La guerra nell’epoca dei satelliti e della open Ai ha pochissimi segreti, ormai, e dunque bisognerebbe almeno capire in tempo le minacce. Come era chiaro, dagli spostamenti di truppe russe osservati dalle foto satellitari nel gennaio 2022, che Putin non si stava ritirando affatto, anzi, stava per aggredire l’Ucraina, così ora almeno qualche dubbio sulle sue intenzioni bellicose verso l’Europa dovrebbe venire. Due ricercatori americani – Jeffrey Lewis del Middlebury Institute of International Studies, in California, e Decker Eveleth dell’organizzazione di ricerca e analisi CNA in Virginia – usando immagini dal satellite di Planet Labs hanno ricostruito con certezza quasi assoluta (90%) che i lanciatori mobili dei missili Oreshnik sarebbero già dislocati presso l’ex base aerea bielorussa vicino a Krichev, circa 307 km a est della capitale bielorussa Minsk e 478 km a sud-ovest di Mosca.

I missili Oreshnik sono tecnicamente missili ipersonici a medio raggio, con una gittata stimata fino a 5.500 km. Putin li testò in Ucraina nel novembre 2024 e sostiene che siano non intercettabili perché volano a oltre Mach 10 di velocità. Bisogna però tenere conto della propaganda putiniana, e di quanto sia forte in questo settore, lo si capisce dai tanti fallimenti di lanci di prova di missili ipersonici russi: i fallimenti nei test del Sarmat (ad esempio l’incidente del dicembre 2025 secondo Ars Technica), del missile Burevestnik (una dozzina di test falliti, secondo il Bulletin of Atomic Scientists) e potenziali problemi appunto anche dell’Oreshnik (segnalazioni ripetute sul fallimento di un nuovo lancio nel novembre 2025). Nondimeno le stime FAS/SIPRI del 2025 ritengono che la Russia abbia davvero circa 1.700-1.718 testate nucleari dispiegate. Qualcosa che dovrebbe colpire anche i pacifisti europei in marcia permanente contro l’Unione europea e i governi europei, ma non contro la Russia. Nonostante gravi incertezza sulla modernità e l’effettivo funzionamento dei sistemi di lancio russi.

Ciò che dovrebbe preoccuparci di più, come europei, è che anche Zelensky prende sul serio questo dispiegamento in Bielorussia: pochi giorni fa il presidente ucraino ha affermato che il trasferimento di Oreshnik in Bielorussia stava per concludersi e che le sedi erano state condivise da Kyiv con i partner. E si è chiesto perché gli alleati occidentali che premono così tanto sull’Ucraina per la pace non facciano altrettanto pressione sulla Russia affinché non dispieghi missili vicino alla Polonia. Trump peraltro ha appena tolto le sanzioni alla Bielorussia, complice di Putin.

L’intelligence di Kyiv ha poi osservato che i russi stanno cercando di aggirare le posizioni difensive di intercettazione ucraine proprio attraverso il territorio della Bielorussia, e che antenne e altre apparecchiature sono posizionate sui tetti dei normali palazzi di cinque piani in Bielorussia e aiutano a guidare gli Shahed (i droni russo-iraniani) verso obiettivi nelle regioni occidentali dell’Ucraina. Il che tra l’altro pone un grave problema di sicurezza nazionale anche alla Polonia.

Nel frattempo lo spionaggio militare di Kyiv ha trovato legami crescenti tra la Russia ed entità in Cina che potrebbero fornire dati di intelligence basati sulla space imagery. In questo caso sono state addirittura riscontrate correlazioni tra le immagini satellitari cinesi del territorio ucraino e gli attacchi russi sulle corrispondenti infrastrutture energetiche.

E mentre Trump agevola tutto questo togliendo le sanzioni a Lukashenko, l’Europa dorme i sonni dell’incoscienza, mentre la Russia abbaia alle porte dell’Unione.