, mettendo a disposizione dodici insegnanti per lezioni in presenza, una didattica integrativa con esercitazioni, spazi e laboratori».
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24 dicembre 2025
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