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Alla fine vince l’Olympiacos. Non basta il grande cuore alla Virtus Bologna per avere ragione della corazzata greca, che trova la fuga vincente tra secondo e terzo quarto, chiudendo sul +17 la penultima sirena prima della rimonta bianco-nera arenatasi sul -1. La formazione di Ivanovic può certamente recriminare per quel terzo quarto che ha dato la fuga ai reds, ma si porta a casa la reazione importante e la consapevolezza di potersela giocare contro chiunque alla Segafredo Arena, anche se quest’ultima non può essere certo una novità. Quello di oggi è il secondo ko consecutivo in coppa.

Partita ad alto punteggio quella della Segafredo Arena, con 9 giocatori in doppia cifra. La Virtus Bologna ne ha 17 da Vildoza, 15 da un ottimo Morgan, 14 da Edwards e 12 da Diouf. Cinque in doppia cifra per l’Olympiacos, che ne ha 23 da Dorsey, 21 da un Fournier da 7/10 dall’arco, 16 da Vezenkov e 13 a testa da Peters e Milutinov (che ci aggiunge anche 9 rimbalzi e 5 assist alla sua ottima partita). Con questo successo i reds arrivano a quota 20 punti nonostante una partita da recuperare, mentre i bianco-neri restano a quota 16 punti. Finisce 94-97.

Le chiavi di Virtus Bologna-Olympiacos

35-54 nei quarti centrali. La prima vera e propria chiave del successo dell’Olympiacos sul campo della Virtus Bologna sta qui, nel parzialone incassato dalle V-Nere tra secondo e terzo quarto. I reds hanno trovato la prima fuga buona grazie alle giocate di Fournier ed ai 15 tiri liberi tirati in un secondo quarto da 16-27, che ha portato al vantaggio sul +9 dell’intervallo lungo. In tal senso la formazione di Bartzokas ha avuto il merito di guadagnare tanti falli con estrema furbizia, sfruttando anche la poca attenzione delle V-Nere.

Nel secondo tempo è toccato nuovamente a Dorsey, oltre che a Milutinov: la difesa della squadra di Ivanovic è stata ben poco coesa ed aggressiva, cosa che ha permesso agli ospiti di volare sul +17 (60-77 al 30′ e partita indirizzata definitivamente). Fisicità, giocate codificate, difesa di alto livello e la grande capacità di lucrare soluzioni a cronometro fermo: la svolta arriva qui, su una qualità devastante della truppa di Bartzokas, che è certamente indietro in classifica (settima a due vittorie dalla seconda, con una gara da recuperare) ma ha intenzione di recuperare il terreno perso.

Negli ultimi 10′ c’è tutto quello che la Virtus Bologna ha dimostrato in questo torneo: cuore, carattere, coraggio, energia e voglia di giocarsela. Le giocate di Morgan e Vildoza incendiano la Segafredo Arena, entrata in partita e fattore nelle sfide interne delle V-Nere: la panchina di Edwards (in felpa ed inutilizzabile per la distorsione alla caviglia rimediata nel primo tempo, dopo aver provato a giocarci sopra) è un dettaglio che rende altro merito alla squadra di Ivanovic, che ha in Hackett, Diouf e Niang altri interpreti di carattere. Alla fine è Fournier a congelare la sfida con la settima tripla, quella che taglia le gambe.

COACH BARTZOKAS DURANTE UN TIME-OUT