«Ci sono poche costanti nella vita: la morte, le tasse, e un nuovo film di Hellboy ogni manciata d’anni» ha scritto Forbes. E così, il 6 agosto esce nei cinema italiani L’uomo deforme, la nuova pellicola con protagonista Hellboy, il demone investigatore creato nel 1994 da Mike Mignola e già protagonista di tre adattamenti cinematografici, due dei quali diretti da Guillermo Del Toro fra il 2004 e il 2008 e un reboot del 2019.
Il film arriva solo ora in Italia, a distanza di un anno dall’uscita negli Stati Uniti d’America, dove è stato distribuito direttamente sulle piattaforme di streaming. Oltre al nostro paese, il film è uscito nei cinema di 14 paesi, tra cui Belgio, Regno Unito, Australia, Brasile, Croazia, Giappone e Turchia, tra il 2024 e il 2025. Non un bel biglietto da visita, per un film che non sta convincendo del tutto né gli spettatori né la critica.
A dirigere Hellboy – L’uomo deforme c’è Brian Taylor (co-regista di Crank, Gamer, Ghost Rider – Spirito di vendetta), mentre la sceneggiatura è stata realizzata da Mignola insieme a Christopher Golden, romanziere già partner creativo del fumettista sulla serie Baltimore. Il cast è esiguo e comprende una serie di attori non molto noti, perfino esordienti al cinema, capitanati nel ruolo di Hellboy da Jack Kesy, che è stato protagonista della serie tv The Strain ed è comparso in alcuni film di cassetta come Baywatch e Deadpool 2.
Per la prima volta, un film di Hellboy si ispira in maniera diretta a una storia a fumetti, L’uomo deforme appunto, miniserie pubblicata nel 2008 e disegnata da Richard Corben. Vincitrice di un Eisner Award, la miniserie è abbastanza atipica nel canone di Hellboy perché è ambientata negli Stati Uniti e utilizza il folclore statunitense, che raramente Mignola ha sfruttato nelle sue storie, per raccontare il tema della colpa, della redenzione e del male annidato nel cuore dell’uomo.
Ambientata negli Appalachi negli anni Cinquanta, L’uomo deforme, che Mignola definì «la mia storia preferita» (in maniera abbastanza sorprendente, visto che di rado l’aveva citata tra i suoi fumetti migliori), vede Hellboy accompagnare Tom Ferrell, un uomo tornato nel suo villaggio natale per affrontare i fantasmi del passato. Il viaggio porta Hellboy in una regione infestata da forze malvagie, la più oscura delle quali è l’Uomo Deforme, uno speculatore bellico del Settecento morto impiccato e tornato dall’inferno come diavolo della regione.
Finanziato con 20 milioni di dollari, Hellboy – L’uomo deforme ha incassato finora poco più di un milione di dollari. Il reboot del 2019 era stato realizzato con più del doppio della cifra, mentre Hellboy: The Golden Army con un budget quattro volte tanto.
La critica non ha accolto a braccia aperte il film. Variety ha riassunto la trama scrivendo che i personaggi «camminano, incontrano una strega, camminano ancora, incontrano un’altra strega – uno schema che diventa quasi comicamente ripetitivo», mentre il Guardian ha scritto che Kesy «non risulta convincente nemmeno nel fingere di fumare» e il resto del cast sembra «morto dentro». In generale, le critiche hanno sottolineato la povertà di mezzi della produzione, costretta a girare in una manciata di luoghi, con pochi personaggi ed effetti speciali poco riusciti.
Susana Polo su Polygon ha scritto che il film non si prende nemmeno la briga di ricordare agli spettatori neofiti le premesse e il contesto in cui si muove Hellboy, una mossa strana per un reboot che si prende il lusso di glissare sulla mitologia di un personaggio privo di grande seguito, e quindi non così noto a tutti. Soprattutto, enuclea bene Polo, lo stile ellittico, stilizzato e peculiare di Mignola va adattato al cinema in qualche modo, perché se lo si trasporta letteralmente da un mezzo all’altro l’effetto che si ottiene è quello di film «di serie B, con un protagonista piatto e antipatico».
Mignola si è speso moltissimo per difendere il film, anche a scapito delle precedenti versioni cinematografiche. Ha infatti dichiarato di provare «sentimenti contrastanti nei confronti dei precedenti adattamenti» e di avere imparato che «se si viene coinvolti subito nella progettazione c’è almeno la sensazione di poter avere una qualche forma di controllo su di esso, sperando che poi qualcuno non rovini il lavoro fatto», cosa che, stando alle sue parole, sembrerebbe non essere accaduta con L’uomo deforme.
Mignola si è infatti detto contento di quanto gli autori siano rimasti fedeli al fumetto: «Vedevo i giornalieri e restavo stupefatto che ogni inquadratura era uguale a come l’avevo disegnata, era come vedere il mio lavoro prendere vita». In un’intervista a The A.V. Club precedente all’uscita del film aveva anche affermato che «questa volta l’hanno davvero azzeccato, non ho mai visto niente di così simile ai miei fumetti».
Prodotto da Millennium Media, la stessa casa di produzione che aveva realizzato il reboot del 2019, Hellboy – L’uomo deforme ha tutto l’aspetto di un film realizzato in fretta e furia con un budget risicato soltanto per poter continuare a detenere i diritti di sfruttamento sul personaggio (che tornano ai creatori in caso di inattività prolungata). Non si spiegherebbe altrimenti la decisione di un reboot così modesto a pochi anni di distanza dalle delusione del film del 2019 diretto da Neil Marshall e con David Harbour nel ruolo di Hellboy.
Come personaggio cinematografico, Hellboy non è mai riuscito a sfondare. Il primo film del 2004 aveva incassato una cifra modesta ma aveva avuto una seconda vita in DVD, in un periodo storico in cui il mercato dell’home video faceva incassare quanto e più dell’uscita cinematografica. Questo aveva permesso il finanziamento del sequel, che a sua volta aveva faticato al botteghino.
Ciononostante, le due pellicole avevano conquistato la critica: su Fumettologica Andrea Fiamma li aveva descritti come «il miglior cinefumetto di sempre». Il terzo film della trilogia di Del Toro non si concretizzò mai a causa degli impegni del regista e del budget molto alto che avrebbe richiesto. Il reboot del 2019, più violento e realistico, era andato ancora peggio, sia a livello critico che di pubblico, e ora L’uomo deforme conferma lo scarso feeling che c’è tra Hellboy e gli spettatori.
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