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Redazione Economia

Il fondo di investimento del miliardario di Manchester ha presentato un’offerta di un euro per rilevare il gruppo siderurgico. Intanto, nuovo «no» della procura di Taranto al dissequestro dell’ altoforno 1

L’Ilva si prepara a voltare (di nuovo) pagina e cambiare padrone. Dopo mille giravolte, ora tocca a Michael Flacks. I comitati di sorveglianza di Ilva e di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria hanno infatti indicato ai commissari di procedere in trattativa esclusiva con il fondo di investimento del miliardario di Manchester (che però ha a Miami il cuore delle sue attività finanziarie). Il businessman ha presentato un’offerta di un euro per rilevare il gruppo siderurgico. L’unica altra offerta pervenuta per l’intero perimetro degli impianti del siderurgico era quella del gruppo Bedrock

Quattro mesi per chiudere

I commissari straordinari dell’ex Ilva hanno dunque avviato la trattativa esclusiva con il gruppo Flacks: inizia ora una fase di negoziato diretto, con la proposta del fondo statunitense che potrà anche subire modifiche, a partire dalla quota di partecipazione pubblica, che l’investitore propone del 40%. Nel piano indicato dalla società, inoltre, si parla di 5 miliardi di euro di investimenti e l’occupazione di oltre 8 mila lavoratori. Una volta conclusa la trattativa tra l’azienda e i commissari, la proposta di accordo definitiva sarà sottoposta al governo che deciderà se procedere. L’obiettivo indicato dal ministro delle Imprese Adolfo Urso è di concludere l’assegnazione delle acciaierie – se la trattativa avrà esito favorevole – entro il primo quadrimestre del 2026. 



















































I timori dei sindacati e il no alla riapertura dell’altoforno

Lo scenario allarma comunque i sindacati. «Non lasceremo il destino di 20 mila lavoratori nelle mani di un fondo di investimento. È fondamentale un ruolo centrale dello Stato», ha dichiarato il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. 
Dalla Procura di Taranto è intanto arrivato un nuovo no alla richiesta di dissequestro dell’altoforno 1, fermo dallo scorso maggio dopo un incendio. Da allora l’acciaieria pugliese funziona con un solo altoforno, il 4, con capacità produttive ridotte. La preoccupazione dei sindacati è di conseguenza molto alta, anche perché appare slittato il riavvio dell’altoforno 2, atteso per il 31 dicembre. 
I dipendenti in cigs a Taranto sono attesi salire a 6.000 dal gennaio prossimo su circa 8 mila addetti totali. E un ordine del giorno, approvato alla Camera, prevede l’avvio di programmi di accompagnamento, formazione e riqualificazione professionale. 

Chi è il miliardario britannico che vuole rilanciare l’Ilva

Flacks ha costruito la sua fortuna, dopo aver abbandonato gli studi, rilevando e rilanciando aziende in difficoltà e ha raggiunto nel 2025 un patrimonio personale stimato in 1,68 miliardi di sterline (circa 1,93 miliardi di euro). «Non compro aziende redditizie. Ho comprato edifici fatiscenti e li ho trasformati in oro. È tutto ciò che ho sempre fatto», ha dichiarato l’investitore in una recente intervista a Bloomberg, dove ha definito l’ex Ilva «unica nel suo genere». 
«Non si può arrivare e costruire un’acciaieria di queste dimensioni. E non è possibile importarne una dalla Cina», ha aggiunto l’imprenditore spiegando di non essere preoccupato dalla questione ambientale e di stimare in 5 miliardi di euro il costo complessivo del risanamento. «Vogliamo farla crescere», ha assicurato Flacks. «Abbiamo bisogno di 8.500 persone nel nostro piano industriale». 

L’ambizioso piano industriale (con lo Stato azionista)

La strategia studiata per il complicato rilancio dell’Ilva prevede investimenti per raddoppiare la produzione di acciaio fino a 4 milioni di tonnellate l’anno e una partecipazione pubblica del 40% dello Stato italiano, che il fondo basato a Miami rileverebbe, in futuro, per un importo tra 500 milioni e un miliardo di euro. 
«Il gruppo Flacks – si legge  intanto sulla pagina Linkedin del fondo – ha raggiunto un accordo con il governo italiano per l’acquisizione dell’acciaieria Ilva, il più grande impianto siderurgico integrato d’Europa. Questa acquisizione garantisce il futuro a lungo termine di una piattaforma industriale storica, sostiene circa 8.500 lavoratori qualificati e rafforza le catene di approvvigionamento europee fondamentali per i settori automobilistico, edile e delle infrastrutture. Stiamo investendo fino a 5 miliardi di euro per modernizzare le operazioni, compresi l’elettrificazione e l’ammodernamento dei forni, promuovendo la decarbonizzazione, l’efficienza e la crescita sostenibile. Il governo italiano rimarrà un partner strategico con una quota del 40%, mentre Flacks Group detiene un’opzione per acquisire un ulteriore 40% in futuro, riflettendo la nostra attenzione alla partnership industriale a lungo termine», si legge nel testo. 
«Questa transazione mette al primo posto le persone. Il nostro obiettivo è investire a lungo termine, modernizzare in modo responsabile e garantire un futuro duraturo a questo storico stabilimento siderurgico», dichiara il fondatore e presidente Michael Flacks.

Occupazione  e programmi

Il piano dovrà ora essere illustrato ai sindacati e al governo. La convocazione a Palazzo Chigi non è ancora stata annunciata. «Abbiamo appreso solo dai giornali che la trattativa in via preferenziale e in esclusiva dovrebbe essere avviata con Flacks Group, con anticipazioni su produzione e possibili assunzioni che non ci convincono», ha subito dichiarato il segretario generale della Fiom Cgil di Taranto, Francesco Brigati. 
«Non ci appassioniamo al nome del soggetto che inizierà la trattativa», ha dichiarato il segretario nazionale della Fim Cisl, Valerio D’Alò, chiedendo di «ragionare di piani e non di nomi, di rilancio produttivo, di decarbonizzazione, di occupazione per tutti i lavoratori». 

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30 dicembre 2025 ( modifica il 30 dicembre 2025 | 18:31)