TRENTO. Febbre fino a 40 gradi ma anche spossatezza, tosse, tosse e mal di pancia. L’influenza sta colpendo in queste settimane anche i più piccoli. A confermarcelo è la pediatra Lorena Filippi, vice presidente dell’Ordine dei Medici del Trentino. “Siamo sommersi di casi” spiega a il Dolomiti.
Per quanto riguarda le infezioni respiratorie l’incidenza è aumentata in tutte le fasce di età ma, come di consueto, maggiormente nei bambini sotto i cinque anni, con circa 50 casi per 1.000 assistiti. I numeri sono stati riportati nell’ultimo rapporto della sorveglianza RespiVirNet pubblicato dall’Istituto superiore di sanità nelle scorse ore.
E’ bene ricordare che per età e contesti di vita, basta pensare a nidi, scuole, attività sportive, i più piccoli hanno anche un ruolo rilevante nella circolazione dei virus nella comunità.
La vaccinazione antinfluenzale è una delle misure di prevenzione più efficaci. È stata raccomandata per tutti i bambini, in particolare tra i 6 mesi e i 6 anni di età, e per quelli con condizioni croniche che aumentano il rischio di complicanze. Il vaccino antinfluenzale è sicuro ed efficace e consente di ridurre non solo la gravità della malattia, ma anche la diffusione del virus.
“Sul territorio – spiega la pediatra Filippi – siamo sommersi in questo momento di forme virali con febbre improvvisa che arriva anche a 40 gradi ma ci può essere anche mal di pancia, tosse e mal di gola”.
A fare la differenza , come già detto è il vaccino. “Stiamo vedendo – spiega la pediatra – che nei bambini sottoposti a vaccinazione antifluenzale che comunque si ammalano perché il virus nel corso degli ultimi mesi si è leggermente modificato, hanno un decorso veloce, di circa 3 giorni, e più leggero. Mentre per i bambini non vaccinati ci si trova davanti a forme importanti di febbre che possono durare anche sette giorni e con una forte debilitazione”.
Se negli adulti ci si trova davanti ad un aumento di ricoveri con complicazioni all’apparo respiratorio e numerose polmoniti (QUI L’APPROFONDIMENTO), fortunatamente ad oggi non ci sarebbero situazioni del genere tra i più piccoli nonostante l’attenzione rimanga molto alta.
“Fino alla scorsa settimana – continua la pediatra – avevamo tantissimi casi giornalieri. Ora con la chiusura delle scuole sono leggermente diminuiti ma rimangono ancora molti. Non ci sono particolari complicanze respiratorie ma la tosse catarrosa che disturba soprattutto di notte permane”.
Verso la metà di gennaio è atteso il picco. “Dai risultati dei tamponi – conclude Filippi – siamo difronte all’influenza di tipo A. Alla riapertura delle scuole ci attendiamo la ripresa dell’aumento die contagi e il picco”.