NAPOLI. Il 31 luglio è stata una data cruciale per la sanità italiana e in particolare per quella di Napoli e della Campania. È scattato lo stop definitivo ai nuovi contratti per i medici e gli infermieri “gettonisti”, ovvero i professionisti assunti tramite cooperative esterne per colmare le carenze di personale negli ospedali. Il decreto, approvato lo scorso 17 giugno, vieta la stipula e il rinnovo di questi accordi, che hanno sostenuto per anni interi reparti, a partire dai pronto soccorso. «Un fenomeno vergognoso e costoso» lo definisce Gianluca Giuliano, segretario nazionale di Ugl Salute, pur riconoscendo che la loro assenza creerà inevitabilmente problemi.
Sebbene i contratti già in essere continueranno fino alla loro naturale scadenza, il sistema sanitario pubblico campano, come quello nazionale, si trova di fronte a una fase critica. Le Regioni sembrano essersi fatte trovare impreparate, e si paventa già la possibilità che vengano chieste nuove deroghe. Una stortura costosa e diffusa. Il ricorso massiccio ai gettonisti è stato un salvagente per molti ospedali della Campania, ma a un costo elevatissimo. Secondo l’Autorità Nazionale Anticorruzione, il fenomeno ha gravato sulla collettività per oltre 2,1 miliardi di euro.
A livello nazionale, la Società Italiana di Medicina d’Emergenza-Urgenza (Simeu) stima che circa il 30% dei pronto soccorso si affida a questo tipo di personale. In alcune strutture, la copertura dei turni da parte dei gettonisti arriva a toccare l’80%. Il decreto prevede una graduale uscita di scena: il 42% dei contratti scadrà entro tre mesi, il 26% entro sei mesi e il restante 32% entro un anno. Questo significa che tutti gli ospedali dovranno progressivamente fare a meno di questa “stampella”, che spesso è stata l’unica soluzione per garantire i servizi essenziali.
I tempi e le preoccupazioni. Nonostante le paure di un’uscita di massa immediata, Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed, invita alla calma: «Dal 31 luglio non si potranno più stipulare nuovi contratti, ma quelli già firmati resteranno in vigore fino alla loro scadenza. Quindi non assisteremo a un’uscita di massa da un giorno all’altro». Il vero problema, secondo Di Silverio, riguarda l’imminente periodo estivo: «Con organici già ridotti, molti medici ospedalieri rischiano di non potersi assentare per le ferie. Non per colpa dello stop ai gettonisti, ma per una carenza strutturale mai risolta».
Senza soluzioni concrete per rafforzare gli organici, il rischio è che le Regioni, compresa la Campania, siano costrette a chiedere deroghe alla norma. Potrebbe ripresentarsi l’ipotesi di finanziare nuovamente le cooperative con fondi pubblici, pur di evitare che ospedali e pronto soccorso rimangano senza personale. Per porre fine a queste storture, conclude Giuliano di Ugl Salute, è necessario un piano strutturale che rafforzi gli organici e adegui le retribuzioni dei medici alla media europea, rendendo la professione più attrattiva.
«Non possiamo far finta che la loro improvvisa uscita non crei problemi: i gettonisti hanno garantito la continuitа dell’assistenza, soprattutto in pronto soccorso. Non possiamo piщ procedere a tentoni-avverte Giuliano. -È necessario avviare subito una strategia strutturale per rafforzare gli organici e adeguare le retribuzioni alla media europea». Il compenso per un medico gettonista può variare, ma in media si aggira intorno ai 950 euro lordi per un turno di 12 ore, con una paga oraria che può arrivare fino a 80 euro.
©RIPRODUZIONE RISERVATA