di
Marco Vigarani

È arrivata la seconda di due dolorose sconfitte, prima con Reggio Emilia poi con Udine. I friulani si impongono e allontanano dalla Dolomiti Energia la possibilità di andare a Torino per provare a difendere la Coppa Italia alla Final Eight

La rinascita dell’Aquila è già finita. Le belle prestazioni e le vittorie della fase successiva alla sosta hanno lasciato spazio a due sconfitte dolorose: prima con Reggio Emilia poi con Udine. I friulani si impongono 75-82 al PalaTrento e allontanano dalla Dolomiti Energia la possibilità di andare a Torino per provare a difendere la Coppa Italia alla Final Eight. Forse è pure meglio così, per staccare definitivamente il cordone ombelicale con quella magica alchimia vissuta lo scorso anno che forse resterà irripetibile. 

L’assenza di Mawugbe

Questa è un’altra Trento, in cui gli statunitensi vanno a corrente alternata e i giovani non sono ancora ovviamente al livello di quelli che erano cresciuti ed esplosi nelle ultime annate. Si può definire un cantiere aperto anche se siamo a fine dicembre e certamente essere costretti da oltre un mese a dovere rinunciare a Mawugbe non fa che accentuare i difetti. Resta però il fatto che la neopromossa Udine ha espugnato il campo bianconero e lo ha fatto senza fare magie, ma agevolata da un’Aquila che ha puntualmente perso il treno con il sorpasso al termine delle varie rimonte che l’avevano portata pure a -1. In una sera in cui il migliore è ancora il centro Bayehe, bisogna riflettere sull’apporto degli esterni americani che dovrebbero essere sempre leader e invece da due partite si nascondono



















































Partita complessa fin da subito

I primi segnali della gara dicono che per l’Aquila c’è da soffrire visto che ogni tiro da tre manca puntualmente il bersaglio ma sembrano non esistere altri giochi e così sull’8-16 la situazione si fa preoccupante. Battle e Bayehe imbastiscono una reazione ma il -3 è solo un fuoco di paglia, spento da Udine che riprende il largo fino al 15-21 della prima pausa con un dato allarmante: 0 assist per Trento. Aldridge cerca di scuotere i compagni ma a metà del secondo quarto c’è già la doppia cifra di vantaggio degli ospiti sul 22-32. Trento sprofonda anche fino al -16 prima che un paio di soluzioni firmate Battle riducano lo scarto fino al 31-45 di metà gara. 

I punti di Bayehe

Nella ripresa l’unico a segnare è Bayehe, il centro. Sono 8 i suoi punti consecutivi. Sul -16 però arriva una scossa d’orgoglio, si accende pure Steward e nel giro di pochi minuti la Dolomiti Energia risale a -6 con la tripla di Hassan del 49-55. Un divario non troppo diverso dal 51-58 dell’ultima pausa e che viene ulteriormente ridotto da una tripla di Jogela e un viaggio in lunetta di Battle: l’Aquila è a contatto. Peccato che sia solo un lampo perché poi la luce si spegne subito ma il timeout chiamato da Cancellieri sulla nuova doppia cifra di svantaggio riaccende il motore: è Steward l’uomo della riscossa che porta Trento al -3 con tre minuti da giocare. Peccato che non si vada oltre il -1 firmato da Jones e Udine abbia la forza fisica e mentale di completare l’opera e prendersi la vittoria. Fra poche ore però si tornerà in campo, ancora in casa ma stavolta per l’Eurocup: martedì arriverà Londra e sarebbe un peccato sprecare l’ottimo percorso recente nel torneo.

Il tabellino

Dolomiti Energia Trentino-Apu Old Wild West Udine 75-82
Parziali: 15-21; 31-45; 51-58
TRENTO: Steward 13, Jones 9, Niang, Jogela 3, Forray, Aldridge 11, Jakimovski 3, Bayehe 18, Hassan 5, Battle 13. Ne: Airhienbuwa, Fall. All: Cancellieri
UDINE: Christon 10, Alibegovic 7, Spencer 8, Mekowulu 8, Da Ros, Bendzius 23, Brewton 4, Dawkins 8, Calzavara 6, Ikangi 8. Ne: Pavan, Mizerniuk. All: Vertemati
Arbitri: Bartoli, Dori, Bartolomeo
Tiri dal campo: Tre 29/77 (9/31 da tre), Udi 30/65 (9/24 da tre)
Tiri liberi: Tre 8/9, Udi 13/17
Rimbalzi: Tre 43, Udi 42
Assist: Tre 13, Udi 15


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27 dicembre 2025 ( modifica il 27 dicembre 2025 | 22:24)