di
Giampaolo Chavan
La 34 enne è stata investita a Ronco all’Adige nella Bassa Veronese, dopo essere fuggita dalla comunità dove stava scontando la sua pena. Aveva patteggiato 4 anni per aver ucciso papà, figlio di due anni e nonna
La tedesca Angelika Hutter era appena evasa dalla comunità prima di essere investita domenica sulla Provinciale 19 all’altezza di via Saletto a Ronco all’Adige nella Bassa Veronese. È quanto emerge a due giorni dall’incidente della trentaquattrenne tedesca, che due anni fa aveva patteggiato una pena di quattro anni e otto mesi per aver investito e ucciso Marco Antoniello, 47 anni, il figlio Mattia, 2, e la nonna del piccolo Mariagrazia Zuin, 67, il 6 luglio 2023 a Santo Stefano di Cadore nel Bellunese.
La trentaquattrenne stava scontando la pena proprio nella struttura di Ronco che le era stata assegnata dal giudice dopo essere stata in in carcere fino al marzo del 2024. Ora Angelika Hutter versa in gravissimi condizioni nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di borgo Trento a causa delle lesioni riportate nell’impatto con l’auto.
Le riprese delle telecamere e l’incidente
La vicenda ha inizio poco prima della 16 nella struttura “Don Girelli” di Ronco all’Adige che ospita autori di reato e sofferenti di disturbi mentali. Le riprese delle telecamere della comunità hanno ripreso Angelika Hutter mentre si avvicina alla siepe che delimita la proprietà della casa di accoglienza. Si vede poi la trentaquattrenne che si infila tra le piante e scavalca la cancellata, dirigendosi verso la strada “Ronchesana”, un’arteria che collega alcuni paesi della Bassa Veronese. La sua fuga è stata subito rilevata dai responsabili della struttura e, come da protocollo, sono state avvisate immediatamente le Forze dell’ordine. La pronta reazione dei gestori della comunità, però, non è bastata ad impedire l’investimento che «è avvenuto – afferma Giuseppe Ferro direttore della Casa di Don Girelli -dopo dieci minuti dall’allerta lanciata ai carabinieri».
Una volta riacquistata la libertà, la designer tedesca ha raggiunto la Provinciale dove, però, il suo piano di fuga è saltato perché è stata investita da una Volvo 760 c, guidata da un settantasettenne veronese. Sul posto, è subito intervenuta un’auto della Polizia stradale di Legnago che ha svolto i rilievi oltre ad un ambulanza di Verona emergenza che ha trasportato la trentaquattrenne in condizioni gravissime e in stato d’incoscienza all’ospedale di borgo Trento a Verona.
Le indagini
Gli agenti stanno mantenendo il massimo riserbo sulla dinamica dell’investimento e non rilevano nemmeno se è stata travolta mentre attraversava la strada o se è stata “investita” quando si trovava sul ciglio della Provinciale. Non resta che dare spazio alle ipotesi come quella di una corsa veloce della donna con un repentino inserimento sulla strada di grande scorrimento. Forse voleva tornare a Aholming, il suo paese di origine con poco più di duemila anime in Baviera. Non è escluso il gesto volontario anche se nella struttura Don Girelli sembrano storcere un po’ il naso di fronte a questa ipotesi. Hutter, dicono i responsabili, non ha mai manifestato intenti suicidi né desideri di fuga. C’era una certa difficoltà a comunicare con lei perché parlava solo tedesco e qualche parola d’inglese mentre l’italiano lo masticava poco anche se lo stava imparando. Partecipava alle iniziative della struttura e proprio pochi giorni fa era uscita dalla Casa di accoglienza con gli altri ospiti per una visita ai mercatini senza destare alcuna preoccupazione o sospetto di fuga. Non ha mai manifestato disagi e stava seguendo il suo programma di riabilitazione senza particolari contraccolpi.
Il patteggiamento e il risarcimento
Angelika Hutter, difesa da Giuseppe Triolo, aveva patteggiato quattro anni e otto mesi di carcere l’otto ottobre 2024 davanti al gup Elisabetta Scalozzi di Belluno. Il patteggiamento era stato reso possibile anche perchè nel frattempo i famigliari delle tre vittime erano state risarcite dalla compagnia assicurativa. Ieri, però, non hanno voluto parlare dopo l’incidente accaduto alla Hutter nel Veronese. «Come si può commentare una vicenda del genere? – si chiede l’avvocato Alberto Berardi che ha assistito i famigliari durante la fase dell’inchiesta bellunese – È una tragedia che si aggiunge ad un’altra tragedia». La Hutter non si è mai scusata con la moglie di Marco Antoniello e madre del piccolo Mattia, scrivendo di suo pugno solo una lettera, consegnata al giudice in occasione dell’udienza preliminare davanti al giudice bellunese.
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30 dicembre 2025 ( modifica il 30 dicembre 2025 | 14:02)
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