Dopo la medaglia iridata, Benedetta Pilato condivide la sua battaglia contro l’ovaio policistico: «Parlare apertamente può fare la differenza»
La forza di Benedetta Pilato non è solo nelle sue bracciate, nelle gambe e nelle mani che le hanno regalato la quinta medaglia iridata nei 50 rana. La forza di Benedetta Pilato non è neanche nei record, come quello che aveva stampato quando aveva appena 16 anni. La forza di Benedetta Pilato è in quello che dice, nel modo in cui lo dice. E nel peso delle sue parole.
“Sono contentissima, questo bronzo è la ciliegina su una torta che quest’anno non c’era – ha spiegato la nuotatrice per commentare il suo nuovo successo ai Mondiali di nuoto di Singapore – Adesso ho 20 anni, ho fatto delle esperienze che i miei coetanei forse non faranno mai in tutta la vita. Rifarei tutto, tornassi indietro, anche se è stata un’adolescenza impegnativa. Le difficoltà maggiori? Quelle legate al mio corpo continuano a farmi soffrire come atleta”. Benedetta Pilato ha sempre parlato della sua malattia: l’ovaio policistico, una sindrome invalidante con ciclo mestruale irregolare, che prova forti dolore e perdita delle forze.
“Mi sono detta, perché deve essere un argomento tabù? Da quando ho iniziato a parlarne apertamente, un anno fa, ho capito di poter essere un aiuto – si legge sul Corriere della Sera – ricevo messaggi di ragazze che ne soffrono, alcune però si vergognano a parlarne. Ogni volta mi illudo che tutto si risolva grazie ad una nuova cura ma sono tutti palliativi, la patologia rimane. Nel ciclo e nel pre-ciclo non riesco ad allenarmi come vorrei, faccio fatica”. La sindrome dell’ovaio policistico, nota in ambiente medico con la sigla PCOS (Poly-Cystic Ovary Syndrome) colpisce tra il 5 e il 20% della popolazione femminile in età fertile e può avere pesanti ripercussioni non solo sul fisico ma anche sull’aspetto piscologico: stress, ansia, depressione, immagine di sé, relazioni. Come si legge qui, circa il 34% delle donne con ovaio policistico manifesta depressione, mentre il 45% manifesta ansia.
Per questo parlarne è importante, per questo attraverso la sensibilizzazione e la rottura del tabù è possibile aiutare chi ne soffre. Le parole di Benedetta Pilato sono quindi fortissime. Così come lo erano state quelle dopo il quarto posto alle Olimpiadi di Parigi 2024, in quello che per lei fu “il giorno più bello della mia vita”. Dopo le sue parole, Sergio Mattarella decise di invitare al Quirinale, per la prima volta, anche chi aveva finito la propria gara al quarto posto.
Tutto merito di Benedetta Pilato, una fuoriclasse dentro e fuori la vasca.
Classe 1994, Roma, giornalista pubblicista. In tasca una maturità classica, una laurea magistrale in Filologia Moderna e un Master in Editoria, Giornalismo e Management Culturale all’Università di Roma La Sapienza. Di giorno prof, di notte freelance. Scrivo di calcio e Roma su “Il Catenaccio“, di cultura, ambiente e sport per “Il Nuovo Magazine” e “Stampa Critica“, ho condotto “Super Santos” sulle frequenze di Active Web Radio. In ogni cosa che scrivo provo a essere fedele a un motto: “Andare, guardare, cercare di capire, raccontare”.