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Valentina Baldiserri e Ilaria Sacchettoni
Entrata nella casa famiglia di Vasto, la bimba più piccola era stata sottoposta a una visita completa, durante la quale le era stata diagnosticata una «bronchite con spasmi»
Ci sono diversi «no» che rischiano di far saltare l’equilibrio fra i Trevallion e gli assistenti sociali. L’ultimo è quello espresso dalla tutor Maria Luisa Palladino a una nuova visita pediatrica sulla gemellina di sei anni. Una decisione recente, presa poco prima di Natale che, da parere tecnico, assume, agli occhi della difesa, sembianze dispotiche o, peggio, strumentali.
Prima, però, un passo indietro. Entrata nella casa famiglia di Vasto, la bimba viene sottoposta a una visita completa, durante la quale le viene diagnosticata una «bronchite con spasmi» piuttosto insidiosa. Catherine Trevallion, la madre, appare subito disorientata. Possibile non se ne fosse accorta? Il sospetto di una patologia trascurata dai genitori si fa immediatamente strada.
I giudici del Tribunale per i Minori dell’Aquila valorizzeranno il dato nel loro provvedimento (depositato la scorsa settimana) scrivendo testualmente: «Gli indizi che si ricavano dalla condotta tenuta dai genitori nelle interlocuzioni con l’autorità sanitaria e sociosanitaria e nell’ambito di questo procedimento parrebbero deporre in favore di una notevole rigidità dipendente dai valori ai quali (i genitori, ndr) conformano le loro scelte di vita…». E ancora, più avanti: «(Si è reso necessario, ndr) insistere perché la madre abbattesse la sua contrarietà necessaria a trattare la seria bronchite con broncospasmo da cui era affetta la figlia».
Catherine, tuttavia, non è convinta. Riflette. Rielabora. Ferita dalla considerazione dei giudici si affida agli avvocati Marco Femminella e Daniela Solinas per sollecitare una nuova visita pediatrica. L’idea è quella di far venire un professionista di fiducia, si pensa a un pediatra dell’ospedale Santissima Annunziata di Chieti che, in questo modo, possa visitare tutti e tre i bambini e forse ridimensionare il parere precedente. Parte la richiesta di autorizzazione. Arriva, invece, il diniego.
Si tratta di un «no» motivato da una doppia considerazione. Da un lato la visita è ritenuta, per così dire, «superflua» vista la precedente che si è svolta all’ingresso dei bimbi nella casa famiglia. Dall’altro c’è un tema tecnico. La visita del professionista anticiperebbe, in qualche modo, l’approfondimento disposto dai giudici del Tribunale dell’Aquila. Non si può, insomma. E qui si torna all’equilibrio incerto fra la coppia neorurale e gli assistenti sociali.
Il dubbio della difesa Trevallion è che non si sia voluta smentire la narrazione della bronchite trascurata, che insomma abbia prevalso un’impostazione inflessibile e strumentale dell’episodio. Su tutto cala il Natale, una festa negata, anche quella. Con una visita contingentata (due ore e trenta minuti) concessa a Nathan Trevallion.
Intanto a sostegno della famiglia nel bosco si è formato un movimento di migliaia di persone che si dice pronto a organizzare una forma di protesta che durerà fintanto che i tre figli della coppia non torneranno a casa. Dal 17 gennaio un camper si fermerà davanti al casolare di Palmoli e ogni giorno decine di persone si alterneranno per manifestare. Non ha un nome previsto questo movimento, ma ha uno slogan, «I figli non sono dello Stato», e ha anche un portavoce, che si chiama Paolo Lunghi. «Il nostro è un movimento d’opinione che si è formato spontaneamente sui social — spiega Lunghi—. Siamo tantissimi pronti a dare supporto a questa famiglia».
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29 dicembre 2025
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