Svolta nell’inchiesta sul ferimento del baby calciatore Bruno Petrone nel quartiere Chiaia a Napoli: sabato pomeriggio un 15enne si è consegnato ai carabinieri ammettendo di essere l’accoltellatore dell’18enne, mentre un 17enne si è presentato in caserma sostenendo di far parte del gruppo aggressore.
Le confessioni
Il 15enne, accompagnato da un avvocato di fiducia, si è presentato negli uffici della questura di Napoli in via Medina: «Sono io l’accoltellatore del 18enne». Negli stessi momenti, alla caserma Pastrengo, il 17enne ha confermato il suo coinvolgimento nell’aggressione avvenuta in via Bisignano. Il magistrato della Procura per i Minori, guidata da Patrizia Imperato, è sul posto per ascoltare i due indagati e chiarire la dinamica dei fatti.
L’aggressione
Intorno all’1 di notte, tra i vicoli dei baretti di Chiaia, Petrone è stato affiancato da due scooter e colpito con due fendenti: uno al ventre e uno al fianco sinistro.
I carabinieri parlano di una spedizione punitiva senza rissa pregressa, con video delle telecamere della zona sotto esame per ricostruire il movente ancora ignoto.
Chi è Bruno Petrone
Il 18enne, incensurato e studente, milita come centrocampista dinamico nell’Unione Sportiva Angri, girone B di Eccellenza. Con il Sorrento ha esordito in Serie C, dichiarando in un video: «Sono molto contento di questo esordio. Spero che sia solo un punto d’inizio». Ricoverato all’ospedale San Paolo, ha subito l’asportazione della milza e resta in condizioni gravi ma stabili, con i medici cautamente ottimisti.
L’Angri valuta l’annullamento dell’allenamento congiunto con il Santa Maria la Carità, già cancellato su richiesta del club campano. La nota social del Santa Maria recita: «Con profondo rispetto e sgomento, assecondiamo la volontà dell’Us Angri. Ne condividiamo l’angoscia per Bruno Petrone. Forza Bruno!». La società salernitana potrebbe chiedere anche il rinvio della gara del 3 gennaio contro il Castelpoto.
Ultimo aggiornamento: sabato 27 dicembre 2025, 19:30
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