Reggio Emilia Si è spento ieri mattina, domenica 3 agosto, all’età di 71 anni, l’architetto Andrea Salvarani. Figlio di Eugenio, tra i protagonisti dell’urbanistica nazionale del secondo Novecento, Andrea ha saputo raccoglierne l’eredità con uno stile proprio: rigoroso, misurato, sempre attraversato da uno sguardo umanistico sulla città e sul progetto. Professionista stimato e riconosciuto, ha affiancato all’attività di studio un costante impegno nella vita dell’Ordine degli Architetti di Reggio Emilia, dove ha ricoperto negli anni incarichi prima partecipativi e poi di responsabilità, diventando punto di riferimento prezioso per colleghi e operatori del settore.
Uomo mite e intelligente, poco incline all’enfasi ma mai privo di visione, ha saputo coniugare nel suo percorso la competenza tecnica a una profonda etica del fare. Non ha mai rinunciato a una vena ironica, che in passato lo aveva portato a fondare i mitici “Quei luridi scherani?”, gruppo di satira musicale molto apprezzato in città per l’originalità e il tono dissacrante.
Andrea Salvarani lascia la moglie Silvana Garavelli, il figlio Francesco – architetto anche lui, come il padre e il nonno – e i fratelli Giovanna e Pietro. I funerali si svolgeranno domani mattina, martedì 5 agosto, alle 11 nella chiesa cittadina del Buon Pastore. Non è previsto l’allestimento della camera ardente. Il 12 aprile scorso, nell’aula Artigianelli, era stata organizzata una partecipatissima giornata di studi dedicata all’architetto e urbanista Eugenio Salvarani nel centenario della nascita. Oltre 400 persone avevano preso parte all’iniziativa. Un evento di straordinario rilievo, promosso nell’ambito del Festival Rigenera-Architettura 2025, che ha restituito voce e contesto a una figura chiave dell’architettura italiana del dopoguerra.