di
Piero Di Domenico
Torna al cinema al Modernissimo di Bologna il film cult che che portò sul grande schermo la comicità degli Squallor. In sala per la notte di Capodanno anche il regista Ciro Ippolito: proiezione, poi panettone, brindisi e musica
«Disastrosamente diretto da Ciro Ippolito», in soli 15 giorni come recitano i titoli di coda, Arrapaho è il film che portò sul grande schermo la comicità degli Squallor.
Al film «più brutto della storia» stando allo storico dizionario «Morandini», «una stroncatura che lo ha reso immortale», è affidato il fine anno della Cineteca di Bologna, il 31 dicembre alle ore 22 al Modernissimo, con il regista in sala che preannuncia più di una sorpresa.
Una proiezione di San Silvestro accompagnata da brindisi, panettone e altre sfiziosità per festeggiare l’arrivo del nuovo anno a suon di musica, scelta ancora da Ippolito. Nel 2025 Ippolito ha già presentato il film restaurato durante lo scorso festival «Il Cinema Ritrovato», in attesa del ritorno nelle sale italiane previsto per il maggio prossimo.
Il regista Ciro Ippolito: «Ho dato un volto agli Squallor»
«Detti un volto agli Squallor — ricorda il 74enne regista e produttore napoletano — mettendo in video le loro geniali canzoni. Al primato come film più brutto tengo molto, spero resti imbattuto. Nacque come un’avventura folle, in un’epoca irripetibile, è diventato un cult e ha perfino anticipato il linguaggio del web».
La storia di Arrapaho, un film diventato cult
La bellissima Scella Pezzata, figlia di Palla Pesante, capo tribù dei Cefaloni, è promessa a Cavallo Pazzo, ma è innamorata di Arrapaho, figlio di Mazza Nera, capo tribù degli Arrapaho. Ma anche Luna Caprese della tribù Frocheyenne è innamorato di Arrapaho. Definito anche, da Oreste del Buono, «l’oscenità al grado infantile (rumori compresi)», per il critico stracult Marco Giusti Arrapaho è «un folle western gay-demenzial-musicarello da subito amato dai ragazzacci degli anni Ottanta e poi cresciuto nel culto che giocava apertamente col trash, il basso costo, il cinema alla Monty Python.
Tutto si deve dall’incontro tra Ciro Ippolito, gran nome del cinema popolare, dopo Alien 2 – Sulla Terra e i film di Mario Merola, e il gruppo musicale, allora attivissimo, degli Squallor, formato da Daniele Pace, Toto Savio, Alfredo Cerruti, Giancarlo Bigazzi, veri musicisti e discografici che giocavano col demenziale e avevano pubblicato l’album Arrapaho solo l’anno precedente».
Nessuno aveva mai tentato un’operazione simile e nessun produttore, a cominciare da Goffredo Lombardo della Titanus, che poi produrrà il secondo film degli Squallor con Ciro Ippolito, Uccelli d’Italia, volle coprodurlo o distribuirlo. Il racconto, definito da Ippolito «una sorta di Romeo e Giulietta in salsa pellerossa», è attraversato da parodie di spot dell’epoca e da spezzoni di finta tv come un pre-blob. Celebre anche la frase di lancio «Ciao! Vediti Arrapaho!».
Le altre proiezioni di San Silvestro
A proposito di primo dell’anno in sala, da segnalare anche il «Cinemone di Capodanno» all’Odeon di via Mascarella. Con quattro anteprime esclusive per salutare il nuovo anno, Sentimental Value di Joachim Trier, No other choice di Park Chan Wook, Sirat di Oliver Laxe e Dead’s man wire di Gus Van Sant.
Tutti i film, in originale con sottotitoli, finiranno prima di mezzanotte con ingresso unico a 16 euro. In tempo per brindare e festeggiare il nuovo anno con spumante e panettone. Brindisi anche per il circuito Pop Up al Bristol di via Toscana, con una speciale proiezione di Capodanno, anche in questo caso con spumante e panettone, al termine dell’annunciato film campione di incassi Buen camino con Checco Zalone.
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30 dicembre 2025
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