ProSiebenSat.1 senza ostacoli per Mfe: il consiglio di amministrazione e il consiglio di sorveglianza del broadcaster tedesco hanno raccomandato ai propri azionisti di accettare l’offerta di acquisizione da parte del gruppo italiano dopo l’aumento del corrispettivo annunciato lo scorso 28 luglio.
La nota dei due board
Una svolta cruciale, perché il management mostra di sposare in pieno il progetto industriale del gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi: «ProSiebenSat.1», si legge nella nota che annuncia la decisione, «accoglie con favore l’offerta modificata di Mfe, che sottolinea l’investimento a lungo termine e l’impegno di Mfe nei confronti dell’azienda».
Pier Silvio Berlusconi
L’executive board: piena integrazione
Non solo, c’è un’altra dichiarazione che mostra qual è oggi l’atteggiamento verso Mfe ed è del solo executive board, l’organo che ha in mano la gestione diretta: quest’ultimo osserva «che la sua raccomandazione si basa sulla realizzazione di sinergie di costo che richiedono una piena integrazione legale di ProSiebenSat.1 in Mfe». Come dire: abbiamo verificato che avete un progetto e ora che ci pagate bene, allora sposiamoci, senza vie di mezzo.
Le sinergie stimate dai tedeschi sono di circa 150 milioni di euro a livello di Ebit per un gruppo combinato, da realizzare entro quattro o cinque anni. Nessuna stima, invece, sulle sinergie di ricavi, ricordiamo comunque che lato Mfe si è parlato di un totale di 419 milioni di euro fra risparmi e nuove entrate entro 4 anni.
Via libera da Morgan Stanley e Goldman Sachs
Nella dichiarazione congiunta dei board c’è infine un terzo elemento importante: la loro valutazione è supportata da due pareri indipendenti: quello di Morgan Stanley, che ha assistito il consiglio direttivo, e quello di Goldman Sachs, che ha assistito il consiglio di sorveglianza.
Un percorso a ostacoli
Sembrano passati anni, invece sono solo poco più di due mesi: il 22 maggio entrambi i consigli avevano definito l’offerta «inadeguata», almeno dal punto di vista finanziario, e invitato gli azionisti a non aderire all’opa. Soprattutto, questa posizione accogliente è ben diversa da quanto abbiamo visto da sei anni a questa parte. Nel 2019, l’allora ceo Max Conze considerò l’ingresso di Mfe nell’azionariato (al 9,6%) in maniera cortese come «un voto di fiducia» nella strategia di ProSieben, ovvero: benvenuti, proseguiamo per la nostra strada.
Poi Conze, che nel frattempo si era sempre detto contrario alla creazione di una realtà paneuropea con Mfe, uscì di scena e fu la volta di Rainer Beaujean, diplomatico ma resistente e, anzi, stratega dell’indipendenza di ProSieben quando Mfe salì oltre il 20%.
Dal 2022 la virata
La svolta è arrivata con Bert Habets, nel 2022, ex ceo di Rtl Group quindi avvezzo a ragionare con logiche di settore internazionali. In realtà non c’è stato alcuno slancio passionale verso Mfe, al contrario, ma alla fine siamo arrivati al sì.
Bisognerà attendere il 13 agosto
Adesso il gruppo di Mediaset è primo socio di ProSieben con il 33,3% dell’azionariato, quota aumentata di recente di tre punti percentuali attraverso acquisizioni fuori opa. Quest’ultima, invece, proseguirà il suo corso fino alla scadenza del 13 agosto, dopodiché ci sarà un periodo di accettazione aggiuntivo di due settimane, in conformità con le disposizioni della legge tedesca sulle acquisizioni.
Sul piatto 8,07 euro per azione
Con l’aumento ufficializzato il 28 luglio, il corrispettivo dell’offerta passa da 4,48 euro in contanti più una componente azionaria di 0,4 azioni Mfe di tipo A per azione ProSieben a un prezzo cash invariato di 4,48 euro più 1,3 azioni Mfe-A (con l’aggiunta di 0,9 azioni). Nella nota si spiega che, basandosi sul prezzo di chiusura delle Mfe-A al 4 agosto 2025, il giorno prima dell’adozione della dichiarazione motivata supplementare congiunta, il corrispettivo dell’offerta ha un valore implicito di circa 8,07 euro per azione ProSieben, un premio di circa il 24% rispetto al prezzo di chiusura di queste ultime del 26 marzo (l’ultimo prezzo prima dell’annuncio dell’opa).
Da un lato Ppf, dall’altro Mfe
A che punto arriverà Mfe, che sul piatto in teoria sta mettendo 1,4 miliardi di euro in caso di adesione completa, di cui 729 milioni cash? Sarà un bel film da vedere fino alla fine.
Da una parte c’è l’offerta concorrente (che concorrente non è) del secondo azionista Ppf di 7 euro per azione in contanti, etichettata come «migliore e definitiva» e che quindi non sarà un ostacolo, dall’altra c’è questo via libera dei board. Il gruppo italiano ha sempre sottolineato di non avere l’obiettivo di ottenere il controllo del 100% delle azioni, ma di voler raggiungere un livello che consenta di dare una direzione chiara e realizzare il progetto paneuropeo. Ora questa strada sembra definitivamente imboccata.
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