Per gli architetti, il Molitor non è un edificio come un altro. E non solo perché a progettarlo negli anni ‘30, nel 16° arrondissement di Parigi, furono Le Corbusier e Pierre Jeanneret in persona. Ma anche perché, proprio qui, all’ultimo piano, si trovava l’atelier pittorico del maestro, nell’abitazione in cui visse fino al 1965. Si può allora immaginare la riverenza, in questo contesto quasi sacrale, con cui prende forma un raffinato intervento di restauro e rilettura contemporanea curato da REELL, giovane studio parigino fondato nel 2023 dalle architette Léa Cottreel e Rosalie Robert. I piani inferiori furono al tempo venduti con layout interni liberamente organizzabili dai proprietari, grazie all’allora rivoluzionaria plan libre. L’abitazione in questione originariamente includeva una camera da letto e un soggiorno affacciati sulla strada, uno studio sul cortile e servizi separati. Tuttavia, questa configurazione venne completamente stravolta negli anni ’70.

appartamento di 58 metri quadrati dentro un'architettura di le corbusier e pierre jeanneretpinterest

Mary Gaudin

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L’intervento di RREEL nasce dalla volontà del nuovo proprietario di restituire all’appartamento lo spirito e la qualità del progetto originario. Le architette si sono affidate a una doppia indagine: una ricerca archivistica approfondita e un lavoro quasi archeologico tra le murature, alla scoperta delle tracce corbusiane ancora presenti. “Questi studi hanno rivelato tracce dell’impianto degli anni ’30, rendendo l’appartamento una preziosa testimonianza storica di questo edificio tutelato”, raccontano le architette. Il nuovo progetto lavora per oggetti distinti, che dialogano tra loro e con l’architettura originaria attraverso forme, colori e materiali selezionati con cura. L’intento è quello di restituire l’identità storica, ma anche di inserirvi un vocabolario contemporaneo capace di riecheggiare in modo poetico le intenzioni originarie.

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Tra le collaborazioni che hanno reso possibile l’intervento, spicca quella con Atelier fr/fr, carpentieri d’arte con sede a Parigi, che hanno realizzato diversi elementi su misura in legno. L’interno si distingue ora per l’estrema pulizia funzionale, addolcita però dalle forme sinuose e dai colori generosi delle finiture. In particolare la cucina, con il blocco centrale in rosa terracotta, cattura lo sguardo, anche per la cappa leggera e la luce mobile, una sorta di Arco ante litteram. Forme e colori organici che si ripetono anche nei termosifoni bluette, nella balaustra bucherellata, nel pilastro che emerge dall’intonaco bianco, nello specchio che segue i tubi del riscaldamento e nel separé curvo che definisce lo spazio doccia, lasciando però intravedere la classica applique. Le tipiche finestre in serie lasciano entrare la luce naturale, ricavando inoltre un piccolo spazio studio, discreto ed essenziale. L’attenzione al dettaglio si evince anche dal copri termosifone, in un marmo rosso inaspettato, e nella lampada che illumina la camera da letto posta, con originalità, sopra l’armadio.

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@rreel.archi
@atelierfrfr

Lettermark

Stefano Annovazzi Lodi è un contributor freelance che per Elledecor si occupa principalmente di design e progetti culturali.  Pare che da anni si stia dedicando a un romanzo con cui vincerà il Nobel, nel frattempo ripassa il discorso di accettazione e lavora come story editor per una casa di produzione di Roma.