Prima parte del 19° turno del campionato inglese: i Gunners superano 4-1 la squadra di Birmingham coi gol di Gabriel, Zubimendi, Trossard e Gabriel Jesus. Frenata Blues, il Wolverhampton dà un segnale di vita e stoppa lo United. Tris Newcastle

30 dicembre 2025 (modifica alle 23:48) – LONDRA (ING)

La squadra da battere. L’Arsenal ricorda a tutta la Premier chi sta davanti con una prepotente dimostrazione di forza contro l’Aston Villa, arrivata all’Emirates a portata di aggancio sulla scia di 12 vittorie nelle ultime 13 giornate ma uscita demolita 4-1. “We’re top of the league” cantano gli oltre 60mila tifosi di casa dopo che Gabriel Jesus completa il poker: la prepotenza con cui la squadra di Arteta ha dominato la ripresa, dopo un primo tempo giocato meglio dagli ospiti, ricorda a tutte le pretendenti che l’Arsenal è in testa per rimanerci, per interrompere quel digiuno che dura dal 2004 e dalla stagione degli invincibili.

inarrivabili—  

L’Arsenal della ripresa è lo stesso che fino a inizio dicembre, fino alla sconfitta al Villa Park con la squadra di Emery (resta l’unica dal 31 agosto), dominava la Premier e la Champions. Nelle partite successive a quel ko pareva aver perso l’aura di invincibilità, l’idea di essere inarrivabile per chiunque, in Inghilterra e in Europa. L’ha ritrovata facendo a pezzi nel secondo tempo la squadra più in forma della Premier. E lo ha fatto con le sue armi: i calci d’angolo, da cui al 3’ della ripresa è nato l’1-0 di Gabriel (con questo fanno 17 gol da corner nel 2025, a uno dal record del Manchester United in un anno solare per una squadra di Premier); la classe in mezzo al campo di Martin Ødegaard, che ha messo lo zampino sia sul secondo che sul terzo gol, la capacità di distribuire su più giocatori il peso dell’attacco, con le 4 reti arrivate da quattro marcatori diversi. E la solidità della difesa, dove dopo le occasioni concesse a inizio partita all’Aston Villa (e sbagliate, una anche in modo clamoroso, da Ollie Watkins) hanno giganteggiato i due centrali Gabriel, uscito al 77’ per un risentimento muscolare dopo l’ennesima intuizione su un tiro dello spento Morgan Rogers, e William Saliba, perfetto fino all’errore che al 93’ ha regalato a Watkins il gol della bandiera per i Villans. Nemmeno le assenze, con Declan Rice aggiunta dell’ultimo minuto a un’infermeria che da qualche giorno comprende anche Riccardo Calafiori, sono riuscite a frenare lo strapotere della squadra di Arteta.

rilancio—  

Una vittoria come questa, prepotente e contro una diretta rivale, è un capolavoro che permette all’Arsenal non solo di escludere un’altra pretendente dalla corsa alla Premier (l’Aston Villa ora è a -6) ma anche di ricordare a tutti, a cominciare dal Manchester City (a Capodanno la squadra di Pep Guardiola dovrà vincere sul campo della neopromossa terribile Sunderland per tornare a -2) il livello a cui la squadra di Arteta può arrivare. Pareva sull’orlo di una crisi di nervi dopo la complicata vittoria di sabato col Brighton, con tutti gli infortuni a rendere più complicata la corsa da prima della classe: una vittoria come questa serve a spazzare via i dubbi, a rilanciare le ambizioni di dominio dell’Arsenal. Perché Arteta ha tutto per vincere: la miglior difesa del campionato, un centrocampo stellare in cui Martin Ødegaard sta tornando a illuminare, un attacco capace di assicurare gol anche se il centravanti non la butta dentro.

ridimensionati—  

L’Aston Villa è crollato nella ripresa dopo aver dimostrato nel primo tempo non solo di poter essere all’altezza dell’Arsenal, ma anche di poterlo battere di nuovo. Emery aveva ripetuto sabato a Stamford Bridge di non pensare che i suoi fossero da titolo: questa sconfitta sembra dargli ragione, perché i Gunners sono arrivati ad un livello a cui gli ospiti non si sono nemmeno avvicinati. È il livello delle migliori, il livello delle squadre che vincono i campionati. Quello che l’Arsenal, dopo qualche settimana di passaggi a vuoto, ha ricordato a tutti di poter toccare.

le altre—  

Non solo la straordinaria dimostrazione di forza dell’Arsenal nel primo atto della 19ª di Premier. A Stamford Bridge il Chelsea si fa fermare sul 2-2 dal Bournemouth, in una partita con 28’ fantastici e gli altri 70’ rivedili. Pari giusto nel complesso che lascia la squadra di Maresca a 30 punti e con una sola vittoria nelle ultime 7 partite: le Cherries, con Semenyo promesso sposo del City protagonista con le sue rimesse lunghe che hanno propiziato i due gol, sono in astinenza da 9 turni. Fa rumore anche l’1-1 del Manchester United a Old Trafford con l’ultimissimo Wolverhampton: ai Red Devils non basta il gol di Joshua ZIrkzee, schierato titolare, per evitare la figuraccia contro una squadra che in 19 giornate non ha ancora vinto. Vittorie importanti per Newcastle (3-1 sul Burnley penultimo) e Everton (2-0 a Nottingham), occasione sprecata per il West Ham che si fa raggiungere sul 2-2 dal Brighton e rosicchia solo un punto al Forest, primo a salvarsi se il campionato finisse oggi.