Sono mesi che ogni volta che vedo una pubblicità online per giochi che rasentano l’azzardo resto un filo allibito. Non capisco come sia possibile che, su piattaforme frequentate anche da minorenni, vengano pubblicizzati giochi online che si sostiene facciano vincere soldi veri, oltretutto con pubblicità che sono quanto di più ingannevole possibile.
Non avendo mai scaricato questi giochi, non avevo toccato con mano il fenomeno. Ma oggi ne parliamo grazie a una segnalazione ricevuta su BUTAC. Un lettore ci scrive:
ciao amici di Butac giocate mai ai giochi sul telefono? se la risposta è no, vi dico come funziona. i giochi si scaricano gratuitamente dal play store ma tra una partita e l’ altra sei costretto a sorbirti della pubblicità. ebbene la stragrande maggioranza di queste pubblicità sono truffe, peggiori ancora di quelle sponsorizzate su meta. vi allego qualche screenshot.
la lid che regala un camper (o bici elettrica o altro) se partecipi al sondaggi.
il gioco plinko che promette di diventare ricchi e in effetti se la schermata reale del gioco fosse quella proposta dalla pubblicità:
uno ci diventerebbe veramente perchè ogni pallina che cade moltiplica la puntata ma la vera schermata del gioco non è ovviamente questa e invece di diventare ricchi si perde al 100%:
queste pubblicità sono pericolosissime perchè l’utente medio che gioca al telefono nella stragrande maggioranza dei casi è di età molto giovane
Non potremmo essere più d’accordo. Siamo davanti a una pericolosa normalizzazione del gioco d’azzardo, travestito da passatempo digitale.
L’aneddoto dal passato
Quando ero piccolo in Italia le sale slot e le slot machine nei bar non esistevano; ma quando andai in vacanza in Spagna – erano gli anni Ottanta del secolo scorso – rimasi impressionato dal fatto che ovunque c’erano queste macchine mangiasoldi. Papà mi spiegò che era tipico di un Paese in crisi dove la gente, attratta dall’illusione di facili guadagni, non si rendeva conto che a vincere è sempre il banco (il proprietario delle slot, in questo caso). Poi è arrivata anche in Italia, con leggi che hanno spalancato la porta a sale slot e videolottery. E oggi? Non serve nemmeno uscire di casa: basta un click.
Normalizziamo
Si tratta di app che vengono pubblicizzate e recensite anche su testate giornalistiche come la Gazzetta dello Sport, che l’anno scorso ha dedicato proprio ai giochini Plinko un’intera recensione.
Sia chiaro, la legge lo permette, quindi la Gazzetta non fa nulla di errato, e anche noi a volte abbiamo parlato dei casinò online spiegando come evitare di farsi trascinare in quelli truffaldini. Il problema sono appunto i giochi gratuiti, come Plinko, che si pubblicizzano dando l’illusione della vincita facile, e che sponsorizzano i propri contenuti su piattaforme spesso visitate da ragazzi giovani, minorenni, a volte addirittura sotto ai quattordici anni.
Stiamo crescendo una generazione di bambini che credono che “vincere soldi online” sia un’opzione concreta per il futuro, e di adulti, magari disoccupati e in crisi, che quei soldi li spendono veramente – sia per installare questi giochi sia per seguire il richiamo delle pubblicità truffaldine, come appunto quella del camper della Lidl – e cliccano.
Lo so che voi che ci leggete siete meno propensi a cascarci, ma magari avete figli o nipoti che hanno uno smartphone e hanno installato queste app, figli e nipoti che rischiano, anche solo per il fatto di averle installate, di spendere denari credendo di investire in guadagni sicuri, o ancor peggio di trovarsi incastrati dalla ludopatia.
La responsabilità a nostro avviso non è solo di chi crea queste app, ma anche delle piattaforme che ne ospitano e veicolano le pubblicità ingannevoli. Finché non ci sarà un vero controllo in questa giungla dell’azzardo che sono diventati gli store per app online, l’unica vera arma è il continuare a informare, spiegando le cose per come stanno realmente.
Non sono solo giochini, si tratta di sistemi che contribuiscono a normalizzare qualcosa che sarebbe meglio che non venisse normalizzato. Di azzardo qui su BUTAC ne abbiamo già parlato, ed è una piaga che può portare alla rovina, non una app facile da disinstallare, stateci attenti.
In chiusura un piccolo suggerimento: se volete approfondire la materia vi consigliamo il bel libro, di facile comprensione, del nostro amico Federico Benuzzi: La legge del perdente. Una volta che l’avrete letto smetterete di credere di potervi arricchire grazie a questi giochini pericolosi.
maicolengel at butac punto it
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