Nessun compromesso: Mercedes e Red Bull Powertrains possono procedere per la loro strada. La FIA avrebbe ammesso che la camera di combustione dei rispettivi motori sarebbe legale se nei controlli svolti a temperatura ambiente verrà misurato un rapporto di compressione di 16:1. Poco importa se poi, a caldo, il valore che ne risulterà sarà maggiore. È lo stesso concetto delle ali flessibili: non si muovono ai carichi dei test statici ma poi si deformano letteralmente al crescere del carico aerodinamico.  

Mercedes W16, dettaglio del retrotreno

Mercedes W16, dettaglio del retrotreno

Foto di: Circuitpics.de

Se le due unità contestate dovessero arrivare a un rapporto di compressione di 18:1, vale a dire la misura concessa ai motori endotermici fino a oggi, si parlerebbe di un guadagno di potenza di una decina di cavalli. Una disparità che giustificherebbe l’accesso all’ADUO, l’ Additional Development and Upgrade Opportunities, che permetterà ai Costruttori in ritardo di recuperare le prestazioni mancanti con degli sviluppi aggiuntivi. 
 
La FIA, infatti, ogni 6 GP della stagione 2026 (1–6, 7–12, 13–18), the FIA farà una verifica delle performance dei soli motori endotermici e se ci saranno differenze che supereranno un gap di potenza del 2% rispetto al propulsore migliore, potrà essere concesso uno sviluppo che potranno diventare due se il buco supererà il 4%. 

I bene informati sostengono che Honda, Ferrari e Audi (che avevano scritto alla FIA una lettera con richiesta di chiarimento per conoscere l’idoneità della soluzione Mercedes alle norme 2026) non riusciranno a intervenire sulla camera di combustione prima del 2027, considerando quanto siano lunghi i tempi per apportare delle modifiche ai 6 cilindri. 

Ricordiamo, però, che i motori non sono ancora stati omologati e ci sarà tempo fino al primo GP stagionale per effettuare degli interventi mirati, per cui non è dato per certo che qualcuno non possa tentare un recupero, magari parziale.

Ci sono Costruttori, infatti, che da anni non ricorrono più alle fusioni per la realizzazione delle testate e del basamento, ma sfruttano il metal additive manufacturing, la stampa in 3D che consente di comporre leghe specialissime e offre l’opportunità di disegnare parti con geometrie molto complesse. 

E se consideriamo che il “bubbone” è diventato mediaticamente noto da qualche giorno, ma la questione è nota agli addetti ai lavori da qualche mese: potrebbe esserci chi, una volta ricevuto il via libera della FIA, provi un inseguimento di Mercedes e Red Bull Powertrains nella corsa alle prestazioni.  

Sede centrale di Red Bull Powertrains

Sede centrale di Red Bull Powertrains

Foto di: Jon Noble

Il tutto, ovviamente, mettendo in discussione l’affidabilità: ciascun motorista, infatti, ha svolto le prove al banco per trovare una vita di almeno 6 GP per ogni motore e sappiamo che il clclo deve essere ricominciato daccapo ogni volta che si apporta una modifica sostanziale. 

Gli interventi, infatti, rischiano di intaccare il budget cap, riducendo la disponibilità economica per altri sviluppi. Ci sarà, dunque, chi aspetterà la prima verifica dell’ADUO (GP di Miami) per introdurre le novità facendo ricorso all’extra budget che la FIA concederà e chi, magari, non vuole perdere tempo e cercherà di intervenire introducendo quella che alcuni chiamano la “seconda camera di combustione”. 
 
È partita una corsa al riarmo che avrà degli effetti anche su altri aspetti regolamentari: la FIA voleva tenere questo regolamento molto stretto, evitando fughe che possano andare molto oltre lo spirito del regolamento, ma, stando alle indiscrezioni, anche in materia aerodinamica vedremo concetti che cercheranno di riprodurre l’effetto out wash sull’ala anteriore e sui deviatori di flusso ai lati delle pance, che porterà al miglioramento delle prestazioni della macchina, ma determinerà una scia molto più sporca, rendendo più difficili i sorpassi.  

Aspettiamoci pure chi, con il dente avvelenato, potrebbe presentare reclamo a ogni GP per chiedere se i motori di Mercedes e Red Bull rispetteranno i vincoli normativi in ogni momento dell’evento. A Brackley sono tranquilli: avrebbero mostrato puntualmente tutte le evoluzioni di motore della FIA e i tecnici della Federazione Internazionale avrebbero dato l’ok alle soluzioni proposte.  

Nel 2020, però, c’era stato il caso della Racing Point che aveva presentato delle prese d’aria dei freni che erano state approvate dalla FIA e che poi erano state giudicate illegali dopo il reclamo presentato da Renault. Si contestava la copiatura della Mercedes W10 del 2019 dal momento che prese d’aria dei freni erano diventate componenti non acquistabili nel 2020.  

La FIA aveva accolto il reclamo, multando la Racing Point di 400.000 euro e penalizzandola di 15 punti nel Campionato Costruttori. La questione, dunque, resta molto aperta, nonostante la FIA abbia concesso un punto di vantaggio alla Stella… 

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