Faide, vendette e intimidazioni. Colpo alla mafia cinese in provincia di Roma e nel resto di Italia. Tredici gli arresti effettuati dalla polizia, 31 le persone denunciate. Nel territorio della Capitale sono state due le persone finite in manette e altrettante quelle denunciate. A Roma, nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati 550 grammi di shaboo. Settantacinque gli esercizi controllati e quindici le sanzioni amministrative per oltre 18mila euro.

Shanghai Capitale. I nomi dei boss e gli affari della mala cinese a RomaLa mafia cinese a Roma

Le indagini, coordinate dallo Sco (Servizio centrale operativo) della polizia, hanno ricostruito la presenza di gruppi criminali – di norma provenienti dalla stessa zona o città della Repubblica popolare cinese – sia in contatto tra di loro che autonomi. Organizzazioni appartenenti perlopiù allo stesso nucleo familiare che agiscono, quasi esclusivamente, contro loro connazionali. Faide e vendette, con l’intimidazione e la violenza quale strumento utilizzato dagli indagati per il raggiungimento degli obiettivi criminali, in un clima di omertà per il predominio del territorio anche attraverso l’utilizzo di vere e proprie falangi armate. E chi sgarrava pagava, anche con la vita. 

Droga e prostituzione made in China, presa una banda: 35 arrestiIl riciclaggio hawala 

Tra le attività illecite associate alla criminalità cinese è stata accertata anche la cosiddetta hawala, ossia l’esercizio abusivo e clandestino dell’attività bancaria in grado di consentire il trasferimento in nero di ingenti somme di denaro da un continente all’altro. Un sistema, questo, spesso utilizzato dalle organizzazioni criminali – anche diverse da quelle cinesi – come mezzo di pagamento nell’ambito dei traffici criminali (come quello degli stupefacenti o dei migranti) nonché per il riciclaggio di denaro. In tal senso, è emerso nel tempo un passo in avanti della mala cinese, in particolare per quanto concerne il riciclaggio, in particolar modo quello del denaro sporco delle sostanze stupefacenti. Con la lente di ingrandimento, in questo caso, che è stata posta nel quartiere dell’Esquilino, tra via Filippo Turati e via Napoleone III. A quanto pare, da qui sono partiti i soldi migliaia di euro. Soldi messi in cascina dal narcotraffico e poi spostati, con i broker cinesi lì pronti a prendersi la “stecca”, la percentuale con la tecnica del “denaro volante” (qui spiegato). Ossia senza toccare minimamente le somme.

La tecnica del denaro volante di “Luca il cinese”: così riciclava il denaro dei Narcos di RomaGli arresti

Nel corso dell’operazione (oltre alla squadra mobile di Roma) sono state interessate anche le città di Ancona, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Cosenza, Firenze, Forlì Cesena, Genova, Latina, Mantova, Milano, Padova, Parma, Perugia, Pistoia, Prato, Reggio Emilia, Siena, Treviso, Udine, Verona e Vicenza. Complessivamente sono state arrestate 13 persone (una per spaccio di stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale e porto di strumenti atti a offendere, due per sfruttamento della prostituzione, uno è risultato ricercato per rapina aggravata, due per furto, tre arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, tre erano ricercati per cumulo pene, uno per tentata estorsione). Sono state poi denunciate 31 persone e sono stati identificati 1942 soggetti. Controllati 305 esercizi commerciali, due dei quali sono stati sequestrati. Inoltre, le ispezioni hanno riguardato 248 veicoli. Sono state elevate sanzioni per oltre 73mila euro. E sono stati sequestrati 22.825 euro.

Cos’è la “guerra delle grucce” approdata a Roma con il duplice omicidio del PignetoLa guerra delle grucce a Roma

Mafia cinese presente anche Roma – come ricordato in questo articolo di Dossier – dove il 14 aprile ci fu il duplice omicidio di Gong Xiaogqing e Dayong Zhang. Con quest’ultimo ritenuto luogotenente del boss Naizhong Zhang. Secondo quanto emerso dall’inchiesta “China Trank”, era referente di Naizhong nell’ambito della gestione delle bische clandestine nella Capitale. Da tre anni si era rifugiato per scampare alla cosiddetta guerra delle grucce. Lui e la compagna vennero uccisi in via Prenestina. Un duplice omicidio in relazione al quale sono ancora in corso le indagini.