La cronaca quotidiana racconta quanto siano numerosi gli interventi effettuati dal Soccorso Alpino per interventi di soccorso in ambiente montano o impervio.
Nel periodo estivo il numero di questi interventi aumenta in modo che si potrebbe definire esponenziale vuoi per l’elevato numero di turisti che popolano le montagne, soprattutto l’arco alpino, vuoi per la mancanza di preparazione (o l’indifferenza verso gli avvisi ed i divieti) da parte di questi avventori.
L’organismo addetto a tali operazioni di prono intervento è il CNSAS, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, una struttura del Club Alpino Italiano.
Tale struttura fu fondata 71 anni fa e recentemente è stata insignita della Medaglia d’Oro al Valor Civile della Repubblica italiana.
Il numero di interventi svolti dal CNSAS negli ultimi dieci anni ha eguagliato il totale di quelli effettuati nei sessant’anni precedenti, con operazioni dovute prevalentemente a cadute, malori, mancata preparazione delle escursioni, incapacità rispetto ai percorsi da affrontare, attività svolte in condizioni meteo sfavorevoli.
Un esempio emblematico, accaduto pochi giorni fa in Veneto, è stato il soccorso di un turista britannico che ignorando i divieti imposti si è avventurato su un sentiero delle Dolomiti Bellunesi chiuso per una frana.
Se questo sentiero il turista è rimasto bloccato trovandosi in difficoltà per la caduta di massi dall’alto ed ha chiamato i soccorsi.
Sono dovuti intervenire quattro elicotteri per un totale di 93 minuti di volo ed è stata attivata la squadra di soccorso alpino da terra per un costo totale, addebitato al turista, di oltre 14.000 euro.
Ma chi paga gli ingenti costi dovuti a tali operazioni di pronto intervento che coinvolgono uomini, elicotteri, mezzi di terra, personale sanitario?
La legge italiana, con l’articolo 11 DPR 27 marzo 1992, disciplina la materia dell’Onere del Trasporto di Emergenza: “Gli oneri delle prestazioni di trasporto e soccorso sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale solo se il trasporto è disposto dalla centrale operativa e comporta il ricovero del paziente.
Detti oneri sono altresì a carico del Servizio Sanitario Nazionale anche in mancanza di ricovero determinata da accertamenti effettuati al pronto soccorso. Fanno carico al Servizio sanitario nazionale, altresì, i trasferimenti tra sedi ospedaliere disposti dall’ospedale”.
La regola di base prevede che ogni singola Regione determini in autonomia il contributo a carico dell’utente e che le prestazioni di soccorso sono gratuite, quindi a carico del Servizio Sanitario Nazionale, regola applicata in tutti i territori ad eccezione di alcune Regioni del Nord Italia.
Trentino, Alto Adige, Veneto, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta hanno deliberato che restano in capo al SSN solo le prestazioni di soccorso che comportano il ricovero del paziente.
Questo comporta che il costo di tutti gli interventi attivati da chiamate inappropriate siano a carico degli utenti.
Le chiamate inappropriate sono quelle dovute, ad esempio, alla manca preparazione tecnica o carenze di dotazione, il mancato rispetto di divieti e limitazioni.
In Trentino vige la delibera n. 644 del 5 aprile 2012 che stabilisce i costi a carico dell’utente.
750 euro è il costo di un elisoccorso intervenuto in una situazione di grave pericolo ambientale, come ad esempio un alpinista bloccato in parete, e per il quale il medico soccorritore non abbia stabilito un ricovero ospedaliero.
Se l’intervento è dovuto ad un procurato allarme immotivato e senza ricovero, quindi una chiamata inappropriata, allora il costo dell’elisoccorso varia a seconda della tipologia di elicottero intervenuto da 98 a 140 euro al minuto da pagarsi tramite ticket.