Il nuovo dt deciderà se confermare il tecnico o cambiare ancora, niente è da escludere. I problemi da risolvere per trovare un eventuale candidato sono il contratto di Pioli esonerato e la posizione in classifica


G.B. Olivero

Giornalista

28 dicembre – 00:25 – MILANO

La riedizione calcistica del Giorno della Marmotta ha i colori viola e le facce spaurite di un gruppo di giocatori che ogni volta sono convinti di essere al punto di svolta e poche ore dopo si ritrovano sempre ultimi. Fateci caso, quante volte avete sentito che con una vittoria il campionato della Fiorentina sarebbe potuto cambiare? E quante volte la partita sembra in bilico e poi finisce nelle mani degli avversari? E quante volte ci si chiede cosa succederà, se i viola andranno in ritiro e se ci sarà l’esonero dell’allenatore? Praticamente sempre. Quasi ogni settimana la stessa storia. Il successo contro l’Udinese poteva segnare l’inversione di tendenza e invece no: la trasferta di Parma ha fatto ripiombare società, squadra e tifoseria nella tristezza più cupa.

vanoli—  

Dopo la sconfitta non sono state prese decisioni drastiche, al di là del proseguimento del silenzio stampa (che non sarebbe stato interrotto nemmeno in caso di vittoria al Tardini): oggi i giocatori riposano, non è previsto un altro ritiro, da domani allenamenti per tutta la settimana al Viola Park e nessun cambio di guida tecnica. Fino alla sfida di domenica al Franchi contro la Cremonese Paolo Vanoli resta l’allenatore della Fiorentina. Poi si vedrà. E dipenderà da Fabio Paratici, che a breve diventerà il direttore dell’area tecnica. Anche se al Viola Park si sottolineano le responsabilità dei giocatori, la posizione di Vanoli non è salda. Lo dicono i risultati, che inchiodano lui come avevano inchiodato Pioli (0,71 la media punti del subentrato, 0,40 quella di Stefano); lo dicono alcuni errori (ieri incomprensibile l’inserimento di Fortini all’intervallo); lo dicono le difficoltà caratteriali di una squadra che continua a giocare con paura e che si affloscia al primo episodio negativo.

le candidature—  

Paratici si troverà subito davanti a un bivio. Da una parte ci sarà la conferma di Vanoli o la sostituzione con un traghettatore a presa rapida: uno come Beppe Iachini, per fare un esempio. Un tecnico con il quale raggiungere la salvezza per poi rimandare alla prossima estate l’inizio di un nuovo progetto. Dall’altra parte c’è una scelta netta, radicale, magari complicata per il momento ma anche affascinante: ossia l’individuazione di un allenatore dal profilo alto, con il quale costruire fin da subito la Viola del futuro senza però perdere nemmeno un giorno nella rincorsa della salvezza. In questo caso i problemi sono due: uno di natura economica (sul bilancio del club pesa già l’oneroso triennale concesso a Pioli), uno legato alla classifica (non è semplice trovare un tecnico pronto a sobbarcarsi la situazione attuale). Possibile, quindi, che Paratici provi innanzitutto a sondare la disponibilità di Pioli che, nel caso non volesse tornare, dovrebbe per forza di cose accettare una risoluzione che consentirebbe alla società di contenere le perdite. Tra i nomi plausibili ci sono quelli di Paulo Sousa (già tecnico viola dal 2015 al 2017, temprato alla lotta per la salvezza dall’esperienza nella Salernitana nel 2023, attualmente alla guida dello Shabab Al-Ahli, club di Dubai) e di Thiago Motta (ancora sotto contratto con la Juve). Non sarà facile per Paratici individuare l’uomo giusto. E, soprattutto, convincerlo ad accettare.