Ascolta la versione audio dell’articolo
In un’intervista rilasciata a Fox News all’indomani del suo incontro con il presidente americano Donald Trump, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha minimizzato le violenze dei coloni in Cisgiordania, affermando che sarebbe «un gruppo di ragazzini» a «fare cose come abbattere alberi e a volte cercare di bruciare una casa», sottolineando quindi di essere impegnato a fare «uno sforzo speciale» per fermare questo fenomeno.
Stando a quanto riportato da diversi media, la Casa Bianca ha espresso preoccupazione per la politica israeliana in Cisgiordania, in particolare per la violenza dei coloni e l’espansione degli insediamenti, chiedendo a Netanyahu di cambiare linea.
«È molto esagerato, si parla di un gruppo di ragazzini, circa settanta, che non provengono dalla Cisgiordania – ha detto Netanyahu rispondendo a una domanda sulla crescente violenza dei coloni che minaccia la stabilità – si tratta di adolescenti che provengono da famiglie distrutte e che fanno cose come abbattere ulivi e a volte cercano di bruciare una casa. Si tratta di vigilantismo. Non posso accettarlo».
Stando agli ultimi dati diffusu dall’Onu, dall’inizio del 2025 sono stati documentati oltre 1.700 attacchi di coloni che hanno causato vittime o danni materiali in più di 270 comunità in Cisgiordania, con «una media di cinque incidenti al giorno».
Il premier israeliano ha quindi contestato «la falsa simmetria tra questi adolescenti e oltre mille tentativi di attacchi terroristici contro i coloni: famiglie, madri che guidano sulle strade con i loro figli», sottolineando: «Sto facendo uno sforzo speciale per fermare questo vigilantismo».
