Ogni anno in occasione dei festeggiamenti di fine anno si registrano  lesioni causate dall’uso di petardi e fuochi d’artificio su tutto il  territorio nazionale, che coinvolgono adulti e bambini. In circa il 7% dei casi si tratta di traumi gravi, con conseguenze permanenti come  amputazioni o perdita della vista. 

Secondo i dati delle forze  dell’ordine, lo scorso Capodanno si è registrato il record assoluto di feriti a livello nazionale: oltre 300. 

Durante la notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio, i dati clinici interni del San Camillo Forlanini di Roma indicano in media 5 urgenze gravi ogni anno legate a petardi e fuochi d’artificio. “In quanto hub di  riferimento regionale, la struttura è coinvolta nella gestione dei  casi a maggiore complessità all’interno della rete assistenziale. Le  lesioni più frequenti – ricordano i medici – riguardano le mani, in  particolare dita, pollice, indice e medio, con danni che possono  interessare pelle, tendini, ossa e articolazioni. Nei casi selezionati e quando le condizioni cliniche lo consentono, l’esperienza dell’Uoc  Chirurgia plastica ricostruttiva e chirurgia della mano, supportata  anche da tecniche robotiche avanzate, permette di intervenire con  approcci mininvasivi, nel tentativo di ricostruire quanto più  possibile e restituire funzione all’arto”.

Un pericolo per esseri umani, ma anche per gli animali, sia quelli domestici che per la fauna selvatica (circa l’80%). Gli animali spesso scappano terrorizzati e finiscono sotto alle auto, oppure muoiono di infarto. 

Gli esseri umani percepiscono suoni tra circa 20 Hz (infrasuoni) e 20.000 Hz (ultrasuoni), mentre il cane può udire frequenze fino a circa 60mila Hz e il gatto fino a 70mila Hz. Anche negli animali d’allevamento, come mucche, cavalli e conigli, le esplosioni possono avere effetti gravi: lo spavento intenso può infatti provocare traumi, stress elevato e in casi estremi, persino l’aborto. Molti abbandonano improvvisamente il loro dormitorio invernale (alberi, siepi o tetti) e vagano al buio senza trovare riparo, morendo per il freddo a causa del dispendio energetico improvviso in una stagione caratterizzata da basse temperature e scarsità di cibo.

“Ogni inizio anno i notiziari ci raccontano di ferimenti e incidenti causati dai botti – rileva Eva Alessi, responsabile sostenibilità del Wwf Italia – le sofferenze degli animali difficilmente verranno raccontate ma sono ormai documentate. Basta vedere come reagiscono i nostri animali domestici, terrorizzati, con il cuore impazzito, mentre cercano rifugio sotto letti o tavoli. Ci vuole poco ad immaginare le conseguenze per la fauna selvatica. Per molti la fuga improvvisa si conclude con la morte. Come Wwf chiediamo ai Comuni di emettere con anticipo ordinanze di divieto di botti, petardi e fuochi pirotecnici, vigilando in anticipo per prevenire situazioni di pericolo”.

Ospedali in allerta, tra consigli e video per sensibilizzare

Diversi ospedali hanno redatto decaloghi o addirittura creato video postati sui social per sensibilizzare al pericolo dei petardi. Lo ha fatto ad esempio il Policlinico di Bari che ha scelto di pubblicare immagini molto perturbanti di gravi menomazioni causate appunto dai giochi pirotecnici. Sono stati già due a Bari i gravi incidenti quest’anno entrambi con esiti devastanti come l’amputazione di arti

Nel video si alternano gli inviti dei medici e degli operatori sanitari alle immagini cliniche delle conseguenze provocate dai botti: amputazioni, radiografie, arti ricostruiti e mani private di dita al termine di complessi interventi di chirurgia plastica ricostruttiva. Le immagini sono accompagnate da un messaggio finale netto e inequivocabile: “Il miglior modo per proteggersi è non usarli”.

“È stata una scelta precisa, non con l’intento di urtare la sensibilità dei cittadini, ma di mostrare in modo chiaro e responsabile le conseguenze che lo scoppio di un petardo può provocare. Si tratta di lesioni violente, spesso irreversibili, capaci di lasciare disabilità permanenti” ha detto Danny Sivo, direttore sanitario del Policlinico di Bari. “Per questo l’invito è semplice e diretto: smettiamo far esplodere botti e scegliamo altri modi più sicuri per festeggiare l’arrivo del nuovo anno”, ha aggiunto. 

fuochi d'artificio al Pincio, Roma

fuochi d’artificio al Pincio, Roma (Ansa)

A Firenze un cane morto di infarto in canile

Un cane è morto per lo spavento da botti a Firenze. Ha ceduto il cuore. Lo ha reso noto su Facebook ‘Il Parco degli Animali’, canile rifugio del Comune di Firenze e sede dell’Ufficio per i Diritti degli Animali. Il post riceve centinaia di commenti di dispiacere e di critica a chi fa esplodere petardi vicino alla struttura. Appena ieri la vicesindaca Paola Galgani, illustrando l’ordinanza comunale anti-botti, aveva richiamato anche al rispetto degli animali, che come le persone fragili, restano spaventati.     

“Siamo devastati – scrive il canile su Fb – Nel tardo pomeriggio di domenica sono state esplose nei dintorni del nostro canile delle vere e proprie bombe…il nostro Nero, da sempre, era terrorizzato dai tuoni, dai boati, dagli scoppi…il suo cuore non ha retto allo spavento e lo abbiamo trovato morto nel suo box”. Nero, esemplare di circa 12 anni, è un cane recuperato dalla strada. La sua morte è stata scoperta il lunedì mattina al rientro degli addetti. 

Adesso la struttura, in vista del Capodanno, somministra dei farmaci calmanti ai cani cardiopatici. Il canile, che si trova dietro il carcere di Sollicciano ed è vicino ad abitazioni del borgo di Ugnano, è chiuso agli estranei e non è possibile lanciare dentro i petardi. Il canile ha affisso volantini che invita le persone a non sparare botti vicino al canile.

A Roma sequestrati oltre 500 kg di botti illegali, anche piccola fabbrica in condominio

Nell’ambito del piano straordinario di controlli predisposto in vista delle festività di fine anno, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno sequestrato complessivamente oltre 500 chilogrammi di articoli pirotecnici illegali, impedendone l’immissione sul mercato. Più in particolare, i militari della Compagnia di Pomezia, hanno individuato una società di capitali pometina che poneva in vendita, un’ingente quantità di fuochi pirotecnici in assenza delle prescritte autorizzazioni. In esito alla perquisizione dei locali, sono stati rinvenuti e sequestrati 22.111 articoli pirici detenuti in violazione della vigente normativa in materia di pubblica sicurezza. Il rappresentante legale della società è stato deferito all’Autorità giudiziaria veliterna. L’ingente quantitativo di esplosivi rinvenuto, unitamente alle precarie modalità di custodia e alla collocazione dei depositi in aree densamente abitate, avrebbe potuto determinare gravi rischi per l’incolumità pubblica in caso di deflagrazione accidentale.

In largo Ferruccio Mengaroni i carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca hanno fatto irruzione nell’abitazione di un 51enne marocchino,  pregiudicato. La perquisizione ha svelato uno scenario allarmante:  nascoste in un ambiente umido adiacente alla cucina, sono state  rinvenute otto batterie di tubi da lancio. Il carico, dal peso lordo  di quasi 60 kg (con oltre 5 kg di massa attiva esplodente), era  stipato senza alcuna cautela in un luogo del tutto inidoneo, mettendo a rischio l’incolumità dell’intero condominio. Il materiale,  verosimilmente destinato al mercato nero, è stato sequestrato e  affidato a una ditta specializzata per la custodia giudiziale, mentre  l’uomo è stato denunciato per detenzione illegale e omessa denuncia di materiale esplodente.

A Palermo fabbrica illegale in capannone

Gli agenti della Polizia di Stato, in collaborazione con il Nucleo Artificieri della Questura di Palermo, hanno arrestato un quarantanovenne di Misilmeri che in un immobile rurale, nelle campagne tra i comuni di Misilmeri e Marineo, deteneva un ingente quantitativo di artifizi pirotecnici, del peso complessivo di 2.400 chili. Nel corso delle ultime settimane gli investigatori avevano avviato una minuziosa attività d’indagine nei confronti dell’indagato, sospettato di occuparsi della fabbricazione illecita di artifizi pirotecnici presso un ex opificio di sua proprietà, a Misilmeri. Così, la Procura di Termini Imerese ha delegato il Commissariato di Bagheria di procedere alla perquisizione dell’edificio. 

Gli accertamenti hanno portato al rinvenimento dell’ingente quantitativo di artifizi pirotecnici pronti ad essere illegalmente smerciati al mercato nero in concomitanza delle festività di fine anno. Tutto il materiale sequestrato, debitamente repertato dagli esperti del Nucleo Artificieri–Antisabotaggio della Questura di Palermo, è stato messo a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa di procedere alla distruzione. Il provvedimento di arresto è stato convalidato. 

Pubblicità sui social, 4 tonnellate sequestrate a Messina

I  finanzieri del Comando provinciale di Messina in due diverse operazioni hanno  sottoposto a sequestro oltre 120.000 artifizi pirotecnici per un peso  complessivo di oltre 4 tonnellate, denunciando i giovani che li  detenevano abusivamente e procedendo con l’arresto obbligatorio in  flagranza di reato di una persona residente a Barcellona Pozzo di  Gotto. 

Ad attirare l’attenzione delle Fiamme gialle sono state le  vendite promozionali di fuochi di artificio, pubblicizzate su TikTok e Instagram, tanto da privati cittadini che da strutturate realtà imprenditoriali, anche mediante cartelloni sulle principali vie di  tutta la provincia. Le successive attività di osservazione e  pedinamento hanno condotto i militari del Gruppo di Messina in un  deposito non autorizzato, un vecchio casolare acquistato di recente da un locale esercizio commerciale. All’interno hanno trovato oltre 4.200 chili di materiale esplodente, con all’interno 580 chili di polvere  pirica, detenuti in assenza di licenza di pubblica sicurezza. 

Tutto il materiale rinvenuto è stato sequestrato poiché, pur essendo  etichettato con marcatura ‘CE’, era custodito in una struttura  assolutamente non a norma, con grave rischio per l’incolumità delle  persone e delle strutture vicine.       

In un altro intervento i militari della Compagnia di Barcellona Pozzo  di Gotto hanno individuato e sequestrato 152 artifizi pirotecnici, per un peso complessivo di circa 150 chili, detenuti illegalmente al piano cantinato di un’abitazione privata del centro cittadino. Rinvenute  anche 25 micce per innesco artigianale, 5 centraline e 40 accenditori  elettrici per l’innesco a distanza del materiale pirotecnico, oltre a  pericolosissimi petardi realizzati alla stregua di candelotti,  confezionati artigianalmente e, pertanto, a più elevato potenziale di  pericolo. In quest’ultimo caso la persona che li deteneva è stata  arrestata in flagranza perché il materiale rinvenuto rientra, nella  classificazione degli articoli pirotecnici, tra i fuochi d’artificio  che presentano un rischio potenziale elevato e che sono destinati a  essere usati esclusivamente da persone con conoscenze specialistiche.  La commercializzazione dei botti illegali avrebbe fruttato oltre  200.000 euro.