Uno dei grandi piaceri di Dragon Ball è la sua capacità di funzionare su più livelli. Ogni episodio può essere goduto come un’avventura autonoma, ricca di azione e momenti iconici, ma l’universo creato da Akira Toriyama nasconde anche una quantità sorprendente di dettagli, richiami e piccoli gesti di continuità narrativa che emergono solo col tempo. È proprio durante un rewatch che ci si rende conto di quanto la serie ami seminare indizi e ripescare elementi apparentemente insignificanti, trasformandoli in silenziosi collegamenti tra epoche diverse della storia.
Tra questi dettagli ce n’è uno che passa quasi inosservato alla prima visione, ma che diventa evidente solo tornando indietro con uno sguardo più attento: il ritorno di un dinosauro legato all’infanzia di Gohan. Durante l’arco dei Saiyan, quando Piccolo decide di abbandonare Gohan nella natura per temprarlo, il bambino è costretto a sopravvivere da solo in un ambiente ostile. È qui che affronta per la prima volta creature gigantesche e pericolose, tra cui un dinosauro che diventa, suo malgrado, una fonte costante di cibo. Gohan gli recide più volte pezzi di coda per nutrirsi, dando vita a una dinamica quasi surreale, tipica del tono a metà tra epico e grottesco della serie.
Anni dopo, in Dragon Ball Super, durante la preparazione al Torneo del Potere, la serie decide di richiamare quel passato in modo sorprendentemente preciso. Gohan e Piccolo tornano ad allenarsi insieme e, in una scena che può sembrare puramente decorativa, ricompare proprio quel dinosauro. Non si tratta di un semplice animale qualsiasi: ha lo stesso modello, la stessa fisionomia e soprattutto la coda accorciata, segno inequivocabile degli incontri con Gohan da bambino. È un dettaglio minuscolo, che non viene sottolineato né spiegato, ma che dimostra una cura rara per la continuità interna del mondo narrativo.
Questo tipo di scelta racconta molto del modo in cui Dragon Ball costruisce il proprio immaginario. Anche quando la storia è ormai proiettata verso livelli di potenza cosmici e scontri che mettono in gioco l’esistenza di interi universi, la serie non dimentica le sue origini più semplici e quasi fiabesche. Il ritorno del dinosauro non serve alla trama, ma rafforza il senso di un mondo coerente, che evolve ma conserva le cicatrici del passato.
È proprio per questo che certi “segreti” di Dragon Ball funzionano così bene: non sono rivelazioni clamorose, ma piccoli premi per chi decide di riguardare la serie con occhi nuovi. E solo con un rewatch ci si accorge che, anche nei momenti più apparentemente marginali, Toriyama aveva già costruito un universo capace di ricordare se stesso.
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Fonte: CBR
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