di
Pietro Serina
Superiorità dell’Inter, fino a metà partita i nerazzurri hanno patito e difeso male. Forse Palladino poteva fare di più, se ne farà tesoro le prossime gare con Roma e Bologna saranno meno complicate
Il fato conosce davvero modi incredibili (e tortuosi) per fare giustizia. L’altra sera ha scelto due emblemi della vita atalantina tra loro agli antipodi — Djimsiti, simbolo di applicazione e sacrificio, e Samardzic, incarnazione del talento imprigionato dall’incostanza — per determinare il successo dell’Inter, che sul campo l’aveva ampiamente meritato. Gli errori dei due — Djimsiti ha «regalato» all’Inter la palla dell’1-0, Samardzic a fine partita s’è mangiato un gol più difficile da sbagliare che da segnare — resteranno a lungo nella vulgata del popolo nerazzurro.
Ma di Atalanta-Inter 0-1 sarebbe molto più giusto ricordare la prestazione dei milanesi, nel primo tempo vicina all’eccellenza. Dominio assoluto, non c’è stata partita. Poi, è vero, nella ripresa l’Atalanta ha fatto meglio: è uscita dal guscio non limitandosi più a subire e mostrando il carattere che serviva. I dati finali, però, documentano la superiorità dell’Inter, che ha chiuso davanti in tutto. E l’Atalanta non ha fatto tiri nello specchio della porta avversaria: zero, nessuno. Non succedeva da oltre tre anni (23 ottobre 2022, Atalanta-Lazio 0-2), e dovrebbe bastare questo per accettare con serenità la sconfitta. Non è contro l’Inter vista l’altra sera che l’Atalanta deve fare i punti: finora solo il Paris Saint-Germain in Champions aveva creato tante difficoltà ai nerazzurri. Quindi onore all’Inter. Con l’obbligo, però, di analizzare la prova dei nerazzurri, partendo dalle scelte iniziali.
Il piano partita — ha poi spiegato Palladino — cominciava dalla scelta di giocare più bassi rispetto al solito per non concedere campo alle ripartenze dell’Inter e fare tu quello stesso gioco. La decisione del tecnico non è stata però supportata da un atteggiamento adeguato sul campo. L’Atalanta ha difeso male, ha patito a lungo anche perché mal disposta sul piano tattico, e fino a metà gara è sembrata la vittima sacrificale. Merito degli avversari, certo. Ma forse Palladino poteva fare di più. Per esempio, avrebbe potuto passare alla difesa a quattro, perché il 3-4-1-2 con Pasalic trequartista su Calhanoglu (ma non era più adatto Musah, considerate le caratteristiche e il momento?) ha sì portato alla superiorità numerica in difesa, ma poi nello sviluppo del gioco ha lasciato Kolasinac (come contro il Genoa) come uomo in più, e la sua arte non è la costruzione.
Poi Palladino ha scelto questa via nel finale, per cercare il pari: 4-2-3-1 con CDK, Samardzic e Sulemana dietro Scamacca. Ma perché non partire con lo stesso modulo e con CDK, Musah e Zalewski dietro il bomber? Tanto non hai mai tirato in porta. Questo anche per la brutta serata di Scamacca, che non ha offerto un contributo adeguato. Certo, è vero che per caratteristiche non è adatto a giocare sulle ripartenze (ma se scegli questa via, per una volta puoi anche tenerlo fuori), ma è legittimo aspettarsi un approccio diverso. Certo, non hai perso per il modulo, Scamacca o Pasalic. E neppure per gli errori di Djimsiti e Samardzic. Hai perso perché hai meritato di perdere contro un’Inter più forte. Punto. Però se di questi dettagli si farà tesoro per il futuro, già le prossime due gare con Roma e Bologna risulteranno meno complicate. Vedremo.
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30 dicembre 2025
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