L’ultima curva più famosa della MotoGP
Il GP di Barcellona 2009 della MotoGP, con il sorpasso di Valentino Rossi su Jorge Lorenzo all’ultima curva, resta una delle pietre miliari nella storia del Motomondiale e uno dei punti più alti nella carriera del Dottore. La sfida tra i due piloti della Yamaha quel giorno fu epica e si decise – letteralmente – all’ultimo respiro, indirizzando poi l’esito dell’intero campionato nonostante quello fosse solo il sesto round di una stagione che ne prevedeva ben 17.
Da italiano abbiamo sentito molte volte i racconti di Rossi in merito a quell’episodio, ma come lo visse Lorenzo, che fu battuto in casa dal suo più acerrimo rivale, quando sembrava ormai certo di avere la vittoria in mano? Il diretto interessato l’ha raccontato nel corso di una lunga intervista rilasciata al podcast Mig Babol, condotto dall’ex pilota Andrea Migno. La riflessione di Lorenzo è molto interessante, perché evidenzia al tempo stesso l’astuzia pensata da Rossi in un momento di massima pressione e anche il motivo per cui invece il #99 non si strinse al massimo all’interno della curva, impedendo così al suo rivale di avere un varco nel quale affacciarsi.
La versione di Jorge
“Valentino l’ha spiegato molto bene ed è andata più o meno così, come ha raccontato lui – ha dichiarato Lorenzo – siamo stati appaiati per tutto il weekend, dalla FP1 al Warm Up e in gara siamo riusciti ad andare via [dal resto del gruppo], che era la nostra intenzione, tanto la sua quanto la mia. Lui mi ha battuto perché secondo me era il più bravo ed è stato il più forte di tutti nell’improvvisazione. Lui era molto intelligente, molto furbo e sapeva improvvisare nei sorpassi. Non era chiuso [mentalmente], era molto aperto e naturalmente era molto intelligente, non solo in pista ma in tutte le aree della vita. In quel momento ha sfruttato l’esperienza”.
“Lui staccava sempre più tardi di me – ha proseguito Lorenzo, rivelando anche alcuni interessanti dettagli tecnici – perché faceva un settaggio della forcella più duro per poter avere questo stile di guida. Invece io ce l’avevo molto più morbida per frenare prima e poter aprire prima il gas in percorrenza. Quindi in questo aspetto eravamo opposti e questo mi ha fatto arrivare a quell’ultimo giro in svantaggio rispetto lui. In più lui è stato molto svelto nel provarci. Io sono stato un po’ ingenuo a non chiudere – ha ammesso il #99 – perché cercavo sempre di guidare sulla stessa linea per 25 giri. Non volevo cambiare la mia linea senza averla provata prima, perché poi magari tu entri in quella curva facendo la linea più sporca e cadi. Così ho pensato che se avessi fatto quelle due curve più forte di lui avrei vinto. Ma non sapevo che lui era stato abbastanza sveglio da capire che se mi fosse entrato all’interno io avrei dovuto chiudere il gas. Non avrei potuto farla forte, perché c’era lui all’interno. Non è come nei videogiochi, quando fai le corse contro il tempo e l’altra moto è un fantasma. Non gli puoi passare sopra se lui frena più forte e si ferma davanti a te. Questa cosa mi ha fatto perdere quella gara e sicuramente anche il campionato, perché da lì lui è cresciuto, ha preso confidenza mentre invece io ho fatto due o tre errori, sono caduto e lui ha vinto il Mondiale“.