La famiglia Agnelli-Elkann starebbe valutando di vendere Iveco. L’azienda produce mezzi pesanti, autobus e motori ed è di proprietà della holding Exor, la stessa che controlla Stellantis e Ferrari. Per l’acquisto del gruppo ci sarebbe un’offerta dell’indiana Tata Motors, la più grande società del settore automotive del Paese asiatico.
Prima di concludere questa operazione, però, Iveco dovrebbe vendere la sua divisione che produce mezzi militari, Iveco Defence. Già da tempo il gruppo sta provando a separare questa divisione dal resto dell’azienda. In questo caso, l’acquirente principale sarebbe Leonardo.
Tata Motors vuole comprare Iveco
A riportare la notizia della trattativa tra Iveco e Tata Motors è stata l’agenzia di stampa britannica Reuters, che ha citato come fonti diverse persone coinvolte nella trattativa. Exor possiede il 27,1% delle azioni di Iveco, ma ha diritti di voto in consiglio di amministrazione pari al 43,1%. Questo significa che controlla pienamente l’azienda.
Tata Motors è la più grande azienda di automotive in India. Ha un fatturato di 53 miliardi di dollari, produce più di 1,1 milioni di veicoli all’anno e dà lavoro a quasi 92mila persone. Iveco, inclusa la divisione difesa, fattura poco più di 16 miliardi di euro e ha 36mila dipendenti, di cui 14mila in Italia. Non sarebbe la prima volta che gli Agnelli e Tata Motors collaborano. Nel 2006 Tata e Fiat avevano avviato una joint venture, trasformata nel 2018 in un accordo per la fornitura di motori.
Prima che questa notizia iniziasse a circolare, la capitalizzazione di mercato di Iveco (la somma del valore di tutte le sue azioni) era di 4,2 miliardi di euro. Da allora le azioni della società sono cresciute molto, +8,3% in chiusura venerdì 18 luglio. Prima di procedere alla vendita di Iveco però, sarebbe necessario almeno lo scorporo della divisione difesa.
La questione Iveco Defence
Da diversi mesi si parla dello spin-off (lo scorporo) o della vendita di Iveco Defence, la divisione di Iveco che produce mezzi di trasporto militari. La principale ragione di questa decisione sarebbero i grandi investimenti che il settore delle armi europeo potrebbe ricevere nei prossimi anni.
Il piano europeo per far diventare il continente indipendente dall’estero per quanto riguarda gli armamenti potrebbe portare a un’espansione di Iveco Defence, che sarebbe più semplice se la società non fosse legata al resto del gruppo. Al contempo, proprio per questo potenziale, il valore della divisione difesa è molto aumentato, superando 1,9 miliardi di euro.
Oltre allo scorporo quindi, anche la vendita a una grande società del settore della difesa non è da escludere. Tra quelle interessate c’è soprattutto Leonardo. Un acquisto da parte della controllata statale degli armamenti risolverebbe anche i dubbi legati all’importanza di Iveco Defence per la sicurezza nazionale. In caso di acquisto da parte di una società straniera, infatti, il Governo avrebbe potuto usare il golden power.
Le reazioni della politica
Senza Iveco Defence, Tata Motors sarebbe libera di acquistare il gruppo con meno timori che l’esecutivo possa intervenire. In passato infatti già un’altra società asiatica, la cinese Faw, aveva tentato di comprare Iveco, ma era stata bloccata dal Governo. Anche in questo caso, in molti hanno già chiesto l’intervento di Meloni. La Fiom ha diffuso una nota:
Lo scorporo di Iveco Defence si confermerebbe quindi un piano preordinato di cessione di una parte importante del patrimonio industriale della nostra Repubblica. Il Governo fermi qualunque ipotesi di vendita che metta in discussione gli impianti e i lavoratori di Iveco.
Anche il segretario di Azione, Carlo Calenda, ha auspicato un intervento del governo, attraverso l’uso del golden power.