Fabio Giomi sarà reintegrato al lavoro. La sua storia è arrivata alle cronache qualche settimana fa: è il dipendente Pam licenziato a fine ottobre dopo aver fallito il test del carrello. Si tratta di un tentativo di furto simulata, fatta per mettere testate l’attenzione del lavoratore che si trova alla cassa o nelle corsie.

Ora il giudice del lavoro del tribunale civile di Siena ha stabilito che deve essere reintegrato al lavoro e che la catena di supermercati deve risarcire il danno subito e pagare le spese processuali. In una nota ufficiale Pam aveva ribadito la piena legittimità, ma anche l’assoluta necessità dei controlli interni a causa del forte aumento di furti, rapine e fenomeni di microcriminalità. «Le differenze inventariali derivate da ammanchi hanno raggiunto i 30 milioni di euro, un dato in crescita costante». Oltre all’investimento in vigilanza e sistemi antitaccheggio, la catena richiede la massima diligenza anche da parte del personale del punto vendita che dice di formare in questo senso. Pam Panorama ha anche contestato quella che definisce la strumentalizzazione dei fatti riportati dai media e precisato che non c’è stata alcuna riduzione di organico.

Giomi lavorava da più di trent’anni al punto vendita del centro commerciale Porta Siena. Il suo ruolo era quello dei cassiere Nel suo caso l’ispettore aveva nascosto piccoli prodotti in mezzo ad alcune casse di birra e sotto alle confezioni dell’acqua all’interno di un carrello. Il giudice del lavoro del tribunale civile di Siena ha riconosciuto l’illegittimità del licenziamento.

«Questo test del carrello non è stato effettuato solo su di me, ma anche su altri colleghi, e questa sembra essere la strada intrapresa dall’azienda. Una strada che vogliamo fermare, perché io, insieme al sindacato, considero che il test del carrello non sia legittimo» ha detto il lavoratore che ha rifiutato la proposta dell’azienda di ritirare il licenziamento, sostituendolo con dieci giorni di sospensione. «Questo è un bel regalo di Natale, l’anno finisce in bellezza. Spero davvero che le cose vadano nel miglior modo possibile e che tutti possano avere la certezza che questo problema venga risolto nel modo giusto».

La Cgil, che ha portato a Siena rappresentanti sindacali da tutta la Toscana. Il segretario regionale del sindacato, Rossano Rossi, ha spiegato: «Siamo di fronte a un licenziamento che, per come la vedo io, è completamente illegittimo ed è figlio di un inganno, un inganno cercato apposta per licenziare un delegato del nostro sindacato. Licenziare un lavoratore con un inganno, cercato una prima volta senza riuscirci e poi riproposto una seconda volta, è qualcosa di gravissimo. Dove si voglia arrivare con questo metodo non lo sa nessuno». Anche a Livorno due persone sono state licenziate per lo stesso motivo, in provincia di Pisa una lavoratrice è stata sospesa per dieci giorni.