A Trento le acque sono agitate dopo la sconfitta di domenica a Reggio Emilia (77-68). L’Aquila, che resta in zona playoff e ha quattro punti di margine sulla zona rossa, paga l’altalena di risultati in una stagione di profondo rinnovo dopo gli addii di Ellis, Niang e Galbiati: la tifoseria, evidentemente, qualcosa non ha apprezzato, la dirigenza per ora ha fatto quadrato intorno a Cancellieri. Eppure la posizione in classifica consente ancora di puntare alla qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia, con una squadra dall’età media giovane e una EuroCup ben superiore agli anni scorsi.
La conferma del clima arriva da quanto accaduto al PalaBigi: dopo la sirena finale, alcuni sostenitori trentini hanno contestato in modo acceso il coach Massimo Cancellieri, con un confronto a caldo che ha richiesto l’intervento del presidente Luigi Longhi e del ds Rudy Gaddo. Longhi ha parlato così: “non si è capito cosa imputavano i tifosi al coach, ma sono inaccettabili gli insulti a qualsiasi membro della società, dal presidente al magazziniere… Nel Dna della nostra società c’è prima di tutto il rispetto delle persone”. Ha anche ricordato il ciclo di vittorie, il cammino europeo e la classifica, chiudendo amaramente: “Cosa si vuole di più?”, colpito da una contestazione definita del tutto inaspettata.
Sul campo, la sconfitta brucia perché arriva contro l’ultima in classifica, reduce da otto ko consecutivi. È vero che Reggio Emilia ha roster e budget da zona più alta, ma Trento è scesa in campo con poca determinazione e parecchi protagonisti sono apparsi in riserva.
E poi ci sono anche altri dati. L’azzeccata mossa DJ Steward, il rendimento crescente di Khalif Battle o Andrej Jakimovski, i primi minuti degni di nota dei prospetti Patrick Hassan e Cheickh Niang.
Il punto, ora, è il contesto: contestare l’allenatore per come gestisce i giocatori viene definito un gesto fuori scala, perché l’Aquila è in corsa in EuroCup (6-5) e in LBA resta in corsa per la Final Eight, oltre il minimo sindacale. Però anche alcune dichiarazioni del coach raccontano di una tensione. In campionato il record è 5-7, forse sotto le aspettative, con sei ko nelle ultime otto gare: dati che alimentano l’umore della piazza. Sabato, nell’anticipo della 13ª giornata, Trento ospita Udine: un altro snodo in un momento in cui la squadra deve ritrovare solidità, e l’ambiente deve scegliere se stringersi attorno al lavoro o continuare a guardare alle ombre.