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È stato ritrovato oggi – 23 luglio – il corpo del comandante del motopeschereccio “Resurga” Tony Magliozzi, 68 anni, naufragato ieri mattina a circa cinque miglia dalla costa di Anzio.
Dove era la barca?
Le speranze che Magliozzi fosse ancora vivo sono svanite pochi minuti fa: sono stati i sommozzatori dei vigili del fuoco arrivati da Napoli questa mattina, che operano ad alte profondità, a ritrovare il corpo dello sfortunato pescatore: era nella plancia di comando del moto peschereccio. Durante il naufragio, il figlio Andrea, 38 anni, era invece riuscito a mettersi in salvo. Diverso il destino del padre rimasto all’interno dell’imbarcazione colata a picco ed individuata questa mattina su un fondale di cinquanta metri.
APPROFONDIMENTI
Cosa hanno visto i testimoni?
A trarre in salvo Andrea Grillo è stato l’equipaggio del motopeschereccio “Paola Madre” del comandante Angelo Grillo. «La barca di Tony era mezzo miglio dietro di me racconta Grillo – io vedevo lui, lui vedeva me. Avevamo appena fatto la seconda calata intorno alla secca quando sul radar non l’ho più visto. In un primo momento ho pensato si fosse allontanato. Ho comunque provato a contattare per telefono Tony, ma non era raggiungibile; il comandante del peschereccio Mare Blu ha chiamato Andrea, ma anche lui era irraggiungibile. Ci siamo allarmati. La preoccupazione è aumentata – continua il racconto di Grillo – quando la Capitaneria di porto sui nostri canali ha provato a contattare Resurgo senza ricevere risposta. Abbiamo capito che era successo qualcosa di grave. Ci siamo subito recati sul punto in cui pensavamo fosse il motopeschereccio. Albeggiava, c’era forte odore di gasolio, ma della Resurgo nessuna traccia; abbiamo sentito una richiesta di aiuto, era Andrea. L’abbiamo subito tirato a bordo in salvo. Siamo rimasti ancora in zona per cercare Tony, ma non lo abbiamo trovato».
Come si è ribaltato il peschereccio?
Sulla banchina del porto di Anzio, confortato da amici e parenti, Andrea Magliozzi prova a riannodare i fili del ricordo di quei drammatici momenti. «Eravamo usciti per la solita battuta di pesca – racconta – quando siamo arrivati nella zona della secca; come sempre l’abbiamo aggirata, ma c’era un po’ di mare che ci ha spinto verso gli scogli, forse li abbiamo toccati. Ho detto a mio padre che ci stavamo a ribaltando, ha subito provato a manovrare il timone al contrario per raddrizzare la barca. Eravamo in plancia, abbiamo cercato di metterci in salvo, ho seguito una luce, pensavo l’avesse fatto anche lui, poi abbiamo preso un’ondata e non mi ricordo più niente. È successo tutto così in fretta. Mio padre aveva fatto sacrifici per darmi un avvenire acquistando la barca».
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