Un frammento cruciale della storia dell’informatica è riemerso dagli archivi della University of Utah: un nastro magnetico contenente l’unica copia conosciuta di Unix v4, datato 1973 e perfettamente leggibile nonostante i suoi oltre 50 anni di età. Si tratta della prima versione del sistema operativo che vide sia il kernel che le utility principali completamente riscritti in linguaggio C, segnando una svolta epocale nello sviluppo del software e gettando le fondamenta dell’informatica moderna come la conosciamo oggi.

La School of Computing dell’università dello Utah ha affidato il delicato processo di recupero ad Al Kossow, archivista del progetto Bitsavers, che ha utilizzato un approccio sofisticato per estrarre i dati dal supporto a nove tracce prodotto da 3M. Il metodo impiegato ha previsto la cattura diretta del segnale dall’amplificatore di lettura della testina magnetica, processato attraverso un convertitore analogico-digitale multicanale ad alta velocità. I dati grezzi sono stati riversati in oltre 100 GB di RAM, dove un programma di analisi sviluppato da Len Shustek ha ricostruito il contenuto originale del nastro.

La procedura, sebbene tecnicamente complessa, si è rivelata relativamente lineare rispetto ad altri recuperi di supporti magnetici di questa era. Kossow stesso ha definito le probabilità di successo “piuttosto buone” fin dall’inizio, merito delle condizioni di conservazione relativamente favorevoli e della qualità costruttiva dei nastri 3M dell’epoca. L’uso di buffer RAM così capiente ha permesso di acquisire l’intera immagine grezza del nastro in un’unica sessione, minimizzando lo stress meccanico sul supporto e riducendo il rischio di deterioramento durante letture multiple.

Unix v4 segna il passaggio definitivo al linguaggio C per l’intero sistema operativo, una scelta architetturale che avrebbe definito decenni di sviluppo software

L’importanza storica di Unix v4 nel panorama informatico non può essere sottovalutata. Questa versione rappresenta il momento in cui Ken Thompson e Dennis Ritchie completarono la riscrittura del sistema operativo nel linguaggio C, appena sviluppato da Ritchie stesso presso i Bell Labs. Prima di questa iterazione, porzioni significative del codice erano ancora scritte in assembly, limitando drasticamente la portabilità del sistema su architetture hardware diverse. La transizione completa a C trasformò Unix in un sistema operativo teoricamente indipendente dalla piattaforma, aprendo la strada alla sua diffusione su minicomputer e workstation di diversi produttori.

Per gli appassionati di archeologia informatica e i sistemisti Unix, questo recupero offre l’opportunità di studiare il codice sorgente originale e comprendere le scelte progettuali che hanno influenzato generazioni successive di sistemi operativi. Da Unix derivano direttamente BSD, Linux, macOS e innumerevoli implementazioni commerciali che alimentano l’infrastruttura digitale globale. Esaminare la struttura del kernel e delle utility di sistema nella loro forma primitiva permette di tracciare l’evoluzione di concetti fondamentali come la gestione dei processi, il filesystem gerarchico e la filosofia delle piccole utility componibili attraverso pipe.

Il progetto Bitsavers, coordinato da Kossow, si dedica da anni alla preservazione di documentazione tecnica, software e supporti magnetici storici che rischiano di andare perduti per sempre. L’iniziativa si rivela particolarmente critica per materiali degli anni ’60 e ’70, quando i supporti magnetici standard includevano nastri a bobina aperta particolarmente vulnerabili al deterioramento magnetico e meccanico.