di
Giuseppe Sarcina

Passi avanti a Mar-a-Lago, ma manca ancora l’accordo: «Restano uno o due nodi». Il presidente americano sente Putin e assicura: «Fa sul serio». Poi loda gli alleati europei

Al termine dell’incontro, Donald Trump e Volodymyr Zelensky dicono di essere d’accordo al 90-95%. Ma mancano all’appello le questioni fondamentali: il destino del Donbass e le garanzie di sicurezza.

La giornata ha messo in luce la dinamica delle trattative.
In questa fase, Vladimir Putin e Zelensky sono impegnati in una sorta di tiro alla fune politico-diplomatico per portare nel proprio campo Donald Trump.



















































Il presidente americano, accogliendo il leader ucraino nel suo resort di Mar-a-Lago, in Florida, è apparso più ben disposto di altre volte, arrivando persino a elogiare apertamente l’ospite: «È un uomo coraggioso».

Poco prima, però, aveva parlato per due ore e mezza Putin. Il Cremlino ha subito cercato di capitalizzare la lunga video chiamata, sostenendo che Mosca e Washington concordano su come risolvere il passaggio chiave del negoziato. 

Se Zelensky vuole la pace, deve prendere una «decisione rapida» sul Donbass, vale a dire deve ordinare al suo esercito di ritirarsi anche dal territorio ancora sotto il suo controllo.

Poco dopo, però, rispondendo ai giornalisti, a fianco di Zelensky, Trump ha detto che «non ci sono scadenze» per la trattativa e lo ha ripetuto anche nella conferenza stampa finale. Evidentemente, Trump ha preso atto che è inutile porre ultimatum, visto che «tutto è molto complesso».

Se questa posizione regge, e il dubbio è obbligatorio quando «The Donald» è in azione, Zelensky avrà ottenuto un primo risultato: trattare senza pressioni opprimenti e, possibilmente, senza che nessuno gli forzi la mano. In altri termini, liberarsi dalla gabbia nella quale lo ha costretto Putin, con la decisiva complicità di Trump.

Tuttavia, il tycoon ha fatto sapere di «aver avuto una buona conversazione con Putin». Per quale motivo? Stando all’interpretazione più quotata tra i diplomatici europei, Trump ritiene di aver individuato il potenziale percorso per avvicinare le due parti.

Il Cremlino vuole tutto il Donbass, ma in cambio sembrerebbe disposto ad accettare le garanzie di sicurezza fornite dagli Stati Uniti e, entro certi limiti, anche dagli europei.

Sull’altro versante, Zelensky non è convinto: forse potrebbe accettare di fare un passo indietro rispetto alla linea del fronte, solo se otterrà un meccanismo di deterrenza davvero credibile.

Ecco perché ieri la delegazione Usa ha insistito su questo aspetto: come proteggere in futuro la sovranità e i nuovi confini dell’Ucraina. Ed è qui che si aggiunge il quarto lato, quello degli europei.

Per una volta, il presidente Usa ha lodato gli alleati del Vecchio continente: «Hanno fatto un lavoro eccezionale». Quale? Studiare a fondo il dispositivo militare per tranquillizzare Zelensky e la popolazione ucraina.

Sono all’esame due soluzioni, che in teoria potrebbero anche sommarsi. Francia e Regno Unito spingono per l’invio di una forza di interposizione, da schierare nelle retrovie ucraine, una volta raggiunto il cessate il fuoco.

 L’altra formula, nata da una proposta italiana, consiste nell’estendere all’Ucraina l’articolo 5 del Trattato Nato: tutti gli alleati corrono in soccorso di un partner aggredito.

Trump, però, immagina per gli Stati Uniti un ruolo più defilato rispetto a quello assegnato agli europei e, in ogni caso, non manderebbe i marines a difendere l’Ucraina. Toccherà agli europei mobilitare gli eserciti.

Per Zelensky, però, questa copertura sarebbe insufficiente. Anche ieri, il presidente ucraino ha provato a sollecitare un maggior coinvolgimento Usa, prospettando vantaggi economici per le imprese americane interessate alla ricostruzione del Paese e allo sfruttamento delle sue risorse minerarie.

 Lo stesso Trump, nelle dichiarazioni ai reporter, ha alluso ai «possibili guadagni» per tutti. Si vedrà presto se il passaggio a Mar-a-Lago avrà un seguito concreto.

Ai primi di gennaio potrebbe tenersi a Washington un altro summit tra Zelensky, Trump e i leader europei. In parallelo continueranno i contatti con Mosca. Il presidente Usa conta di avere una risposta da Putin entro qualche settimana.

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29 dicembre 2025 ( modifica il 29 dicembre 2025 | 07:16)