Circa 200 persone hanno partecipato nel pomeriggio di oggi a un presidio davanti al carcere di Genova Marassi in solidarietà con Mohammad Hannoun, leader dei palestinesi in Italia, detenuto con l’accusa di aver finanziato Hamas. L’arresto rientra nell’inchiesta della Dda di Genova che ha portato all’emissione di nove misure cautelari, sei delle quali in carcere.

I movimenti presenti

Alla manifestazione hanno preso parte esponenti di movimenti e sigle dell’area pro Palestina e della sinistra antagonista, tra cui Genova Antifascista, Usb, Si Cobas, Osa, Cambiare Rotta, Udal e Potere al Popolo.

L’intervento del figlio Mahmoud Hannoun

Tra i presenti anche alcuni familiari di Hannoun, tra cui il figlio Mahmoud, anch’egli indagato, che ha preso la parola al megafono. “Oggi – ha detto – è solo la prima tappa di quello che faremo, delle manifestazioni, dei cortei, di tutte le attività che svolgeremo finché mio padre non uscirà da questo carcere. Io continuerò a lottare finché la Palestina non sarà libera dallo stato genocida di Israele e finché mio padre non uscirà da questo carcere dove è ingiustamente incarcerato”.

Le accuse e il ruolo di Israele

Nel suo intervento Mahmoud Hannoun ha fatto riferimento all’origine delle accuse.
“Quello che posso dirvi – continua – è che, senza molto stupore, le accuse sono fatte da Israele. Quindi parlo del ‘fidati di me, sono lo Stato di Israele’. Se volete chiamarloSstato, lo Stato è legittimo, per essere più corretti. Ripeto il mio ringraziamento. Oggi siamo a Genova ma continueremo a Milano, Roma e in varie città. A tutte le realtà presenti dico cortesemente che qua non è questione di destra, sinistra o centro, è una questione di umanità e di giustizia. Perché questa cosa qua può succedere a quello di sinistra e a quello di destra”.

Il messaggio finale ai manifestanti

L’intervento si è concluso con un appello alla partecipazione e alla fiducia nelle persone.
“Non c’è nessuna persona di cui potete fidarvi oggi. Quindi l’unica cosa di cui ci possiamo fidare è l’umanità delle persone. Ci vediamo nella prossima manifestazione con me personalmente. Ringrazio ancora e tanto rimango qua. Grazie mille”.

Cori e striscioni

Il presidio si è svolto in modo pacifico. Durante la manifestazione sono stati scanditi cori contro Israele e contro il governo italiano. Esposto uno striscione con la scritta “Israele ordina e l’Italia esegue”. Bersaglio dei cori anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni con lo slogan “Meloni fascista, sei tu la terrorista”.

La dichiarazione dell’Imam di Genova

Nel corso del presidio è intervenuto anche l’Imam di Genova Salah Hussein, “Confidiamo nella giustizia italiana e non vogliamo entrare nel merito delle indagini ma credo sia abbastanza evidente che ci siano delle criticità nella costruzione dell’inchiesta visto che è partita da informazioni raccolte e inviate da Israele, uno Stato colpevole di genocidio a Gaza. Io voglio pensare che Hannonun è innocente, è un professionista che da quarant’anni si occupa di solidarietà, e non è uno sprovveduto, sapeva di essere attenzionato e, anche per questo, non avrebbe mai fatto nulla di illegale. Hannoun è un uomo che da anni in Italia si occupa di solidarietà e di aiutare i palestinesi.
L’inchiesta su Hannoun è un attacco al movinento Pro Pal”.