La vita, ma anche le scelte economiche di Brigitte Bardot, scomparsa il 28 dicembre a 91 anni, raccontano una storia di scelte radicali: fama e denaro sono stati trasformati in uno strumento concreto per proteggere gli animali. Le sue proprietà, gran parte dei suoi beni e anche La Madrague, la sua villa simbolo a Saint-Tropez, sono stati destinati alla Fondazione Brigitte Bardot, che oggi rappresenta il principale erede scelto dalla diva.
All’apice della fama, il patrimonio di Brigitte Bardot era stimato intorno ai 65 milioni di dollari (54-55 milioni di euro). Ma l’attrice stessa raccontava: «Dopo aver sperperato la maggior parte dei miei guadagni da star, non avevo più alcun reddito». Così, per finanziare la nascita della Fondazione, nel 1986 organizzò un’asta di oggetti, gioielli e effetti personali, raccogliendo 3 milioni di franchi. In quell’occasione dichiarò: «Non sarei stata in grado di raccogliere da sola una somma simile», aggiungendo di sentirsi «poco legata al denaro». Yves Bigot, suo biografo, spiegò che Bardot si era «spogliata di tutto ciò che le apparteneva, tutto ciò legato alla sua carriera cinematografica e anche a ciò che le era stato donato».
Il patrimonio immobiliare della star ruota attorno a La Madrague, inizialmente sede della Fondazione: per la posizione esclusiva sulla Costa Azzurra e il valore storico, questa proprietà è stimata tra i 25 e i 30 milioni di euro. Nel 1991 Bardot ne donò la nuda proprietà all’ente, «per costituire una dotazione necessaria all’ottenimento dello status di fondazione riconosciuta di pubblica utilità». Christophe Marie, vice-direttore della Fondazione, osservò: «È andata fino in fondo. Ha donato uno dei beni più preziosi per creare una base finanziaria solida per la sua fondazione». La Fondation Brigitte Bardot è sostenuta principalmente dai lasciti della stessa attrice (circa l’89% delle risorse) e gestisce una struttura con circa 100 dipendenti e 500 volontari.
Oltre a La Madrague, Bardot ha donato altre proprietà: la villa di Bazoches-sur-Guyonne, trasformata in rifugio per animali, e una proprietà a Savolles, utilizzata per ospitare animali e locatarie, con affitti mai realmente riscossi, assimilabili a donazioni. L’attrice possedeva anche La Garrigue, una seconda residenza nelle colline di Saint‑Tropez, meno celebre della Madrague ma comunque parte rilevante dell’asset immobiliare, il cui valore complessivo rientra insieme alle altre proprietà secondarie tra circa 8 milioni di dollari/euro in totale, e una villa a Cannes, con vista sull’Estérel, messa in vendita nel 2020, per circa 6 milioni di euro.
Sul piano strettamente successorio, il quadro si fa più complesso. L’unico figlio, Nicolas-Jacques Charrier, ha diritto per legge a una quota minima dell’eredità, perché in Francia i figli sono eredi «forzosi». Questo significa che, anche se Bardot avesse voluto escluderlo dal testamento, il figlio avrebbe diritto ad almeno il 50% del patrimonio residuo.
Tuttavia, dal momento che la struttura degli asset creata dalla diva ha fatto sì che la maggior parte dei beni più preziosi, e soprattutto quelli immobiliari, fossero già anticipati alla Fondazione, pur rimanendo erede legale, Nicolas-Jacques potrebbe non ricevere materialmente le proprietà più iconiche o più redditizie. La strategia di Bardot ha quindi trasformato la Fondazione nel vero «erede economico» della sua vita, mentre al figlio rimane la quota minima garantita dalla legge.