Una Alpine deludente
L’Alpine si presenta alla pausa estiva da ultima in classifica nel mondiale costruttori, un risultato estremamente deludente per il team francese, che ha racimolato la miseria di 20 punti nei primi 14 appuntamenti del campionato.
E quanto accaduto attorno alla squadra negli ultimi mesi ha decisamente aumentato la sensazione di confusione su uomini e scelte future: prima l’addio a maggio del team principal Oliver Oakes, poi un mese dopo la decisione dell’amministratore delegato Luca De Meo di lasciare il gruppo Renault.
Ora cosa succede?
Al momento la proprietà del team Alpine F1 è così suddivisa: 76% per la casa madre Renault e il 24% è di proprietà di un gruppo di investitori (tra cui i fondi Red Bird, Otro Capital e Maximum Effort).
Nelle ultime settimane sono state tante le voci, tra cui il possibile ingresso di Christian Horner nella quota azionaria e il recupero del nome Renault per la squadra.
Insomma, c’è incertezza dato che poi era stato proprio Luca De Meo insieme al consulente esecutivo Flavio Briatore a prendere la scelta d’impatto di rinunciare ai propri motori e affidarsi a quelli Mercedes dal 2026.
Alla presentazione dei risultati finanziari della Renault ha fatto il suo esordio come CEO il successore di De Meo, ovvero Francois Provost, che ha ribadito l’impegno aziendale nella massima categoria del motorsport: “La Formula 1 è parte integrante della nostra strategia per il marchio Alpine. Non ho intenzione di cambiare questo. La sola priorità per un team di F1 sono le prestazioni e il loro miglioramento. Dobbiamo fare passi avanti nel 2025, ma soprattutto in ottica 2026, quando ci sarà il cambio regolamentare”.