In sole 48 ore, Checco Zalone ha trascinato al cinema un milione e 700mila italiani facendo schizzare l’incasso totale di Buen Camino alle soglie dei 14 milioni (per la precisione 13.766.122 euro). Dopo la partenza record del giorno di Natale, a Santo Stefano la nuova commedia del comico pugliese, diretta da Gennaro Nunziante, ha totalizzato altri 7.918.273 euro: un record storico che ha mandato in tilt i siti di prenotazione di molte sale. E ora la Zalone-mania, che ha oscurato i film rivali a cominciare da Avatar Fuoco e cenere, non manca di riverberarsi sugli attori che sullo schermo affiancano Zalone. Tra questi spicca Martina Colombari, una vera sorpresa: messi da parte il glamour e l’eleganza appena sfoggiati a Ballando con le stelle, l’attrice appare con lunghi capelli grigi, spessi occhiali da miope, niente trucco e abiti informi. Interpreta il personaggio esilarante dell’ex moglie del nababbo Zalone: quando stava con lui faceva la top model ma oggi, al fianco del nuovo compagno intellettuale palestinese, ha rinnegato il jet set, l’eleganza e ogni forma di vanità per dedicarsi al teatro impegnato.
Che effetto le ha fatto interpretare un personaggio così lontano dalla sua immagine di donna bellissima?
«Mi sono divertita tanto, mi è piaciuto trasformarmi. E pensare che al provino Checco e Nunziante avevano quasi paura di chiedermi di imbruttirmi. Mi hanno domandato se fossi disposta a dimenticare la Martina di oggi».
Nessuna perplessità, da parte sua?
«Macché. Io sono felice di rinunciare alla mia bellezza o di metterla in secondo piano: anche nella commedia teatrale Fiori di acciaio facevo Anna, un personaggio dimesso. Un’attrice bella è condannata a interpretare la fatalona mangiauomini. Ma si tratta di uno stereotipo tutto italiano che mi ha precluso delle opportunità: un regista mi disse che nel ruolo di una cieca non sarei stata credibile».
Com’è finita sul set di ”Buen Camino”?
«Sono stata contattata dal casting director Francesco Vedovati su Instagram, cosa abbastanza inusuale. Vuol dire che i social servono a qualcosa».
E poi, durante le riprese, com’è andata?
«Zalone, che ammiravo già come artista, ha confermato di essere straordinario anche dal punto di vista umano. Ricordo grandi mangiate e bevute, chiacchierate, insomma sul set c’era un clima simpaticissimo».
L’attore le ha dato qualche consiglio?
«Mi ha detto di fregarmene, di lasciar da parte il timore di essere scelta per la mia bellezza. Mi ha consigliato di prenderla con più serenità. E mi ha spinta a partecipare a Ballando per metterni in gioco, fare una nuova esperienza».
Nel film Zalone definisce il suo compagno «l’unico palestinese che ha occupato un territorio, Gaza mia»: secondo lei è una battuta impropria?
«Lui può farla, il coraggio di parlar chiaro rappresenta la sua cifra. Invece in bocca a me quella battuta risulterebbe scorretta… Se lui parla di prostata infiammata fa ridere, un altro sarebbe volgare. Zalone è un comico intelligente e in vari momenti del film dice le cose che la gente pensa».
In quali momenti?
«Quando, vedendo la figlia baciarsi con un’altra ragazza, teme sia diventata lesbica. Un genitore si preoccupa: ho un cugino gay e sua madre, pur avendolo accettato, ha paura che lui possa essere vittima di discriminazioni. Comunque i film di Zalone trasmettono sempre un messaggio positivo».
Quale, nel caso di ”Buen Camino”?
«La certezza che tra genitori e figli possa esserci un rapporto meraviglioso».
A suo parere, come mai il film ha ricevuto anche critiche negative?
«Tutta invidia. Gli italiani non gioiscono del successo altrui. La competizione è fortissima, come ho scoperto a Ballando con le stelle».
Com’è stata quell’esperienza tv?
«Meravigliosa. Il programma mi manca e ricomincerei domani. Intanto mi sono tatuata “Insemprarsi”, il verbo usato da Dante nel Paradiso: significa continuare per sempre».
Si aspettava di vincere al posto di Andrea Delogu?
«No, speravo di durare più puntate possibili per rimanere nella magnifica famiglia di Milly Carlucci».
È soddisfatta della carriera?
«Certo. Ho fatto tante cose belle e prossimamente porterò in tour due commedie, Venerdì 13 e Più vera del vero. Dal 1991, quando a 16 anni vinsi il titolo di Miss Italia a Salsomaggiore, non mi sono mai fermata. Ho continuato a rimboccarmi le maniche e alla fine sono stata premiata».
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