Il Giro d’Italia 2026 partirà dall’estero. Sarà la Bulgaria a ospitare l’avvio della Corsa Rosa nella prossima stagione, come ha annunciato in maniera ufficiale Miroslav Borshosh, Ministro del Turismo, in una conferenza stampa: “Il Giro d’Italia mette il nostro Paese sulla mappa del turismo europeo e mondiale e ne fa una destinazione riconoscibile. Ci saranno benefici enormi sul piano dell’immagine per il nostro Paese”.
A Sòfia e dintorni si disputeranno tre tappe, ma chiaramente i percorsi verranno resi noti più avanti. Le date previste dall’Unione Ciclistica Internazionale per la prima grande corsa a tappe della stagione sono le seguenti: inizio sabato 9 maggio e conclusione domenica 30 maggio. Emerge però un aspetto importante in termini agonistici e organizzativi: l’UCI prevede che i Grandi Giri durino al massimo 23 giorni, garantendo almeno due giorni di riposo e lo svolgimento delle ormai canoniche 21 frazioni.
Gli organizzatori di Giro, Tour de France e Vuelta di Spagna possono però chiedere una deroga, con annesso allungamento a 24 giorni di cui tre di riposo. Questa possibilità viene offerta proprio per consentire le partenze dall’estero, sempre più gettonate per ragioni economiche e commerciali: se si parte lontano da Italia, Francia e Spagna è necessario impiegare una giornata per il trasferimento dell’intera carovana. Questa deroga può essere richiesta una volta ogni quattro anni ed è qui che emerge un fondamentale punto interrogativo.
RCS Sport ha già chiesto l’allungamento per l’ultima edizione della Corsa Rosa, che è partita dall’Albania: 21 tappe, un giorno di riposo per rientrare da Tirana, gli altri due giorni di riposo al termine della prima e della seconda settimana. Stando all’attuale regolamento dell’UCI non potrebbe dunque replicarsi, ma il giorno di riposo aggiuntivo è necessaria per rientrare in Italia dalla Bulgaria. Arriverà la deroga della deroga?